Oggi più che mai è il caso di fare proprio il monito di Adriano Furlani: non facciamoci prendere da facili entusiasmi. La Mobyt ha vinto tre partite di fila, di cui due fuori casa su campi difficili, ma bisogna rimanere con i piedi per terra. Come non manca mai di sottolineare il coach, questo inizio di campionato valorizza squadre che fanno dell’adrenalina e dell’atletismo la propria forza. E i biancazzurri proprio su questi due pilastri ha impostato le recenti vittorie: il ritmo altissimo, che ha portato gli avversari ad inseguire affannosamente inducendoli in attacco a commettere forzature e palle perse; e la voglia, da parte di tutti i giocatori del roster, di dimostrare il proprio valore fornendo un contributo tangibile alla vittoria. Un indicatore di quanto il gruppo sia coinvolto in queste ultime uscite viene dalla distribuzione dei punti: in quattro hanno chiuso in doppia cifra nell’ultima partita, e per la prima volta in campionato tutti i giocatori a disposizione sono riusciti ad andare a segno.
Ma bisogna fare attenzione, perché il campionato è lungo e non si può pensare di continuare a vincere fondando il proprio rendimento solo su atletismo ed entusiasmo. Qui subentrano altre componenti che alimentano ulteriormente le speranze dei tifosi, perché più solide e già parte integrante del gioco della squadra: il primo caposaldo che, allenamento dopo allenamento, è entrato sottopelle ai giocatori è l’importanza della difesa. Ho scritto importanza e non l’efficacia, perché al momento la Mobyt non sembra avere la dovuta continuità per colpa di alcune disattenzioni di troppo. Ma la squadra sa che è lì che deve migliorare, e che quando rimane coesa e concentrata è lì che può vincere la partita. L’efficacia durante tutti e 40 i minuti , arriverà. Nel primo quarto contro Firenze i biancazzurri sono stati perfetti da questo punto di vista, concedendo solo 9 punti alla squadra toscana che non è più riuscita a riavvicinarsi. Il secondo punto di forza è proprio la capacità di gestire il vantaggio. Se è vero che nelle tre vittorie consecutive la Mobyt non è mai stata messa in difficoltà sul piano del punteggio, è altrettanto vero che i ragazzi di Furlani sono sempre stati bravi a tenere a distanza di sicurezza gli avversari, aspetto non semplice soprattutto in trasferta. Infine stanno incidendo le rotazioni ampie, che innestano un circolo virtuoso nell’intensità profusa in campo e – aspetto di un’importanza capitale – permettono di far giocare giocatori con pochi falli. In un campionato in cui gli arbitri stanno fischiando moltissimo è già capitato che fossero proprio le loro decisioni ad indirizzare l’andamento del match e uscire da questa logica forzata grazie a delle sostituzioni sempre all’altezza potrà rivelarsi fondamentale sulla lunga distanza. La prestazione di ieri di Pipitone non può che confortare ulteriormente in tal senso.
Cosa manca quindi per poter finalmente incominciare a sognare legittimamente? La grande sfida è quella di dimostrare che l’intensità che i ragazzi mettono in campo è figlia non solo dell’adrenalina o del momento positivo, ma che è un filosofia, un modo di intendere il gioco. Il secondo snodo riguarda la capacità di reagire a situazioni sfavorevoli come gruppo compatto. Non si tratta solo di rimontare una partita difficile o giocarsi i finali punto a punto, ma, ad esempio, alla situazione di Jennings. Milton è un giocatore di indubbio talento che però sembra un po’ stordito dal contesto di gioco in cui si trova nelle ultime settimane. Riuscire a mettere il compagno nelle condizioni tecniche e mentali per rendere al meglio e trovare un ruolo attivo al’interno della squadra per migliorare le possibilità di vittoria sarebbe una dimostrazione di compattezza ed unione di intenti che solo le grandi squadre possiedono. E allora si che Ferrara potrà sognare per davvero, anche ad occhi aperti.