Anche quest’oggi, abbiamo seguito la conferenze stampa post partita della Mobyt. Il primo a sottoporsi alle domande dei giornalisti è stato, come di consueto, il coach Adriano Furlani.
La partita si presta a diverse chiavi di lettura: si può dire che Omegna è più forte di Ferrara, si può parlare dell’infortunio di Benfatto in un momento delicato, l’arbitraggio che, di certo, non ci ha premiato; quello che ci interessa, però, è la sua chiave di lettura.
“Si può dire che è stato un mix tra questi due fattori. Noi siamo stati dei signori per non aver fatto polemiche dopo la sconfitta contro Matera, abbiamo accettato la sconfitta magari attribuendo meriti non sempre reali agli avversari, ma questa sera mi sono molto arrabbiato con gli arbitri. Se lasci giocare una pallacanestro fisica, devi però darti un metro, far capire a me e ai giocatori cosa è consentito fare e cosa no. Nella terna, inoltre, secondo me un arbitro, ex ferrarese, ha visto la partita come un espediente per una vendetta personale e questo è intollerabile per un professionista. Parlando degli aspetti tecnici, noi siamo partiti questa sera con il timore di questo James (33 punti stasera, ndr), avevamo impostato una difesa solo per lui, ma l’abbiamo fatta bene solo a sprazzi. 89 punti da subire, nonostante i molti meriti degli avversari, sono troppi e derivano dal fatto che non abbiamo giocato di squadra, soprattutto in difesa. Stasera siamo entrati in campo senza l’energia che avevamo nella prima partita casalinga contro Lucca e ci siamo portati dietro la paura delle ultime azioni di Matera, in cui abbiamo perso molti palloni facili. Non sono da considerare gli ultimi minuti in cui, senza Benfatto e di conseguenza senza un punto di riferimento sotto canestro, ci siamo lasciati andare a troppi individualismi”.
L’infortunio di Benfatto, Casadei innescato solo per un attimo e Jennings a tratti latitante, soprattutto in attacco, per gran parte della partita. E’ chiaro che senza l’apporto di tre giocatori di questo tipo, la situazione si complica.
“Innanzi tutto per sapere le reali condizioni del ginocchio di Benfa, a cui noi tutti auguriamo una rapida e buona guarigione, bisognerà aspettare gli esami di rito che avverranno domani, fino ad allora non possiamo dire niente. Per quanto riguarda la domanda, noi già di per sé non siamo una squadra capace di giocare una pallacanestro fisica e, conseguentemente, ne risente la dimensione interna del gioco. Gli unici che possono darci questa dimensione interna e più fisica sono appunto Benfatto e Pipitone, ma ricordiamoci che quest’ultimo ha solo 19 anni e non ha l’esperienza che possono avere giocatori come Farioli o Masciadri. Sapevamo che l’inizio di questa stagione sarebbe stato difficile, ma ora lo sarà ancora di più dopo queste due sconfitte di fila. Però è pur sempre la terza giornata di campionato, il lavoro è ancora lungo. Oggi siamo scesi sul parquet con ancora il fantasma della partita di Matera, cosa che ci ha condizionati non poco a livello mentale, ma alla luce dei nuovi fatti non ci dobbiamo scoraggiare, anche perché si sapeva che Omegna sarebbe stata un’avversaria delle più toste e lo ha pienamente dimostrato”.
Un po’ lei ha già anticipato l’ultima domanda, riguardante il morale. Questa squadra, in questo momento, ha i requisiti per poter reagire a una sconfitta così? Si sa, una sconfitta in casa è sempre peggio di una in trasferta.
“Dobbiamo sempre valutare e avere pazienza sul lavoro che stiamo facendo. Il campionato, quest’anno, è di un livello molto alto: la prima partita l’abbiamo portata a casa, ma le altre due le abbiamo sempre giocate a rincorrere l’avversaria. L’inerzia della partita non è quasi mai stata dalla nostra parte, anche stasera nel nostro miglior momento, dopo le due triple consecutive a metà terzo quarto, la sfortuna ha voluto che appena prima dei due tiri liberi di Casadei, il tabellone segnapunti è andato in tilt costringendoci ad una pausa forzata che ha raffreddato le mani dei ragazzi. Noi siamo comunque una squadra con ottime qualità morali, abbiamo giocatori molto esperti che credo sapranno far fronte a questa situazione emotiva”.
Dopo il coach è venuto il momento di Daniele Casadei, che stasera si è sbloccato dalla lunga distanza (seppur con un 2/6).
Daniele abbiamo appena parlato con il tuo allenatore del peso che questa sconfitta potrà avere sul vostro morale. Tu che sei il più esperto, quello che potrebbe aiutare di più in un contesto così complicato come la vedi?
“Diciamolo pure che son vecchio (ride, ndr). E’ certo che il morale non è dei migliori in questo momento, c’è tanta frustrazione, tanta amarezza, ma anche tanta rabbia, perché dentro di noi sappiamo che giocando un po’ più intensi, sbagliando un pochino meno cose si poteva sicuramente fare risultato. Siamo sempre alla terza partita, ci sono tante cose che hanno influito, ad esempio abbiamo subito tre o quattro canestri allo scadere del tempo e dei 24 secondi che se non entrano ce la giochiamo molto più facilmente. L’unica cosa che dobbiamo fare è prendere le cose buone di queste ultime due partite, la reazione che abbiamo avuto più volte per cercare di ribaltare l’inerzia della partita, e portarle avanti, ricordandoci sempre e comunque anche delle cose che sono andate male. Ad esempio l’individualismo che in alcuni momenti dilaga e la difesa che ogni tanto ‘sbarella’, cercando di risolvere durante la settimana in palestra”.
Non hai parlato dell’arbitraggio e questo ti fa onore perché hai cercato di focalizzare l’attenzione su altre questioni, ma è innegabile che stasera, quanto meno, la terna ha contribuito a condizionare lo spettacolo della partita.
“Certo non è facile per noi giocatori avere tutte quelle interruzioni nel gioco, ma gli arbitri, secondo me, fanno fatica a calarsi nel ruolo del triplo arbitro: questo non vuol dire che si debbano fischiare più falli in una partita, siamo passati da una media di 22/23 a 30 falli per gara. I numeri dei contatti da fischiare sono sempre quelli e loro devono capire che non possono sanzionare 10 falli a testa, ma fischiare i contatti più evidenti e che influiscono sul gioco e non interrompere il gioco ogni 20 secondi”.
Due parole anche sulla tua prestazione: crediamo che tu sia il primo ad aspettarti di più da te stesso.
“Assolutamente sì, sono il primo ad essere arrabbiato per non riuscire a dare quello che so di poter dare davvero a questa squadra. Mentre dopo la prima vittoria con Lucca mi ero sentito tranquillo pur giocando male, ora comincio ad essere sempre più arrabbiato perché non riesco a dare quel contributo fondamentale per la vittoria. Non sono preoccupato per le mie percentuali al tiro, ma devo essere utile in altre cose; anche se per i minuti che sto in campo non riesco a fare canestro, devo comunque riuscire a dare qualcosa di buono alla squadra, che sia in difesa, o far girare bene la palla, o un blocco devo comunque sforzarmi per essere più utile ai miei compagni.”
Il terzo giocatore che abbiamo intervistato è il giovane Riccardo Bottioni, reduce da una buonissima partita soprattutto in fase di impostazione della squadra.
Riccardo, sappiamo che c’è tanta frustrazione e tanta rabbia in corpo, ma una cosa è innegabile: anche stasera avete ripetuto gli errori della partita di Matera.
“Certo, gli errori che abbiamo fatto a Matera si sono visti anche stasera. Sono comunque errori che dobbiamo risolvere in settimana con il gruppo, sappiamo che dobbiamo assolutamente farlo. Siamo comunque una squadra “nuova”, per conoscerci ci vuole tempo e qualche errore ci sta, ma per quanto riguarda gli errori di atteggiamento e di volontà bisognerà assolutamente sottolinearli nei prossimi allenamenti. Per quanto mi riguarda sono convinto che le nostre potenzialità siano ottime, sta a noi sfruttarle al meglio.”
A inizio stagione ricordavamo che quest’anno, nel tuo ruolo, hai diversi giocatori molto forti con cui misurarti e devi fare a sportellate per guadagnarti minuti. Oggi hai interpretato bene il tuo ruolo, conquistando un buon tempo di impego.
“Prima di pensare a me in questo momento voglio pensare alla squadra. Mi fa assolutamente piacere che si dica così di me, io cerco di essere sempre utile alla squadra e di lavorare al meglio in palestra, speriamo che i risultati arrivino”.
Adesso vi aspetta una trasferta molto difficile dopo queste sconfitte, che settimana sarà?
“Credo che dobbiamo pensare prima a noi stessi. Anche se come hai detto tu veniamo da due sconfitte pesanti, la cosa migliore che possiamo fare è chiuderci in palestra e lavorare di gruppo per riuscire a migliorare tutti insieme. Certo è che dopo due risultati così un po’ di amarezza c’è; non mi sento di parlare di momenti no anche perché siamo solo alla terza partita della stagione, sappiamo che davanti abbiamo tante partite e siamo consapevoli che solo lavorando insieme potremo fare progressi.”