Un detto attribuito al popolo Masai recita: “I giovani corrono, ma i vecchi conoscono la strada”. Nel caso della SPAL a correre dovrà essere Matteo Gerbaudo, a indicare la strada Marcello Cottafava: i due nuovi acquisti sono separati da diciotto anni di età e per forza di cosa arrivano con prerogative diverse.
Il giovanissimo Gerbaudo compirà vent’anni a maggio ed arriva in prestito dalla Juventus, mentre Cottafava – che a settembre raggiungerà le 38 primavere – ha firmato un contratto che lo legherà ai biancazzurri fino al 30 giugno 2016. Si è svincolato dal Latina, società in cui ha militato nelle ultime tre stagioni. Inutile negarlo, l’aspetto anagrafico è quello che fin da subito ha generato più discussioni tra tifosi e addetti ai lavori. A onor del vero, almeno sotto l’aspetto visivo, Cottafava sembra tutt’altro che il classico giocatore a fine carriera, magari di quelli un po’ imbolsiti, a caccia dell’ultimo contratto. Lui stesso ci ha tenuto a specificare come le sue condizioni psicofisiche siano ancora ottime: “Ormai con allenamenti e metodi di recupero le carriere tendono ad allungarsi, soprattutto se non si è mai patito infortuni gravi e ci si è presi cura del proprio corpo. Mi pare ci siano molti esempi più illustri del mio, basta vedere cosa fa Totti ancora oggi. Io mi sento bene e credo di averlo dimostrato anche l’anno scorso, giocando 45 partite su 47 di una stagione interminabile in serie B. Quest’anno ho giocato un po’ meno, ma mi sono sempre allenato regolarmente, per cui posso essere già a disposizione per domenica se il mister lo riterrà opportuno”.
Cottafava ha raccontato che la decisione di accettare la proposta della SPAL non ha richiesto molto tempo, grazie anche al legame di lunga data tra lui e il ds spallino Vagnati: “Era già da un po’ che Davide tentava di portarmi a Ferrara e stavolta non potevo dire di no. In primo luogo per quello che la SPAL rappresenta dal punto di vista storico e poi perché sento di poter dare ancora molto. A Latina mi avevano prospettato un ruolo dirigenziale al termine del mio contratto (a giugno 2015), ma io non sono ancora pronto per stare dietro a una scrivania. Ci tengo invece a giocare e soprattutto a fare bene anche qui”. Dal punto di vista tattico Cottafava ha lasciato intendere di prediligere il ruolo di perno difensivo in difese a tre o cinque: “Nelle ultime stagioni ho sempre giocato da centrale con i due marcatori a lato e mi sono trovato bene. Però non ho problemi a stare anche in una difesa a quattro, l’ho fatto per tanti anni. Dipende solo dal mister, seguirò le sue indicazioni”.
Tuttavia il motivo principale per cui Cottafava si trova a Ferrara è il disperato bisogno della SPAL di un vero leader, in campo e nello spogliatoio. Il difensore genovese ne è evidentemente al corrente, tanto da commentare molto pacatamente: “Anche da giovane sono sempre stato uno che tende a prendersi delle responsabilità e guidare lo spogliatoio. Cercherò di portare il mio contributo anche qui. Mi rendo conto che avere uno in campo in grado di dare indicazioni e infondere tranquillità sia un aspetto fondamentale in certe zone del campo. Tanti dei ragazzi che formano questa squadra li ho incontrati solo da avversari, ma non credo avrò alcun problema a inserirmi. Ora la cosa fondamentale è ritrovare la giusta alchimia e far sì che questa diventi la base per ottenere i risultati che ci si aspetta dalla SPAL”.
Al fianco di Cottafava durante la presentazione c’è stato un silente Davide Vagnati. In compenso a parlare ci ha pensato Walter Mattioli: “So che in tanti stanno rimarcando l’età di Cottafava. Non c’entra niente, perché se uno è bravo è bravo a prescindere dagli anni che ha. Personalmente credo che questo sia un grande colpo della SPAL, forse uno dei più importanti da quando siamo qui. Vi assicuro che di difensori ne abbiamo valutati a decine, ma ce ne serviva uno con caratteristiche particolari. Cottafava le possiede e sa essere un vero leader in campo. E’ quello che ci mancava. Mi domandano: quando ve ne siete accorti? Ce ne siamo accorti vedendo i soliti gol da culo che prendiamo tutte le domeniche. Ora spero che Marcello si prende la briga di prendere per un orecchio i compagni che fanno certi errori in difesa”.