Una presenza e un gol. Se fosse sempre così Michele Cremonesi probabilmente non avrebbe fatto di mestiere il difensore, ma il fatto che la prima apparizione in maglia SPAL – in amichevole contro la Triestina – sia coincisa con un gol fa senz’altro ben sperare per il futuro.
Michele, che sei contento lo presumiamo e quindi andiamo immediatamente oltre. Ci racconti quando è nata la trattativa con la SPAL e cosa ti ha detto Davide Vagnati per convincerti?
“I primi contatti risalgono a una decina di giorni fa, anche se qualcosa c’era già stato in precedenza. Direi che Vagnati non ha dovuto dirmi granché, perché è bastato nominare la SPAL per convincermi. E’ il genere di piazza in cui mi sarebbe sempre piaciuto giocare e ho avuto ottime referenze da Matteo Paro, mio compagno di squadra a Crotone, che è stato a Ferrara per un anno. Per cui appena c’è stata l’opportunità ho spinto anch’io perché andasse tutto in porto. Ora che sono qui sono molto soddisfatto e spero di dare il mio contributo alla causa della SPAL”.
Si era parlato di te anche due anni fa. Ci fu effettivamente una trattativa o si trattò di un semplice interessamento?
“Sì, fui contattato perché mister Brevi mi aveva avuto a Cremona e mi stimava. Però in quel momento volevo rimanere in serie B e il Crotone non aveva alcuna intenzione di cedermi, per cui non se ne è fatto nulla”.
Oggi hai debuttato come centrale di centro-destra nella linea a tre: è quella la tua posizione naturale oppure puoi essere impiegato anche come perno centrale?
“Nella scorsa stagione ho sempre giocato da centrale in mezzo nella difesa a tre del Crotone, ma qualche volta sono stato spostato a destra. Posso comunque adattarmi in tutte e tre le posizioni”.
Ma senti di avere le qualità per prendere le redini dell’intero reparto?
“Penso di sì, perché è sempre stata la mia prerogativa giocare un po’ più staccato e leggere le situazioni. Ma come ho già detto, fa poca differenza perché mi adatto abbastanza facilmente”.
La SPAL punta ufficialmente alla salvezza, ma non è raro sentir dire che si può fare un pensierino al centro-classifica. Tu che idea ti sei fatto, pur essendo aggregato da poco?
“E’ presto per fare previsioni, la serie B è complicata e penso che quest’anno il livello sarà molto alto. Dobbiamo prepararci bene e pensare a lavorare, poi ovvio che l’obiettivo è quello di salvarsi il prima possibile. E’ un campionato talmente lungo da far sì che non ci sia nulla di scontato”.
Di sicuro il Crotone è la dimostrazione di quanto hai appena detto. L’anno scorso siete partiti praticamente a fari spenti, con l’obiettivo della salvezza, e siete finiti col dominare il campionato. Quali sono stati gli ingredienti di questa impresa?
“Effettivamente è stata una stagione veramente particolare perché a un certo punto ci siamo ritrovati a correre per degli obiettivi che non erano i nostri. Un segreto non c’è, ha pesato il valore del gruppo a livello umano e tecnico, oltre alla capacità di Juric di trovare la giusta quadratura e la giusta mentalità. E’ venuto a crearsi un sistema in cui tutto funzionava alla perfezione. Poi una volta che i risultati hanno iniziato ad arrivare, vincere è quasi diventato più facile grazie all’entusiasmo”.
Appena sei arrivato alcuni tifosi ti hanno soprannominato D’Artagnan per via del tuo look. E’ un soprannome che ti piace?
“(Ride di gusto) Non posso dire che mi piaccia, ma capisco che il look abbia indotto qualcuno a chiamarmi così. Poi magari lo cambierò e vedremo se verrà fuori un nomignolo diverso. Però adesso cerco di essere Michele Cremonesi e basta”.