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Mentre la SPAL lavora sulla composizione dell’attacco per la prossima stagione, il dibattito tra tifosi sulla situazione di Marco Cellini continua. Il bomber dell’ultima stagione (21 gol tra campionato e coppa) ha il contratto in scadenza a giugno 2017 e la società ha già fatto intendere di non avere intenzione di offrirgli un prolungamento. La palla quindi è passata nel campo del giocatore: rimanere a Ferrara fino alla scadenza per giocare di nuovo in B come attaccante di scorta, oppure cercare una sistemazione con accordo pluriennale da qualche altra parte, magari in Lega Pro? Nell’impossibilità di estorcere anche solo una parola al diretto interessato, abbiamo pensato di girare la domanda a tre giocatori che in altrettante epoche della storia della SPAL hanno dimostrato di saperla buttare dentro con la stessa facilità di Cellini: Amerigo Paradiso, Mino Bizzarri ed Emanuele Cancellato.

AMERIGO PARADISO (89 presenze e 25 gol tra il 1985 e il 1988)
“Uno che fa venti gol in una stagione a Ferrara non può che fare bene anche l’anno successivo, a prescindere dalla categoria, perché viaggia sulle ali dell’entusiasmo. E’ chiaro che la serie B è un campionato più lungo e difficile e lui avrà un anno in più, ma se fossi nei suoi panni rimarrei a giocarmi le mie carte. I tifosi sarebbero contentissimi e nella peggiore delle ipotesi se ne potrebbe andare a gennaio. In serie B i nomi contano, ma da soli non bastano a fare gol. Cellini ha il vantaggio di conoscere bene la squadra e l’ambiente, ed ha il sostegno della piazza: non mi sembra un vantaggio da poco. Resta da capire che tipo di ruolo si ritaglierebbe e quali sono i suoi piani per il futuro. Può anche starci che voglia ascoltare offerte dalla Lega Pro, ma anche lì dipende sempre da chi bussa alla porta. Onestamente non mi sembra ci siano poi così tante squadre in grado di investire cifre importanti e mantenere le promesse. C’è poi un altro aspetto da considerare: ricominciare da capo è sempre dura, soprattutto se si arriva in una piazza nuova con la fama del gran goleador. In situazioni del genere si è spesso sotto pressione e se qualcosa va male iniziano i malumori. A Ferrara invece dubito che i tifosi gli rimproverebbero di segnare di meno. Per cui se fossi in Cellini sceglierei di rimanere alla SPAL. Io al tempo scelsi di andare via per seguire le mie ambizioni personali e solo in seguito mi accorsi di aver fatto una sciocchezza”.

GIROLAMO “MINO” BIZZARRI (64 presenze e 42 gol tra il 1993 e il 1995)
“Sono convinto che una buona parte del gruppo che ha conquistato la storica promozione in Serie B debba rimanere. Cellini poi è stato determinante per realizzare questo sogno. La conferma per l’anno prossimo se l’è meritata sul campo a suon di gol, però spetta alla società decidere il da farsi. E’ inutile girarci troppo attorno: è un discorso principalmente economico. Bisogna vedere se le parti trovano in qualche modo un accordo. Hanno ragione entrambe: Cellini merita la conferma perché è un gran professionista, ma è anche vero che non si può prolungare un contratto, sicuramente pesante, ad un giocatore di trentacinque anni senza ponderare bene la situazione. Sono abbastanza convinto che alla fine prevarrà il buon senso e tutto si risolverà per il meglio, almeno io me lo auguro. Marco è un ragazzo intelligente, alla fine non penso che abbia chiesto la luna. In B può dire la sua, senza alcun dubbio. Ma più che altro credo che sia una figura fondamentale per il gruppo, un vero e proprio uomo spogliatoio. Un calciatore d’esperienza che si è dimostrato sempre affidabile e soprattutto un professionista impeccabile merita di poter giocare un’altra volta in serie B, di mettersi alla prova insomma. Una volta risolto il problema economico, onestamente non ne vedo altri, lo si mette in rosa: poi spetta all’allenatore decidere se farlo giocare o meno. Se mi dovessi mettere nei suoi panni io farei un altro anno di B, perché raggiunta una certa età si fa sempre in tempo a scendere”.

EMANUELE CANCELLATO (122 presenze e 59 gol tra il 1997 e il 2002)
“Fossi nella dirigenza farei il possibile per tenere Cellini alla SPAL, andando incontro alle sue richieste. Non credo si possano avere tanti dubbi su un giocatore che negli ultimi due anni ha fatto più di trenta gol. Capisco che quelle cifre non le ha raggiunte in un campionato come la serie B, ma un profilo del genere fa sempre comodo in uno spogliatoio. Gran professionista e grandissimo realizzatore. Può essere la figura di riferimento per i giovani, la classica ‘chioccia’. Bisogna però vedere quali sono gli obiettivi della società e i loro piani per il mercato. Mi è parso di capire in queste settimane che cerchino più che altro giovani. Dall’altro lato ci sta che Cellini guardi al suo futuro e pensi alla scadenza del contratto. Fa parte della professione cercare di ottenere il massimo possibile. Ma non credo che Marco faccia questo discorso solamente per soldi. Di sicuro lui sta bene a Ferrara, come qualsiasi altro calciatore del resto: la maglia biancazzurra, il Mazza e una tifoseria splendida ti lasciano qualcosa dentro, è difficile poi andare via a cuor leggero. Cellini anche quest’anno ha dimostrato il suo valore e se chiede qualcosa è perché sente di meritarlo. L’età è sicuramente un fattore, ma se sta bene fisicamente può fare molto comodo anche in B. Magari non può fare 42 partite da titolare, ma subentrando dalla panchina è in grado, secondo me, di spostare gli equilibri di una partita in corso. Io, per l’amore che nutro per città, maglia e tifosi, sarei rimasto a Ferrara a occhi chiusi anche senza il rinnovo di contratto. Pronto a giocarmi le mie possibilità. Poi nel caso le cose non fossero andate nel verso giusto, avrei pensato di cambiare aria a gennaio. Se rimane e fa bene anche in cadetteria il contratto penso venga da sé”.

a cura di Francesco Mattioli e Alessandro Orlandin