Andato in archivio luglio e le relative vacanze, in casa Bondi è tempo di presentazioni. Il primo a passare davanti a microfoni della stampa è stato Riccardo Cortese, uno degli acquisti più importanti messi a segno da Tony Trullo in questo mercato. Il vice presidente Cocchi ha rotto gli indugi presentando l’ala ex Verona senza badare troppo a nascondere l’entusiasmo: “Siamo davvero molto contenti che Riccardo sia qui con noi. E’ stata una delle prime scelte del nostro coach-ds. Cortese è stato uno dei giocatori italiani che mi ha più impressionato l’anno scorso, anche perché quando abbiamo giocato contro la Tezenis ci ha sempre bastonati”.
Poi è toccato al protagonista prendere la parola: “Intanto ringrazio il vice presidente per le belle parole spese, fa sempre piacere ricevere dei complimenti. Volete sapere come è andata? Tony (Trullo; ndr) appena ha firmato con la Bondi ha iniziato a contattarmi, il telefono era rovente, abbiamo passato giornate intere a parlare del progetto che aveva in mente. Ho sentito subito il feeling giusto e non ci ho messo molto a decidere. Sono davvero contento di essere venuto a Ferrara perché il coach ha fatto scelte ponderate per il suo tipo di gioco, riuscendo a costruire un roster di livello. Aspettiamo solamente la guardia titolare che sarà un tassello fondamentale per l’economia della squadra. Secondo me possiamo giocarcela con chiunque anche se il girone Est è molto equilibrato, ci sarà da divertirsi. Ci sono tutti i presupposti per far vedere al pubblico il marchio di fabbrica di Trullo: basket spettacolare fatto di difesa e contropiede. I tifosi sono certo che non si annoieranno. Sono carico a mille perché per me sarà un po’ come tornare indietro di qualche anno, a Verona lo scorso anno giocavamo in maniera statica e attaccavamo sempre a metà campo con la difesa schierata e ho dovuto adeguarmi a quel tipo di filosofia di gioco snaturando le mie caratteristiche. Cosa che mi è capitata anche in serie A, dove ho dovuto ritagliarmi un ruolo da specialista tiratore perché lì, se non si è l’Alessandro gentile della situazione, la palla in mano ce l’hanno sempre gli americani che riescono a sfruttare appieno la loro fisicità. Adesso devo rispolverare il Cortese che si è visto in gioventù, quello che attaccava con insistenza il canestro e che non faceva del tiro da 3 punti la sua unica arma”.
Ora manca effettivamente solo la guardia a stelle e strisce poi la Bondi sarà al completo. Il direttore generale Veronesi interpellato sugli sviluppi del mercato ha risposto in maniera franca: ”Stiamo lavorando molto, ma c’è da pazientare ancora. Non possiamo sbagliare la scelta in ruolo così importante per l’equilibrio della squadra. La nostra prerogativa è sempre quella di rispettare il budget. Anche se il profilo che stiamo cercando dovesse arrivare una quindicina di giorni dopo che è iniziata la preparazione non c’è problema”. Poi ha confermato quanto detto dal presidente Fabio Bulgarelli la settima scorsa riguardo gli abbonamenti in Curva Nord: “Non rientrerà più nel settore gradinata, ma sarà un settore a parte dedicato a tutti coloro che sentono la canottiera della Pallacanestro Ferrara come una seconda pelle. Lo dico già adesso, gli abbonamenti per la Curva Nord li venderemo a prezzi stracciati: 60 euro. Per la campagna abbonamenti vera e propria, però, vogliamo aspettare almeno Bowers, che sbarcherà in Italia intorno al 22/23 agosto, per presentarla in grande stile”.
In chiusura Cocchi ha fatto il punto sulla situazione societaria: “A malincuore vi devo comunicare che non ci saranno nuovi ingressi in società. Sarà quindi solo il gruppo Bulgarelli a portare avanti ancora per un anno il progetto Pallacanestro Ferrara. Siamo rammaricati per questo ma c’è poco da fare: la gente si interessa per entrare a far parte del basket però poi quando capiscono di cosa si tratta effettivamente fanno sempre un passo indietro. Stiamo cercando un accordo anche con l’amministrazione comunale per ammodernare il palasport, perché ospitare una A2 di questa caratura in una struttura palesemente bisognosa di un restyling non è un granché”.