Tra i volti nuovi della Mobyt 2013/14 spicca Davide Andreaus. Giocatore dalle caratteristiche tecniche molto interessanti, combina ad una grande pericolosità perimetrale buoni doti nel gioco spalle a canestro. Dopo alcuni problemi fisici che ne hanno rallentato l’ascesa e un anno giocato nella Dnc (in cui ha viaggiato con una media di 15 punti ed oltre 6 rimbalzi di media), ora ha deciso di rimettersi in gioco nel basket professionistico insieme a Ferrara.
Prima di parlare di te, facciamo una carrellata sulla più stretta attualità e in particolare sulla partita di domenica scorsa: cosa è andato storto?
“Purtroppo abbiamo avuto un approccio difensivo iniziale sbagliato, siamo poi stati bravi a recuperare la partita in corsa, mettendoci nelle condizioni di giocarla punto a punto. In queste situazioni un parziale può fare la differenza, e così è stato proprio sul finale, ma a favore dei nostri avversari”.
Inoltre avete avuto qualche problema di falli, che hanno limitato soprattutto il minutaggio dei lunghi.
“Sì, quello è stato un problema, anche perché alcuni fischi arbitrali ci hanno un po’ penalizzati. Quando si gioca in un palazzetto di questo tipo, non molto grande ma veramente caldo e rumoroso, anche gli arbitri possono esserne un po’ influenzati. Bisogna anche dire che Matera è una squadra forte che punta ai piani alti della classifica e ce la siamo comunque giocata fino in fondo”.
Se Matera punta alla promozione, qual è l’obiettivo di Ferrara?
“Ad inizio campionato bisogna essere un po’ scaramantici, diciamo che puntiamo a fare bene. Il meglio possibile!”.
Dall’interno che giudizio puoi esprimere sul gruppo?
“Abbiamo un bellissimo spogliatoio, molto coeso. Siamo un bel gruppo, sia per come ci troviamo tra di noi che da un punto di vista tecnico. Siamo una squadra composta da dieci giocatori che in altre squadre potrebbero giocare anche 25/30 minuti a partita. E questo è stimolante soprattutto negli allenamenti. Chiaramente bisogna essere bravi a capire la situazione e farsi trovare pronti quando si entra in campo per ritagliarsi i propri spazi”.
Tra i tuoi compagni di squadra c’è qualcuno che ti ha particolarmente impressionato?
“Se devo dir la verità quello che mi ha colpito di più è Benfatto. Ci conosciamo da una vita, sia come avversari sia come compagni di squadra nelle partitelle estive. Ma qui è tutto un’altro contesto e si vede che è migliorato tantissimo. Io ho giocato anche in altre squadre di serie A2 e di centri ne ho potuti osservare molti, ma veramente pochi della sua qualità”.
Raccontaci perché hai scelto di venire proprio a Ferrara.
“Benfa mi ha sempre parlato bene di Ferrara, in cui conoscevo anche Casadei. È una società solida, aspetto che in questo periodo è tutt’altro che scontato, e con forti ambizioni. Inoltre è vicina a casa, e mi permette di continuare a studiare per l’università, sono iscritto a Scienze Politiche. Insomma, quando mi è stato chiesto di venire non ho esitato un attimo”.
E coach Furlani lo conoscevi già?
“Non personalmente. Ovviamente ne avevo già sentito parlare e sapevo che era un vincente, che dovunque è andato ad allenare ha fatto bene, vincendo anche dei campionati. Anche questo è stato un aspetto che mi ha fatto valutare l’offerta ricevuta come perfetta per me.
Parliamo delle tue caratteristiche sul parquet, come ti presenteresti a qualcuno che non ti ha mai visto giocare?
“Nasco cestisticamente come ala piccola, ma sono molto versatile. Posso giocare in qualsiasi ruolo eccetto playmaker o 5 di stazza. Credo sia stata questa mia caratteristica ad interessare lo staff della Mobyt, in quanto è coerente con il progetto tecnico. Il coach è molto attento alla fase difensiva, su cui imposta molto del suo gioco. Avere giocatori che gli permettono di cambiare o difendere su avversari con caratteristiche differenti ci permette di fondare la nostra difesa sull’adattabilità. In attacco non sono un gran palleggiatore, ma posso giocarmela sotto canestro contro alcuni avversari o aprire gli spazi contando su un buon tiro da tre punti”.
Un anno e mezzo fa ti sei infortunato al ginocchio. Oggi come ti senti?
“Ho subito due infortuni sullo stesso ginocchio! Ora, incrociando le dita, sto bene. Sento che non è ancora uguale all’altro, e magari questo mi porta ad avere qualche incertezza in più. Ma le paure con il tempo passano e ora mi sento guarito al 100%”.