Riccardo Bottioni è uno dei volti nuovi della Mobyt 2013-2014: playmaker giovane e dalle grandi prospettive, sta guadagnando sempre più spazio nelle rotazioni grazie alle sue buone prestazioni. Lo abbiamo incontrato per conoscere le sue impressioni su questo primo scorcio di stagione alla corte di coach Furlani.
Riccardo, prima di tutto raccontaci cosa ti ha convinto ad abbracciare il progetto della Mobyt.
“L’anno scorso ero a Lucca e durante l’estate mi è arrivata la proposta di un contratto biennale con l’obiettivo di lavorare e crescere insieme. Avevo anche altre due o tre offerte, ma il progetto che mi è stato proposto ha attirato immediatamente la mia attenzione. L’investimento che la società ha fatto su di me è importante, anche considerando che Ferrara ha acquistato l’intero cartellino, ed è molto stimolante l’idea di poter lavorare con un certo tipo di progettualità. Non posso che ringraziare per l’opportunità che mi è stata data e impegnarmi al massimo per sfruttarla al meglio”.
Cosa si può dire dell’esperienza che hai vissuto lo scorso anno a Lucca?
“Mi sono trovato benissimo, in più ho avuto anche un buon minutaggio. Inizialmente ho giocato un po’ meno del previsto, poi ho trovato più spazio arrivando a giocare anche 20-25 minuti. Bisogna considerare anche che avevo davanti a me dei giocatori esperti, quindi era giusto fare un po’ di gavetta visto che sono i miei primi anni da pro e sono ancora giovane. Lucca è una realtà abbastanza piccola, neopromossa l’anno scorso, l’ideale per crescere senza troppe pressioni. Anche per questo durante l’anno è venuto fuori il nostro valore e siamo riusciti a fare un campionato di alto livello”.
E a Ferrara come ti trovi? Conoscevi già la città?
“Mi trovo molto bene, ci ero venuto a giocare ai tempi delle giovanili. Per il centro e nelle zone più caratteristiche ero passato ma non le conoscevo bene. Poi, vista la vicinanza con Bologna, i dintorni li conosco benissimo”.
Dei compagni invece cosa ci puoi dire?
“Per quanto riguarda lo spogliatoio, devo dire che i ragazzi sono super. Alcuni li conoscevo già dalle giovanili, come Spizzichini e Pipitone, altri come avversari, tipo Benfatto e Casadei. Abbiamo creato un bel gruppo, molto coeso”.
Tornando all’investimento che la società ha fatto nei tuoi confronti: prima sostenevi di essere molto contento delle prospettive che ti dà fare parte del progetto. In quest’ottica, ti sei posto degli obiettivi personali da raggiungere in questa stagione?
“Giocare al massimo del livello e cercare di ottenere un minutaggio elevato, assecondando le dinamiche e i ruoli interni alla squadra. Magari in questo primo anno il sacrificio sarà elevato e i miglioramenti graduali, ma sempre cercando di sforzarsi quotidianamente in palestra”.
La Mobyt, invece, che obiettivo si può porre?
“Bella domanda! Potenzialmente tra le prime forze del campionato, potremmo giocarcela. Considerando anche il fatto che stiamo incontrando le favorite del campionato e il calendario non ci sta aiutando, ma ce la stiamo giocando con tutte anche fuori casa e questo ci permette di capire chi siamo e che ruolo possiamo ricoprire. Anche la partita di domenica scorsa contro la Torrevento ci ha fatto intravedere le nostre potenzialità, che ancora non si sono espresse al meglio visto che il gruppo è nuovo e non ci conosciamo ancora perfettamente”.
Uno degli aspetti più positivi della Mobyt di quest’anno è che non c’è un grande dislivello tra i titolari e la panchina, ma siete tutti potenzialmente da quintetto.
“Penso sia una una nostra peculiarità, un punto di forza rispetto ai nostri avversari. Anche perché possiamo alzare l’intensità difensiva e i ritmi delle partite a nostro vantaggio. Visto che siamo in dieci a giocare, ciascuno può dare il massimo in un periodo di tempo limitato consapevole del fatto che potrà essere sostituito da un compagno che farà altrettanto.”
Facciamo un bilancio di queste prime partite della Mobyt. Hai notato una crescita soddisfacente, soprattutto in termini di gioco?
“Non bisogna mai essere soddisfatti completamente delle proprie prestazioni. Dalle vittorie bisogna trarre entusiasmo da trasformare in carica positiva utile per allenamenti e partite future”.
Invece sotto il profilo personale, quali sono i tuoi punti di forza, e cosa invece devi migliorare?
“Sono un play che fa della sua forza la parte difensiva, mettendoci molta energia e pressando il portatore di palla. In attacco ho una discreta visione di gioco, ma devo migliorare per quanto riguarda il tiro da fuori”.
Sappiamo che Furlani è un allenatore che dà molta importanza all’aspetto difensivo. Credi che le tue qualità difensive siano state determinanti a convincerlo a portarti a Ferrara?
“Spero che questo aspetto sia stato valutato come un valore aggiunto! Chiaramente l’approccio difensivo da adottare dipende sempre dalla partita che si affront e in funzione degli avversari e va di volta in volta modificato. In alcune circostanze va messa pressione al play, in altre ad altri ruoli chiave”.
Com’è lavorare con coach Furlani?
“Sono molto soddisfatto, anche perché percepisco di avere la sua fiducia. Mi piace anche il fatto che non ci tratta come dei ragazzi ma, giustamente, come dei professionisti. In questo modo ti responsabilizza e riesce a farti sentire parte importante del gruppo. In più è preparatissimo sia a livello tecnico sia tattico. Non posso che spendere buone parole nei suoi confronti”.