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“Quella di domani col Benevento sarà la mia ultima partita da professionista”. Comincia così, con questo annuncio lapidario, ma nell’aria da tempo, la conferenza stampa tenuta sabato da Marcello Cottafava. Dopo oltre 500 partite tra serie A e C1, Prima divisione o Lega Ppro – chiamatela come volete, tanto lui le ha fatte tutte – terminerà al Mazza la carriera del difensore biancazzurro, proprio nell’anno della sua quinta promozione da giocatore: “Se mi guardo indietro posso solamente essere contento di quello che ho fatto, ma sarebbe sbagliato stringere il campo ai soli salti di categoria. Ho ottenuto anche tante salvezze sudate, che sono ugualmente importanti e che ritengo possano essere traguardi di cui  andare orgoglioso. Certo che fa piacere chiudere in bellezza in un ambiente come quello ferrarese che mi ha accolto subito bene, nonostante io sia arrivato in un periodo un po’ complicato per la squadra (gennaio 2015; ndr)”.

E’ un sabato diverso, è una vigilia particolare in casa SPAL, che nel primo match di Supercoppa saluterà uno dei suoi leader: “E’ la mia partita di addio, ma non perché non abbia più voglia di giocare, anzi. Però si arriva ad un certo punto in cui bisogna prendere in considerazione la situazione nel suo complesso. E’ stato un processo graduale e fino alla gara della promozione in casa con l’Arezzo non pensavo ad altro se non al campo. Comunque c’erano già stati in precedenza dei colloqui con il direttore Vagnati. Anche con la mia famiglia abbiamo iniziato a valutare questa possibilità ed eccoci qua”. Contro il Benevento, quindi, sarà il suo momento: “Ci sarà sicuramente tanta emozione, ma è con i miei cari e la società che vivrò i momenti più intimi. Ho dato tutto per questa maglia e scegliere di appendere le scarpe al chiodo mi costa, ma non è nella mia natura restare solamente per essere un uomo spogliatoio, anche se in Serie B. Se ci sono, è perché mi sento in grado di poter giocare, quindi credo sia il momento giusto per prendere questa decisione ed affrontare altre strade, anche se ovviamente la voglia di continuare sarebbe tanta, e devo dire che qualcuno al di fuori della SPAL ha provato a non farmi smettere, ma ho riscontrato sostegno da parte di molti nel momento in cui ho scelto di smettere. Chi sentirà più il contraccolpo è mia moglie (ride; ndr), ma è felice come me di fermarsi a Ferrara”.

Infatti per lui è già pronto un ruolo nell’organigramma del settore giovanile, magari su una panchina: “Mi vedo più in campo che dietro ad una scrivania o in giacca e cravatta, questo è sicuro”, afferma scherzando. Mentre chi non scherza affatto è Davide Vagnati: “Sarà difficile rimpiazzarlo per carisma e qualità, ma intanto posso dire che resterà con noi, questo è sicuro, perché di professionisti seri ed esemplari come lui se ne trovano pochi. Se in carriera ha raggiunto livelli così alti lo deve solamente al suo impegno e alla sua costanza, ed è per questo che vogliamo che rimanga alla SPAL, per dare il buon esempio alle nuove leve. Con chi lavorerà? Lo decideremo in base a quello che lui stesso si sentirà di trasmettere”.

E di esperienza ne ha da vendere, anche nelle serie maggiori: “Se devo scegliere un ricordo legato al mio passato scelgo l’esordio in A con la maglia del Treviso nel 2005 contro il Livorno. In quella stagione ho avuto a che fare con gente come Kakà, Shevchenko, Gilardino, Ibrahimovic e Trezeguet, scegliere il più difficile da marcare è impossibile. Ma nomino anche Pellissier, perché non è necessario essere in una big per essere degli ottimi giocatori. In maglia SPAL, invece, impossibile dimenticare la cavalcata di quest’anno. Quando sono arrivato sapevo che il progetto della società era ambizioso e in un anno e mezzo abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”. Anche grazie a qualche suo compagno più giovane per il quale lo stesso Cottafava esprime parole d’elogio: “Ceccaroni è un ottimo giocatore, ha caratteristiche leggermente diverse dalle mie ma ha disputato un ottimo campionato. Ma è l’intero settore giovanile spallino ad avere prospetti interessanti in difesa che potrebbero togliersi parecchie soddisfazioni in futuro”. Magari come quelle che si è tolto lui, che da oggi rientra nella ristretta lista dei giocatori da rimpiangere.