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E’ un Adriano Furlani soddisfatto quello che incontramo nella sala stampa del PalaMIT2B. Tra i temi caldi ovviamente la posizione di classifica e la grandissima prestazione di Milton Jennings.

Coach, stasera abbiamo visto un approccio straordinario alla partita e il risultato alla fine ha premiato la squadra più equilibrata.
“Innanzitutto volevamo dare un calcio a quel quarto quarto scellerato della partita con Mantova, scellerato in quanto privo di sostanza. Abbiamo dato la sensazione per la prima volta in casa quest’anno di essere in balia dell’avversario. Era importante non ripetere quella prestazione e dimostrare di aver ancora qualcosa da dire. L’atteggiamento difensivo è stato sicuramente l’elemento chiave della partita negli ultimi due quarti”.

Un dato confortante viene anche dall’eccellente prestazione degli americani.
“Non l’abbiamo mai detto, ma sempre tra le righe dicevamo di non essere contenti delle ultime prove di Milton. Questa sera forse animato da uno spirito di rivalsa, ha compreso meglio che nessuno ce l’ha con lui, che stiamo solo aspettando che ci faccia vedere quello che sa fare. Sono molto contento che il pubblico gli abbia tributato questa standing ovation, perché al di là dei 28 punti, era presente. Noi facevamo cambio sistematico e lui ha saputo tenere una buona difesa su giocatori molto più rapidi di lui, vuol dire che era collegato”.

Ormai non è così azzardato dire che i playoff sono un traguardo raggiunto, e poi c’è la Coppa Italia da giocare.
“L’obiettivo da raggiungere quest’anno era la salvezza, che è arrivata domenica scorsa. Gli eventi hanno prodotto un girone d’andata inaspettato, adesso, complici le vicissitudini di Lucca e la vittoria di questa sera, le probabilità di fare i playoff sono decisamente alte. Ora dobbiamo pensare ad arrivarci nella migliore posizione possibile, abbiamo ancora la partita con Bari e un 2-0 contro una diretta avversaria come Ravenna. La coppa Italia è un premio e come tale va trattata, ovvio che ci sono alcuni giocatori che tirano la carretta da settembre e che sicuramente sono un po’ in affanno”.

Si può dire che la Mobyt è tornata?
“Ti rispondo con le parole di un grandissimo giocatore, che ha fatto la storia del basket in questa città e risponde al nome di Charlie Foiera. Prima di questaa partita mi ha detto: Forse è un bene essere adesso un po’ sottotono, perché poi quando conta puoi ritornare. Io gli ho risposto che noi siamo meno di una sporca dozzina, siamo questi, non ci possiamo mai preoccupare totalmente del nostro gioco, dobbiamo sempre preoccuparci dei falli, degli infortuni e degli assenti. Non sappiamo se siamo tornati, o se ci siamo solomente ripresi, ma di sicuro non siamo mai morti”.