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Per Domenico Germinale non c’è due senza tre. Dopo le esperienze con Como e Catanzaro sotto la guida tecnica di Oscar Brevi, l’attaccante trevigiano è approdato alla SPAL per lavorare ancora una volta con l’allenatore milanese. “Gli ho detto solo una cosa, – ha scherzato Mattioli al momento di presentarlo – che qua vogliamo solo vincere”. Un proposito che Germinale ovviamente ha mostrato di condividere in pieno: “A prescindere dal mio rapporto con Brevi, quando mi è stato proposto di venire a Ferrara ho risposto subito di sì, perché la SPAL ha scritto pagine importanti di storica calcistica e c’è una dirigenza con idee molto chiare sul futuro”. L’attaccante di scuola Inter, classe 1987, ha firmato un contratto di due anni con opzione per il terzo: “Il fatto che mi sia stato proposto un contratto del genere dimostra che non ha pesato solo l’opinione di Brevi, ma che c’è fiducia da parte della società”.

Germinale arriva alla SPAL con la fama di attaccante generoso, ma poco prolifico. Nelle ultime quattro stagioni non ha mai firmato più di cinque gol e la sua stagione più positiva sotto l’aspetto statistico è stata quella 2008-2009 quando segnò 9 gol a Foggia in Prima Divisione. “E’ vero, non ho mai segnato molto – ha ammesso con serenità – ma non soffro per questo particolare. Chiaro che da attaccante vorrei fare venti gol a stagione, ma se la squadra vince con i gol degli altri e grazie al mio contributo sono felice lo stesso”. Di certo Germinale garantisce la maglietta sudata dopo ogni partita. Per farlo sapere a tutti si è tatuato sull’avambraccio una frase in spagnolo: “No hay derrota en el corazon de quien lucha“, che significa “Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”.

In carriera ha giocato prevalentemente da seconda punta, anche se la stazza fisica (è alto 183 cm) gli permette di giocare anche come centravanti, come accaduto nella esperienza a Foggia già citata in precedenza. Una piccola curiosità: il suo procuratore è Giorgio Zamuner, uno dei grandi del pantheon spallino. Prima di accompagnare il suo assistito nella sede di via Copparo gli ha consigliato di dare un’occhiata attenta a una delle foto appese negli uffici: ritrae lo stesso Zamuner in una incontenibile esultanza a fianco di Brescia, Labardi, Paramatti e Bottazzi.