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La pesante sconfitta di Cagliari ha inevitabilmente acceso di nuovo il dibattito sull’effettiva consistenza della SPAL in vista del campionato di serie B. Già sul 3-0, a partita ancora in corso, c’era chi prefigurava scenari apocalittici e invocava massicci ritocchi alla rosa. Il 15 di agosto e con dieci mesi di stagione ancora tutta da affrontare, in una categoria che Ferrara non vede da quasi una quarto di secolo. Ecco perché, il giorno dopo ed a mente fredda, potrebbe essere una buona idea fissare cinque concetti cardine.

1. La SPAL non giocherà 42 partite contro il Cagliari, una squadra che oggi è in serie A e non più tardi di tre mesi fa vinceva la B con 83 punti. Nel corso del prossimo campionato la SPAL troverà sulla sua strada quattro o cinque squadre nettamente superiori (con cui potrà anche perdere sonoramente), per il resto potrà giocarsela, imparando anche da questa esperienza sicuramente spiacevole.

2. Dopo 23 anni di sottoscala calcistico l’obiettivo stagionale della SPAL è quello di salvarsi mettendosi alle spalle CINQUE SQUADRE, non vincere il campionato o conquistare i playoff. Vincere ogni partita sarà l’obiettivo, ma non sarà più la regola come in Lega Pro. Al di là dell’entusiasmo derivante dalla promozione dello scorso aprile, il pensiero fisso deve essere solo uno: cinquanta punti da fare il prima possibile e conseguente sopravvivenza in categoria.

3. E’ il 16 di agosto. C’è ancora tempo sia per lavorare sugli automatismi, sia per inserire ulteriori pedine. Un difensore con esperienza in B c’è già (Vicari), un centrocampista in grado di dare più qualità è in arrivo (Schiattarella). Il salto di categoria si paga quasi sempre, soprattutto in avvio e con tanti giocatori sprovvisti di esperienza in serie B. E’ presto per trarre una qualunque conclusione.

4. Massacrare di commenti negativi degli Under20 per una partita sbagliata o una prestazione sotto le aspettative significa ignorare quella che per tante squadre neo-promosse in serie B è una necessità: valorizzare giovani prospetti per accreditarsi a piani più alti ed evitare voli pindarici in termini di bilancio. Prendere quattro trentenni a titolo definitivo anziché altrettanti giovani può comportare dei vantaggi sul campo, ma causare problemi di budget soprattutto se le cose non dovessero andare come previsto. Ragazzi come Meret, Bonifazi, Ghiglione e Pontisso sono a Ferrara per crescere: faranno errori, ma dovranno essere considerati parte integrante del loro percorso di maturazione.

5. Deprimersi fino allo sfinimento per una sconfitta, per quanto pesante, significa ignorare un fatto abbastanza scontato: una squadra che si salva in B finisce col perdere tra le quindici e le venti partite. Il Pescara, promosso in serie A dopo i playoff, ne ha perse dodici. Tanto la SPAL (che ha perso 5 partite nel 2015-2016) quanto l’ambiente si dovranno abituare ai momenti critici e soprattutto alla loro gestione. La musica in serie B, in questo primo anno di noviziato, cambierà inevitabilmente.