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Coach Marco Martinelli non è solo un allenatore molto preparato, ma anche una personalità estremamente interessante, che ha dedicato anima e corpo alla crescita della Niagara. A tre giornate dalla fine del campionato, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il tecnico granata, per stilare un bilancio di questa annata intensa e per capire cosa riserverà il futuro.

Dopo sette anni di stop dovuti all’attività lavorativa, Martinelli ha scelto di tornare in campo dopo alcune attente considerazioni: “Quando l’anno scorso Alessandra (Principi, general manager della Niagara, ndr) è tornata nell’ambiente, io sono venuto a vedere qualche partita, ma non avevo nessuna intenzione di tornare ad allenare. A fine maggio scorso la dirigenza ha sondato la mia disponibilità, parlandomi di un progetto diverso rispetto al passato: tra le altre cose volevano qualcuno che fosse fuori dal solito giro dei tecnici. Ci ho pensato molto ed ho accettato per due motivi: non c’era il problema retrocessione, cosa che rendeva la avventura meno impegnativa a livello mentale e c’era l’intenzione di fare una squadra giovane. Non doversi confrontare con molte persone di una certa eta è bello, perché per assurdo i ragazzi di esperienza vanno motivati molto più dei giovani”. 

Una volta firmato il contratto, Martinelli si è subito reso conto di avere tra le mani la gallina dalle uova d’oro: un buon gruppo di ragazzi con tanta voglia di lavorare, giovani che stanno bene insieme e che hanno ottime prospettive di crescita. Con questi presupposti, le sorprese non potevano che essere molte: “Qualche giocatore l’avevo già visto perché era già qua, come Bernard e Govoni. Ero abbastanza all’oscuro del valore dei giovani, che però mi hanno subito fatto una buona impressione: Baldazzi è un ragazzo di grande talento a livello fisico e tecnico, con larghi margini di miglioramento. E’ molto timido, deve cominciare a trasferire in campo un po’ di agonismo in più e sono sicuro che sarà molto solido come giocatore. Mi ha ben impressionato Ballestrazzi, che malgrado i tre mesi fuori per infortunio, ha sempre messo molta energia nel suo modo di giocare, rimanendo sempre molto attento e disponibile. Lo stesso dicasi per Fontana, Di Renzo e Bortolato, ottime sorprese perché hanno dato molto equilibrio al gruppo sia in termini tecnici che di personalità, con la loro compostezza hanno fatto da collante al gruppo. A livello di rendimento mi ha sorpreso molto Drago: sapevo che era un giocatore dalle performance importanti, ma capitano sempre le ‘partite no’ nell’arco del campionato. Quest’anno è capitato solo con Modena, partita in cui era febbricitante, ma per il resto è stato una presenza continua nelle nostre partite. Non c’è un giocatore su tutti, ci sono molti giocatori sopra le aspettative”.

Sopra le aspettative, di conseguenza, è stato anche il campionato. L’unico rimpianto di Martinelli è stato il non aver avuto a disposizione tutti i suoi ragazzi nella parte centrale del campionato, a causa dei numerosi infortuni. Il periodo tra dicembre e gennaio è stato uno dei migliori della Niagara quanto a rendimento, nonostante il continuo ricorso a rimedi eccezionali dovuti alle assenze obbligate: “Siamo stati in emergenza più volte, forse sovraccaricando altre persone. Il non essere mai in dodici per allenarsi ci ha pesato molto ed ha condizionato un po’ la nostra crescita in quel momento”. Ora, usciti dal periodo nero ed entrati nel pieno della corsa playoff, ai granata non resta che continuare a correre. “Mancano tre partite, che affronteremo sicuramente con la voglia di fare bene. A Spoleto giocheremo contro una corazzata, per fare un paragone in termini di valori in campo, è come se la SPAL andasse a giocare contro la Juventus. Spoleto ha giocatori molto bravi, che ormai sono ad una virgola dalla promozione: vorranno festeggiare la vittoria in casa, che per noi sarà elemento di disturbo non da poco. La pressione in partite di questo tipo può darti energia per fare meglio, o ti può mettere in difficoltà. Li affronteremo giocando all’arma bianca, dando tutto quel che abbiamo comunque vadano le cose, perché abbiamo disputato un campionato molto bello, costruendoci un obiettivo inesistente che possiamo ancora raggiungere”.

Prima di lasciarci, proviamo a strappare una anticipazione a Marco Martinelli sul suo futuro da allenatore. Ferrara lo ha adorato fin da subito, la squadra ha dimostrato giocando la sua bravura e la sua preparazione. Ma del doman non c’è certezza: “Non mi sono assolutamente posto il problema. Sono contento dell’annata, mi sono trovato bene con i ragazzi, con Ruggero e con la general manager. Dal punto di vista dei rapporti personali e del rapporto con i tifosi non avrei potuto chiedere di più. Dispiace un po’ per gli infortuni, ma non esistono annate dove non ci sono problemi. Il mio bilancio è molto positivo”.