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“Questa è una conferenza stampa che avrei volentieri fatto a meno di fare”: esordisce così un Walter Mattioli ancora molto scosso da quanto avvenuto nelle ultime ore, con il Catania che ha avuto ragione in merito al ricorso per la presenza in campo dello squalificato Mattia Finotto nella partita del “Massimino”, che la SPAL aveva vinto sul campo per 1-0, guadagnandosi il passaggio del turno.

I FATTI – “Ieri ero fuori Ferrara e verso mezzogiorno mi hanno chiamato dai nostri uffici per avvisarmi che il Catania aveva presentato un preavviso di reclamo. Sono rimasto un po’ stupito vista l’attenzione con cui controlliamo tutto quello che riguarda la nostra squadra. Abbiamo subito cercato di capire al nostro interno cosa fosse successo e ci siamo riservati la possibilità di proporre un contro-reclamo attraverso l’avvocato Grassani. Ma purtroppo non c’era nulla da fare. Finotto, quando giocava nel Monza nel 2013, era stato squalificato ad agosto nella Coppa Italia TIM contro l’Avellino. Nella stessa partita il Monza fu eliminato e passò nella Coppa Italia di Lega Pro. In quell’occasione il giocatore rimase fermo una giornata pensando di scontare così la squalifica e una volta arrivato a Ferrara ci mise al corrente di questa situazione che lui riteneva a posto. Il fatto è che le squalifiche di Coppa Italia TIM non vengono scontate con la Coppa Italia di Lega Pro, a meno che non cambi squadra. Rimanere fuori col Monza non gli ha fatto scontare la squalifica. Finotto l’anno scorso ha giocato tutte le partite della SPAL in Coppa di Lega Pro o comunque era in elenco. Nelle scorse settimane abbiamo effettuato una ricerca approfondita su tutti i nuovi acquisti, convinti che i vecchi componenti della rosa fossero a posto”.

IL DISPIACERE E LE SCUSE – “Da parte nostra c’è stato sicuramente l’errore di non controllare dei comunicati ufficiali che magari a noi non arrivano, ma comprando giocatori anche dalla Serie A e dalla B è una cosa che dobbiamo fare. Dispiace per la proprietà perché ci rimette sia sotto l’aspetto economico, con la mancata partita di Cesena, sia come danno d’immagine. Dispiace per i nostri tifosi che assaporavano la possibilità di giocare un grande derby e dispiace per i giocatori e il mister che ovviamente l’hanno presa male. Ci scusiamo con tutti. Oggi pomeriggio sarà mia cura parlare con loro per spiegare quello che è successo e cercare di tenerli carichi per quello che è il nostro impegno di quest’anno, cioè fare un campionato di vertice. Poi magari a Cesena avremmo anche perso, ma il modo in cui siamo usciti lascia una grande amarezza”.

LE REAZIONI DELLA PROPRIETÀ – “Simone Colombarini era molto arrabbiato, mentre Francesco sapete com’è, ed era più scocciato che arrabbiato per l’opportunità che avevamo di andare avanti. Poi, com’è nel suo stile, ha voluto un po’ darmi una pacca sulla spalla, ma oggi non ho bisogno di questo perché come presidente sono molto contrariato”.

NON PARLATE DI GIACOMENSE – Una piccola tirata d’orecchi da parte di Mattioli arriva anche per chi ha cercato di trovare un legame tra l’errore avvenuto ai tempi della Giacomense (in una partita contro la Nocerina venne schierato Errico sul quale ancora gravava una squalifica del campionato Berretti) e quanto accaduto ieri: “Mi dispiace si cerchino di accomunare le due cose, perché comunque sono errori che possono succedere, infatti ha sbagliato anche il grande Renato Schena alla SPAL qualche anno fa. I discorsi sulla campagna, su Masi San Giacomo non c’entrano nulla, visto che nel corso degli anni questa proprietà e questa dirigenza qualcosa lo hanno dimostrato”.

LA RIORGANIZZAZIONE – Il presidente non ha voluto ovviamente fare nomi o spiegare cosa accadrà ora all’interno della società, ma sicuramente le conseguenze di quanto accaduto non mancheranno: “È logico che a risponderne sono io in quanto il presidente di questa società, poi chi ha sbagliato, ammettendolo, probabilmente pagherà caramente per questo errore molto grave ai nostri livelli. Non prenderemo decisioni a caldo. L’intenzione è quella di far passare un paio di giorni, attendere il rientro di Francesco Colombarini a Ferrara e poi prendere i dovuti provvedimenti.”.

LE VOCI E I SOSPETTI – “Quello che ci fa pensare – ha continuato Mattioli – è come faccia una società allo sbando come il Catania, che ha una parte dei suoi dirigenti agli arresti domiciliari, mentre altri se ne sono andati, a essersi ricordata dopo due anni di questa cosa. Abbiamo avuto modo di sentire alcune persone importanti a livello nazionale e sarà nostra cura documentarci, perché probabilmente c’è stata un’imbeccata da parte di qualcuno che non vuole bene alla SPAL e che non vedeva l’ora per metterci in difficoltà. Io non ci credo al 100%, però ascolto tutti”.

I RAPPORTI COL CATANIA – Alla domanda su se il Catania si fosse fatto sentire con la SPAL dopo avere presentato reclamo, il presidente ha risposto riportando quanto successo al termine della partita di Coppa Italia di lunedì sera: “Noi siamo arrabbiati col Catania perché a gara terminata la dirigenza non ha voluto consegnarci il modello C1 delle presenze che è obbligatorio far visionare agli ospiti e controfirmare. La società etnea non ci ha dato la possibilità né di averlo né di firmarlo e abbiamo già presentato una denuncia in Lega, ma questo solo per far capire cosa abbiamo trovato là, a prescindere dal discorso Finotto. Noi non sapevamo ufficialmente quante persone ci fossero allo stadio e al momento il Catania non vuole darci la parte dell’incasso che ci spetta, come invece noi abbiamo fatto in occasione della partita col Rende”.

LE PAROLE DEL DIRETTORE – Le ultime parole della conferenza stampa le ha proferite il direttore sportivo Vagnati, che ha dato la sua impressione sui fatti e cercato di rivolgere il pensiero al futuro: “Purtroppo la gestione delle squalifiche tra Coppa Italia Tim e Coppa di Lega Pro è regolata da un cavillo regolamentare un po’ complicato, colpa nostra non averlo studiato approfonditamente. Finotto ovviamente non ha colpe. La responsabilità è soltanto nostra. Ora avremo un mese prima del campionato per cercare di risollevare il morale dei ragazzi, che sono reduci da una trasferta lunga e da una vittoria importante. Il mister, che è il primo a esser amareggiato, dovrà esser bravo a far capir loro che comunque bisogna guardare avanti. Non dobbiamo fare allarmismi come successo due anni fa dopo l’episodio di Renate: cerchiamo di voltare pagina subito, perché ci aspetta un campionato che potrebbe essere molto importante per la società, con la fiducia che ci è sempre stata dimostrata da parte di tutti”.