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La prima settimana di allenamenti con il nuovo coach Alberto Martelossi è ormai trascorsa. In previsione della partita di domani, abbiamo fatto due chiacchiere con Alberto Seravalli, vice allenatore e uomo su cui il nuovo head coach ha fatto affidamento per permettere la continuità tra questa e la gestione precedente.

Alberto, è inevitabile partire con un interrogativo: la squadra come ha vissuto gli eventi di questi giorni?
“La squadra ha vissuto l’avvicendamento in panchina con molto dispiacere ed è comprensibile. Del resto il nucleo del gruppo è stato riconfermato dallo scorso anno, quindi in qualche modo legato alla persona di Adriano Furlani. Ormai è condiviso da tutti, è quasi una regola che in una squadra quando le cose non funzionano, la responsabilità non è mai di un singolo e spesso, in questi casi, è l’allenatore a rimetterci in prima persona. L’arrivo di Alberto (Martelossi, ndr.) è stato carico di entusiasmo e i ragazzi lo hanno da subito seguito nelle prime indicazioni, che sono state a carattere soprattutto di mentalità”.

Rispetto alla passata gestione è già cambiato qualcosa dal punto di vista tattico in questa prima settimana in palestra?
“Sotto il punto di vista prettamente tattico sono stati inseriti alcuni accorgimenti su particolari situazioni, soprattutto qualche dettaglio tecnico da mettere a posto, ma nessuno stravolgimento sostanziale. Il coach ha da subito insistito su un repentino cambio di mentalità e su una presa di responsabilità da parte dei singoli giocatori, come testimonia il fatto che questa settimana Martelossi si sia trattenuto a lungo post allenamento per parlare con tutti, staff e squadra. Quindi, per adesso, quello che vogliamo vedere è un cambiamento nella testa dei giocatori, non tanto nel gioco”.

Parliamo di Troy Huff. Quando sulla panchina biancazzurra sedeva Furlani sembrava che Huff fosse in difficoltà, soprattutto dal punto di vista della forza mentale. Come cambia ora il suo ruolo all’interno della squadra? Pensi che con il cambio di allenatore possa cambiare anche qualcosa dentro di lui?
“Il miglioramento sotto il profilo mentale è richiesto, ora come ora, a tutti i componenti della squadra, logicamente ad ognuno con differenti dettagli. Troy sta proseguendo il suo percorso di conoscenza e crescita all’interno della pallacanestro europea, tutti lo stanno aiutando in tanti modi diversi e il mio pensiero è che lui crescerà sul serio. Certo che il salto più grande che dovrà fare per il suo sviluppo, sarà mentale, soprattutto in alcuni aspetti del gioco che in passato non è stato tanto abituato a curare”.

Per finire, cosa avete chiesto ai vostri ragazzi per affrontare al meglio la prossima partita?
“Chieti è una squadra concreta, talentuosa e ordinata, nonostante la bassa età media dei componenti. Per questa gara ci siamo dati alcune regole di base: in primis aumentare l’intensità e l’aggressività in difesa. Per quanto riguarda l’attacco, come detto, il coach non ha ancora voluto entrare troppo a fondo nelle questioni tattiche della squadra; l’unica cosa che ha chiesto è di provare a divertirsi, offensivamente parlando, passandosi la palla e trovando il compagno libero”.