Sarà una grande partita SPAL-Mantova in programma domani pomeriggio. Nebbia permettendo, il vero pericolo numero uno che incombe come non mai sulla sfida, i protagonisti saranno loro: da parte biancazzurra il Conte, o per meglio dire l’airone Max Varricchio, dall’altra Roberto ‘Flash’ Floriano, i cannonieri per antonomasia delle due formazioni che stanno attraversando un momento di forma a dir poco magico.
Li abbiamo raggiunti telefonicamente per ascoltare dalle loro parole come stanno vivendo queste ultime ore che li separano da un match che si giocherà davanti a un pubblico che vale, da solo, la serie cadetta. E se ci fosse ancora qualcuno indeciso sul da farsi, crediamo basti questo a sciogliere ogni riserva. La SPAL è pronta, il suo pubblico anche: domani il ‘Paolo Mazza’ DEVE essere una bolgia.
1. Varricchio contro Floriano: inizia la battaglia. Settecento giorni dopo l’ultima volta.
Max: “Sinceramente non ricordo di aver già giocato contro di lui, e non lo conosco personalmente, però ovviamente lo stiamo seguendo, come seguiamo tutto il campionato, e so che sta facendo grandi cose, merita senza dubbio tantissimi complimenti”.
Roberto: “Max è un gran giocatore e la sua carriera parla da sola. Ci siamo incrociati una sola volta, sì: lui era a Cuneo, io all’Alessandria. Finì 1 a 1 (era il 5 febbraio 2012, ndr), gol nostro su rigore con Fanucchi, pareggio suo, manco a dirlo, nel finale. Io mi ricordo di lui, non so però se lui si ricorda di me. A scanso di equivoci domenica ci saluteremo ancora e, magari, faremo a gara a chi segna di più (ride)”.
2. Hai un soprannome?
Max: “Mah, sinceramente al momento non mi è stato dato nessun soprannome. A Padova mi chiamavano l’airone, è vero, ma oggi più che cambiare le penne direi che sto iniziando a perderne un po’. Bisogna essere sinceri, soprattutto con se stessi, a livello fisico non sono più quello dei trent’anni, come forza, come velocità, ma fortunatamente le qualità rimangono, quindi qualcosina, ogni tanto, riesco ancora a farla (ride)”.
Roberto: “Giornalisti e tifosi sono sempre bravissimi a trovare il nomignolo giusto ai propri giocatori (ride). Qui a Mantova mi chiamano ‘Flash’ perché sono molto veloce e gli avversari faticano a starmi dietro”.
3. Ti ricordi dieci anni fa dov’eri? E tra dieci dove sarai?
Max: “A ventisette anni ero in B al Treviso: è stato un anno po’ sfortunato perché mi sono fatto male al ginocchio e sono stato fuori parecchi mesi, ma l’anno dopo sono andato al Napoli, ed è stata una grande opportunità per me. Tra dieci anni credo che senz’altro mi fermerò un po’. Questo è il mio sedicesimo anno di professionismo, e non mi sono mai fermato. Quello del calciatore può sembrare più un divertimento che un lavoro, e in parte è vero perché comunque è un gioco, e fare qualcosa che ti piace è sempre una fortuna. Però è anche un mestiere molto impegnativo, sia fisicamente, perché se si vuole rendere sempre al meglio il lavoro deve essere continuo, intenso e disciplinato, sia mentalmente, perché comunque sei sempre sotto pressione, specie se si gioca in piazze importanti. Ci sono molte aspettative, obiettivi da raggiungere, devi dimostrare di essere all’altezza, a volte piovono critiche, e non si è sempre tranquilli. Insomma, non so di preciso dove sarò tra dieci anni, ma sicuramente mi starò godendo un po’ di più la vita”.
Roberto: A diciassette anni ero nella squadra Berretti dell’Inter, guidata da Monti. Giocavamo 4231, ero un trequartista che faceva fare tanti gol ma che, a dirla tutta, segnava pure parecchio. Ero giovane e spensierato, dentro di me una carica sconfinata di sogni e belle speranze insieme alla tanta voglia di emergere con i nerazzurri e, perché no, raggiungere grandi traguardi. Quando avrò l’età di Max sarò come lui (ride): lo dico davvero, lui è un esempio da seguire per il nostro mestiere e a cui dovrò senza dubbio ispirarmi”.
4. L’anno scorso quanti gol prima di Natale? E poi com’è finita?
Max: “Prima di Natale avevo fatto dieci gol, poi ho chiusa l’annata con ventidue. La stagione è finita alla grande, con un vero miracolo sportivo. Un salvataggio a cui credevamo poco anche noi, specie dopo il cinque a zero di Bassano. Però siamo riusciti a fare una grande striscia positiva, e ne siamo venuti fuori nel migliore dei modi, conservando la categoria: inconsapevolmente abbiamo dato una mano anche alla SPAL”.
Roberto: “A Natale dello scorso anno avevo concluso da poco la mia esperienza in Bulgaria al Botev Vratsav, in Serie A: ero già tornato in Italia e il mio procuratore stava sondando il terreno. Alla fine firmai per la Pistoiese, in D, e fu una scelta azzeccatissima. Gol zero. A fine stagione ho chiuso a quota otto”.
5. I tuoi precedenti con l’altra squadra. Ricordi com’è andata a finire?
Max: “L’anno scorso abbiamo fatto due a due a Mantova, chiudendola in rimonta, come spesso è accaduto. Perdevamo alla fine del primo tempo, e senza più niente da perdere siamo andati tutti all’assalto portando a casa un ottimo punto. Lì segnai anche io. Al ritorno, in casa, perdemmo due a uno. Ricordo bene che giocammo in un pantano di campo, fu tremendo”.
Roberto: “Contro la SPAL ho giocato due volte, mai al ‘Mazza’: la prima è finita 1 a 1 con la Tritium, a Monza, il 25 settembre del 2011, l’altra il 6 aprile di quest’anno con la Pistoiese e ho vinto io 3 a 0, segnando anche un gol (ride). Penso sia stata una delle più belle partite che ho giocato in casa quella contro di voi”.
6. E’ la vigilia di SPAL-Mantova. A cosa pensi in particolare?
Max: “Il mio pensiero è quello di tutta la squadra. C’è solo la voglia di dare tutto per regalare un’altra gioia ai tifosi e per rafforzare la posizione in classifica. Niente di più, solo voglia di giocarsi questa partita al meglio”.
Roberto: “Che andrà tutto bene. Che sarà una partita dura ma divertente, che onoreremo sul campo il gioco del calcio e la tanta gente che, ho saputo, verrà a vederci, sia di Ferrara, sia di Mantova”.
7. I tifosi sono in fermento: hai un messaggio per loro?
Max: “La squadra è contentissima del tifo e dell’affetto che ci viene continuamente manifestato. I tifosi li voglio ringraziare tutti, vorrei farlo singolarmente, per tutta la carica che ci hanno sempre dato, anche nei momenti meno facili. Domenica, in campo, ce la metteremo davvero tutta per portare a casa la vittoria”.
Roberto: “I miei tifosi sono eccezionali, approfitto per l’occasione per dire loro e ribadire ancora una volta che l’affetto che nutrono per me è assolutamente ricambiato. Sono speciali, per loro sono una persona e un calciatore importante e questo mi dà un’enorme carica, mi stimola. Sono uno di quei giocatori che rende di più in quelle piazze dove si respira calcio, dove ci sono ambizioni, aspettative. A Mantova sto bene per questo”.
8. Più forte la SPAL o il Mantova?
Max: “Come organico, forse, meglio loro: credo che il Mantova, insieme all’Alessandria, sia tra le formazioni migliori di questo campionato. Ma non è un problema, se loro sono più forti noi cercheremo di essere più bravi”.
Roberto: “La SPAL non è più forte del Mantova. Forse noi non stiamo bene come la SPAL, al momento, ma solo perché non abbiamo ancora trovato una certa continuità di risultati utili, pagando un avvio di campionato davvero difficile. Stiamo parlando di due squadre importanti e costruite per durare nel tempo, due grandi squadre”.
9. Cosa vuoi dire all’altro?
Max: “A Roberto dico che è un buon giocatore e gli faccio i miei più sentiti complimenti. Ha fatto un grande inizio di stagione con ottimi risultati, e sicuramente ha speso molto per questo. Cioè, dico io, sarà anche stanco. Il mio consiglio adesso è quello di fermarsi un attimino e riposarsi un po’ nella partita di domenica e ricominciare a far bene da quella dopo. Mi sembra giusto”.
Roberto: “Max sei tanta roba, ripeto. Tanto rispetto per un giocatore come te: hai messo dentro 12 palloni in 13 partite non c’è bisogno di dire altro. Ti auguro di giocare ancora tanti anni, di vincere tante partite e segnare ancora di più di adesso. Ma domenica, per favore, se ti prendi una giornata di riposo mi fai un bel piacere, così ti raggiungo in classifica marcatori (ride)”.
10. L’arbitro ha appena fischiato la fine. Tu cosa stai facendo?
Max: “Io, se non sono stanco e non ho voglia di andare sotto la doccia, continuo a correre. Se vedo che la palla è rimasta dalle nostri parti, la prendo e parto subito verso la loro area, un’altra volta; se invece è loro aggredisco il loro portatore, prendo la palla e vado a segnare ancora. Poi, la doccia. Forse (ride). Ah, si’, dimenticavo. Tutto questo se vinciamo noi”.
Roberto: “Corro ad abbracciare i miei compagni, alzo le mani al cielo, guardo fisso dalla parte dei miei tifosi. Sono stanco ma felice. Esulto. Perché ha vinto il Mantova”.