Serata non felicissima a parte i cinquemila e passa del ‘Mazza’ e in cui di buono c’è la striscia positiva che si allunga e l’imbattibilità di una difesa che però, contro gli abruzzesi, è stata salvata dai legni in due occasioni. Tanti giocatori sono apparsi al di sotto dei loro standard abituali. Buona la prova di Silvestri e Filippini. Attaccanti mai pericolosi e mal serviti.
MENEGATTI 5.5 – Porta a 360’ i minuti di imbattibilità al Paolo Mazza, un gol subìto appena nelle ultime cinque gare, l’ultimo a Gubbio per l’esattezza, peraltro su rigore. I pali della porta, la sua casa, questa sera sono benedetti anche dall’acqua che a catinelle scende dal cielo, non solo dalla fortuna che lo aiuta in una giornata per nulla da ricordare e solo per un caso esce imbattuto. Al 17’ del primo sbaglia il rinvio che finisce dritto sui piedi di Lapadula che tira fuori: il campo scivoloso c’era anche per Tonti nel caso; nella ripresa altro rinvio sbilenco al 5’ che facilita la ripartenza abruzzese, esattamente quattro minuti dopo lo scontro fortuito con Capece costato il primo legno: errore di comunicazione palese visto che poi i due si spiegheranno di lì a poco in campo. La traversa, poi, lo salverà ancora poco più in là nel cronometro. Si arrabbia molto con i suoi richiamando spesso all’ordine Silvestri e Capece. Ma lui per primo non dà l’usuale sensazione di sicurezza.
FERRETTI 6 – Nel primo tempo lo si nota per quel bellissimo anticipo ai danni di Petrella che gli regalano cinquanta metri di corsa fatti tutti d’un fiato, cross in mezzo ma nulla di fatto; al 42’ bel pallone per Landi che però spreca malamente. Nella ripresa si sovrappone un paio di volte con Filippini ma sono i tanti retropassaggi che fanno imbufalire – non sempre a ragione c’è da dire – il pubblico di fede spallina. Spende benissimo l’ammonizione su una palla persa da Togni in pieno recupero che grida ancora vendetta.
SILVESTRI 6.5 – Partita positiva. D’accordo, non avrà dei gran piedi, ma sbroglia alcune situazioni potenzialmente letali. Al 25’ del primo tempo su cross di Petrella è lui l’ultimo uomo tra palla e Bucchi pronto a battere a rete a botta sicura: non ci fosse stato era gol sicuro; al 42’ sempre della prima frazione si fa trenta metri di corsa per riprendere Bucchi dopo un errore in appoggio del suo compagno, riuscendoci. Nel secondo tempo sbaglia un po’ di più nei fondamentali tra l’11’ e il 15’ vive il suo momento peggiore regalando involontariamente palla prima a Lapadula, poi a Buonaiuto. Ma al 37’ si riscatta andando a fermare ancora lo stesso Lapadula lanciato a rete mentre Capece era scivolato maldestramente per le terre.
CAPECE 5.5 – Non il Capece delle ultime partite. Ripresa da dimenticare per il biondo numero quattro spallino: dopo sessanta secondi dal fischio d’inizio si scontra fortuitamente con Menegatti e per poco non mette in tavola la frittata, all’8’ si perde Lapadula su cross di Dipaolantonio, al 34’ una sua deviazione fortuita su tiro di Buoanaiuto manda fuori causa Menegatti ma, per fortuna, la conclusione si perde in angolo. Infine, al 37’, scivola finendo a pelle di leone su di un’incursione pericolosa di Lapadula costringe Silvestri agli straordinari.
GIANI 6 – Al 18’ della ripresa Perrotta gli strozza in gola quell’urlo di gioia per un gol che sembrava fatto. Peccato. Nel primo tempo è bravissimo ad anticipare Bucchi, poi si fa vedere anche con un colpo di testa su azione da calcio d’angolo. Ha l’esperienza per dare maggiore solidità e sicurezze al reparto.
LEGITTIMO 6 – Ordinato, tranquillo. Tiene bene la posizione. La serata corre via liscia senza infamia e senza lode. Nel primo tempo mette un paio di cross interessanti su cui però non arriva nessun compagno.
FILIPPINI 6.5 – E’ il solito peperino. Ammonizione per proteste a parte è tra i migliori dei biancazzurri. Piace per la sua corsa intelligente e i suoi inserimenti, lottatore instancabile sempre pronto a dare una mano ora in avanti, ora in difesa, abile a sovrapporsi con il giovane Ferretti sul binario di destra. Partita senza dubbio positiva.
TOGNI 5.5 – Non si vede molto, gioca sempre molto basso, troppo basso, e la manovra ne risente. Non che sia in una serata brillante ma anche il campo non gli è certo amico, fradicio com’è, soprattutto nella seconda parte della sfida. Continua a battere le punizioni ad altezza pelvica ma, quel che è peggio, è la palla velenosa che perde a tempo scaduto che costringe Ferretti all’ammonizione. Sono errori che un giocatore della sua esperienza non dovrebbe fare.
LANDI 5.5 – Così così, motorino che va a scartamento ridotto questa sera: bravi gli abruzzesi a prendergli le misure ma lui difetta un po’ troppo in precisione. Soprattutto quando nel finale di primo tempo Ferretti gli offre un pallone particolarmente sfizioso da calciare verso la porta.
GERMINALE 5.5 – Le prende e le dà meno del solito. Si nota per quel mezzo gol che di testa sfiora al 15’ del primo tempo e per una sponda in favore di Landi. Poi la luce si spegne. Una serata più di ombre che di luci per l’attuale capocannoniere spallino.
(DE CENCO 6) – Restano molti, moltissimi dubbi sul gol annullato. Nel complesso entra bene in partita, peccato potesse gestire un po’ meglio quella discesa a tutto campo al 26’ del secondo tempo. Aveva il tempo di gestire tutto con meno frenesia. Peccato perché poteva nascere certamente una situazione interessante.
FIORETTI 6 – Non gli arrivano palloni degni di nota, lui non è che se ne cerchi tantissimi ma resta comunque bellissima la giocata al 43’ del primo tempo quando si gira e tira subito spedendo la palla sopra la traversa di poco. Partita difficile contro una difesa altrettanto difficile da superare. Ma a lotta è secondo a nessuno. A Prato per i gol mancati questa sera.
(DI QUINZIO NG) – Fa il suo esordio al Paolo Mazza. Dieci minuti, pochissimo per poterne dare un giudizio, da attaccante aggiunto ancor meno. Ma ormai, visto il minutaggio sin qui concessogli da Brevi, si può tranquillamente azzardare che il giocatore non sia al centro del progetto dell’allenatore milanese. Ed è un peccato perché la SPAL di giocatori con i piedi buoni ne ha pochi. E l’ex interista li ha.
BREVI 6 – Aldrovandi ha la febbre, Rosina è scivolato giù dalle scale di casa nel pomeriggio (davvero). Sin qui gli assenti della settimana a cui si vanno ad aggiungere Gasparetto e Lazzari. Difficile imputargli colpe – sempre che di colpe si possa parlare dopo un onesto pareggio – ma ancor più difficile assegnargli meriti – quelli semmai li diamo ai pali ‘benedetti’ sotto la Ovest – in una serata da record stagionale che si aspettava sicuramente qualcosa di più ma contro comunque un buon Teramo. Poteva azzardare un terzo cambio, Finotto dopo il gol decisivo all’Ascoli è sparito, ma in compenso fa esordire Di Quinzio al Mazza regalandogli un’altra manciata di minuti. Da attaccante però, e lui un attaccante non è. Di buono c’è che allunga la striscia positiva, senza contare che in casa Menegatti non subisce gol dalla prima di campionato e porta a 360’ i minuti di imbattibilità mentre più in generale la saracinesca è calata del tutto con appena un gol preso nelle ultime cinque gare. Mica male. Solidità e compattezza di una difesa di ferro sono le chiavi, sin qui, dei suoi 14 punti. Che sono al netto del campionato e della rosa a disposizione ancora tantissimi.
TERAMO
Tonti 6.5; Scipioni 6.5, Daikitè 7.5, Speranza 6, Perrotta 7 (dal 30’ s.t. Masullo NG); Petrella 6 (dal 7’ s.t. Buonaiuto 6.5), Cenciarelli 7, Amadio 6.5, Dipaolantonio 6 (dal 41’ s.t. Lulli NG), Bucchi 5.5, Lapadula 5.5. All.: V. Vivarini 7.