Da sei giorni in qua mi frulla per la testa una parola: “meraviglioso!”; e con essa, per associazione, l’aria di quella bellissima canzone di Domenico Modugno i cui versi sono uno stupendo inno alla vita, ovvero a quelle poche cose universali che la rendono appagante. “Il mare, il sole, l’amore di una donna, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino” sono beni per cui vale la pena vivere. Essi non hanno nulla di utilitaristico, non recano nessun vantaggio economico, ma sono quelli che ci fanno superare anche i momenti più critici. Basta solo accorgersi che esistono e viverli con l’intensità emotiva che meritano. Ma non è facile, perché la frenetica routine quotidiana li sacrifica a dei beni effimeri che non leniscono le nostre pene esistenziali. Può accadere tuttavia che, in certe situazioni di ebbrezza collettiva, quelle piccole grandi cose non in vendita tocchino finalmente il nostro cuore distratto.
Come è accaduto sabato scorso, alle cinque della sera, allo stadio Paolo Mazza di Ferrara. E’ stato lì che quella parola ha cominciato a rimbalzarmi nella mente e, dopo una settimana, ancora non intende smettere. “Meraviglioso!”, mi è uscito in un sussurro al primo colpo d’occhio offertomi emergendo in tribuna. Di fronte a me, che spettacolo la gradinata! Quasi gremita, come un tempo! E mentre sento il disagio di non essere tra quella gente, un nodo alla gola mi assale e le mie pupille trattengono a stento un tenace luccichio. Cingo le spalle di mia moglie come a volerle comunicare l’emozione che provo. Oggi non è tempo di ingenui pudori! Oggi al Mazza si ama. E’ un catino pieno d’amore quello che ci affratella nell’abbraccio del trionfo biancazzurro: amore per la città e il suo nobile passato; per la cultura che ha espresso nei secoli e che ancora vive nelle sue bellezze artistiche; per la sua gente cordiale e per la SPAL, che torna a calcare i piani alti del calcio che conta. Oggi al Mazza non si compra o vende nulla, ma i beni inestimabili che esso ci regala sono l’essenza della vita. Meraviglioso!
E’ trascorsa ormai una settimana da quella festa e oggi la rivivo nella mia intimità domestica, con negli orecchi ancora quei cori e negli occhi lo sventolio delle mille bandiere biancazzurre che gremivano gli spalti di un Mazza superbo. E le maglie a strisce biancazzurre a vestire grandi e piccini, come a colmare anche le differenze generazionali! La stessa gioia era in tutti, senza differenza d’età, di genere o condizione. Si respirava senso di appartenenza, voglia di condividere sentimenti ed emozioni. Meraviglioso! E meraviglioso è, amici lettori, essere di nuovo in serie B, e meravigliosi sono stati i nostri campioni e la società che li ha accolti e aiutati a dimostrare il loro valore. Meravigliosa è la vita, che ci offre splendide occasioni per accorgerci delle cose senza prezzo che ci rendono felici. Ed ecco che di nuovo torna il motivetto che da giorni vado canticchiando nel segreto della mia intimità:
“Meraviglioso, ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia
meraviglioso
meraviglioso
persino il tuo dolore poi sarà meraviglioso…”.