Con una media di 15.7 punti e 8 rimbalzi nelle ultime tre gare, Michele Benfatto ha dato una grossa mano alla Mobyt, soprattutto nella vittoria interna contro Tortona e nell’ultima sconfitta di Roseto. Siamo andati a fare due chiacchiere con lui per parlare di questa stagione, delle vicende legate al cambio in panchina, ma anche di questi quattro anni complessivi di Pallacanestro Ferrara, di cui Michele insieme a capitan Ferri, è vero scudiero.
Iniziamo parlando di domenica scorsa. Battuta d’arresto, squadra che non ha convinto. Che cosa è successo?
“Nulla di complicato, abbiamo proprio giocato male. Abbiamo iniziato ben nel primo quarto quando siamo rimasti a contatto grazie alla difesa, poi Roseto ha iniziato a segnare canestri importanti spesso causati dalla nostra mancanza di fiducia. Nel secondo tempo invece loro, con l’inerzia della partita in mano, erano super carichi e hanno segnato anche i canestri più difficili mentre noi non siamo riusciti a rimanere li con la testa e rimetterci in carreggiata. Quando poi si parla di trasferta è sempre tutto più difficile”.
I problemi societari di quest’ultimo periodo, hanno eco nello spogliatoio tra di voi giocatori?
“Assolutamente no. Sappiamo che la società sta vivendo questa situazione, ma noi dobbiamo continuare a concentrarci sul gioco e il lavoro in palestra, manca ormai poco alla fine”.
Qualche mese fa, durante l’ultimo periodo di gestione Furlani, tra la gente serpeggiava un po’ di delusione e sfiducia per le prestazioni della domenica. Poi con l’arrivo di Martelossi, eccovi ritornare ai piani alti della classifica. Come mai secondo te?
“Ora non voglio assolutamente parlare male di Furlani. Ti dico che forse è perché il nuovo coach ha messo più regole e regole diverse, in particolare difensive. Inoltre, rispetto a prima, anche i nostri comportamenti in campo sono cambiati, nel senso che se una volta c’erano atteggiamenti da prime donne che ci disunivano, ora siamo tutti più umili e al servizio l’uno dell’altro. Molte volte basta cambiare atteggiamento per migliorare le cose. Ovviamente non solo quello, però, fai la somma tra atteggiamento, regole di base diverse e soprattutto una definizione netta dei ruoli, ecco che ottieni spesso un esito positivo”.
Quindi i cambiamenti sono stati più dal punto di vista mentale dell’atteggiamento? O anche sul piano tattico-tecnico è cambiato qualcosa?
“Anche nella parte tecnica è cambiato qualcosa, soprattutto in difesa. Come accade spesso infatti, ogni allenatore ha delle sue regole di base che applica a prescindere in particolar modo in difesa”.
Parlando di un tuo compagno, finalmente Castelli è ritornato quel giocatore che ci ricordavamo dagli anni precedenti. Secondo te, cos’è accaduto per farlo sbloccare e come mai proprio n questo periodo?
“Innanzitutto Ricky è uno che lavora tantissimo in palestra, senza mai darsi per vinto. Tutti quest’anno hanno avuto un periodo negativo, ma lui ha continuato a star lì con la testa e non si è fatto abbattere dalle brutte partite. È fatto così, deve prendere fiducia. Infatti ha imbroccato un paio di partite e ora si è completamente sbloccato. L’unico peccato è che magari l’abbia fatto tardi. Però Caste è questo giocatore, non quello che si è visto ad inizio stagione”.
E ora passiamo un po’ a te. A detta di molti in queste ultime partite si è visto il miglior Benfatto della gestione Martelossi, forse anche dell’intera stagione. Ti senti più in forma?
“Dal mio punto di vista ci sono state altre partite, ad esempio contro Treviglio in casa, in cui mi sento di aver fatto meglio anche se poi è arrivata la sconfitta. Certo, le ultime due gare sono andate bene: ho avuto magari più occasioni di tirare e di rendermi più protagonista in attacco. Altre invece, sono fatte per farsi da parte e lasciare spazio ai tuoi compagni. Comunque in risposta alla tua domanda, no non mi sento così tanto più carico e in forma rispetto ad altri momenti della stagione, è più questione di occasioni e del tipo di partita”.
A proposito, la mano come sta?
“Tira avanti. ho sempre qualche dito non al cento per cento, però ci ho fatto l’abitudine. Questa volta è il mignolo, poco male”.
In questa stagione, qual è stato il tuo diretto avversario più difficile da affrontare?
“Ora che mi ci fai pensare Mosley, di Recanati. Fisicamente è un mostro, salta tantissimo. Il problema non è nell’uno contro uno, ma a palla lontana. Quando ti stacchi per aiutare o per qualsiasi altro motivo questo letteralmente vola! Sull’atletismo ci puoi fare poco: o salti come lui oppure ti becchi la schiacciata, come è successo più volte”.
Sono passati quattro anni dalla fondazione della Pallacanestro Ferrara e dall’inizio della tua militanza tra le fila estensi. Gli obiettivi che la società si era data (il ritorno in LegaDue) sono stati ampiamente raggiunti. Come ti senti ad aver fatto parte di questa realtà?
“Sono contentissimo, dalla B2 siamo riusciti a riportare la squadra al secondo campionato nazionale. Sono davvero orgoglioso che la società abbia deciso di puntare su di me e questi anni a Ferrara sono stati splendidi. Uno staff grandioso composto da veri professionisti. Praticamente una cosa in famiglia, dato che i cambiamenti in questi quattro anni sono stati davvero minimi all’interno del personale di servizio. Persone disposte ad aiutarti sempre. Inoltre sono molto contento di aver fatto questo percorso insieme ad una grande persona come Michi (Ferri, ndr); la società ci ha sempre dato fiducia e tutto ciò do cui avevamo bisogno in maniera perfetta, penso che dal nostro punto di vista possiamo dire di averla ripagata”.
Come vedi la squadra nel futuro prossimo? Ce la farà la Mobyt a fare i playoff?
“Ora abbiamo le ultime quattro partite di regular season e sono davvero importanti. Tutto dipenderà anche dai risultati delle nostre dirette concorrenti, ma noi dobbiamo pensare solo a noi stessi e cercare di racimolare più punti possibili. Quattro vittorie sarebbero l’ideale!”
Ultima domanda a bruciapelo: come vedi il futuro di Michele Benfatto?
“Sinceramente non lo so. Intanto arriviamo alla fine di quest’anno, poi si vedrà”.