Dopo SPAL-Hellas Verona uno dei temi di discussione più frequenti tra tifosi e addetti ai lavori è stato l’operato di Alex Meret, il portiere classe 1997 dei biancazzurri. Da chi gli imputa responsabilità su tutti e tre i gol a chi lo assolve con formula piena, lo spettro delle opinioni è come sempre molto ampio.
Per avere un’opinione qualificata abbiamo chiesto un parere tecnico a due portieri della storia recente della SPAL: Luca Capecchi (98 presenze tra il 2008 e il 2012) e Riccardo Cervellati (117 presenze tra il 1981 e il 1988 e il 1997 e il 1999).
Capecchi: “Premetto che secondo me bisogna valutare il quadro d’insieme e considerare come ha lavorato l’intera squadra e in particolare la difesa. L’1-0 nasce da un problema più ampio e non è la prima volta che la SPAL viene presa in mezzo con quella facilità. Era successo anche sabato scorso contro l’Entella. In serie B purtroppo è così, il gioco si sviluppa in maniera molto veloce e bisogna sempre essere attenti e avere le adeguate coperture dietro. L’errore del singolo può capitare e ci sta, ma al tempo spesso deve esserci anche qualcuno pronto a porre rimedio a quell’errore. Detto questo, se vogliamo valutare Meret su questa situazione, tutto deriva da una tendenza più ampia che non riguarda Meret come singolo, ma la formazione dei portieri italiani che generalmente tendono a stendersi ed a spingere poco. Per come interpreto io il ruolo, vedo difficile andare a prendere quel tipo di palla se non si spinge. E’ pur sempre un tiro forte, angolato e da vicino, quindi non facile da andare a prendere. Però è il tipo di impostazione generale che determina le possibilità di intervenire. Se la palla parte bene e il tempo a disposizione è poco, e il portiere prima di spingere ha già un ginocchio a terra, difficilmente la si può andare a prendere lì dove l’ha messa Valoti”.
Cervellati: “Personalmente non vedo responsabilità particolari, mi pare ci sia nulla da fare. Tiro non irresistibile, ma molto angolato”.
Capecchi: “La scelta sbagliata sta nel giocare la palla in quel modo. Ma è anche vero che la SPAL con Semplici inizia spesso così l’azione, per cui l’idea di giocarla corta sui difensori deriva anche dall’impostazione data dall’allenatore. Probabilmente un giocatore un po’ più esperto non l’avrebbe data al difensore, o almeno, io mi sarei comportato diversamente. Poi è vero che più si sale di categoria, più la lettura delle situazioni diventa difficile e ti trovi contro avversari scaltri pronti a castigarti subito”.
Cervellati: “Mi pare abbia peccato un po’ di fretta: doveva attendere un attimo prima di passare la palla ad un compagno, perché tutto il Verona era ancora in pressione. L’unica cosa che può fare un giocatore che riceve la palla dentro l’area è scaricarla al primo che vede e da lì è nato tutto. Valoti è stato furbo ad aspettare che la palla arrivasse a Pontisso per poi attaccarlo. In altre parole sono stati sbagliati i tempi: poteva essere giusta l’idea di far ripartire velocemente l’azione, ma non in quel modo. Diciamo che si è trattato del classico errore di inesperienza”.
Capecchi: “A prima vista ho pensato ci fosse stata una deviazione e Meret mi era sembrato un po’ troppo avanti. Invece ad un’analisi più approfondita il posizionamento mi pare corretto. Ho come la sensazione che la palla gli sia saltata fuori all’improvviso, ma se non è così è stato preso un po’ sul tempo. Nonostante il gran numero di giocatori sulla sua visuale, doveva comunque provare a intervenire. Non credo fosse sorpreso dal tentativo di Valoti da lì, perché la posizione del corpo suggerisce il contrario. Si aspettava un tiro”.
Cervellati: “Il tiro di Valoti è abbastanza forte e in molti aspetti il gol è simile a quello realizzato da Badelj in Fiorentina-Roma lo scorso fine settimana. L’unica cosa è che un accenno di tuffo avrebbe dovuto farlo, perché non si può rimanere piantati in quella maniera. Mi è sembrato un po’ troppo arretrato, sulla linea di porta. Avrebbe dovuto stare leggermente più fuori. Quello che più salta all’occhio è la sensazione di passività assoluta. Non credo l’abbia battezzata fuori, semplicemente mi viene da pensare che abbia reagito un po’ in ritardo”.
VALUTAZIONE GENERALE
Capecchi: “Dico la verità: la scelta non mi aveva convinto del tutto fin da quest’estate. Prendere un giocatore così giovane che di fatto non ha mai giocato nei professionisti per un campionato di B, di fatto è un rischio. Poi ti può andare bene perché le referenze positive non gli mancano, gioca in Under21 e magari da qui in avanti farà dei miracoli, però inevitabilmente paga un po’ di inesperienza. Più in generale però penso il problema attuale della SPAL non riguardi Meret: lui cosa può fare se non provare a mettere delle pezze come ha fatto su quel colpo di testa di Pazzini? Più che altro serviranno dei correttivi da parte del mister e sono convinto che arriveranno, perché Semplici è intelligente. Vedrete che prenderà le misure sugli accorgimenti da apportare. Per fare un esempio che si ricollega alla partita col Verona: magari in futuro invece di giocarla sempre sui piedi dei difensori lo faranno una volta e in altre due verrà fatto un gioco diverso”.
Cervellati: “Le qualità tecniche mi pare le abbia. Penso che i due aspetti principali in cui Meret dovrà crescere siano la personalità, perché è un ragazzo un po’ timido, e la struttura fisica perché è alto ma ha poca sostanza. Per il resto non dobbiamo certo buttargli la croce addosso per la sconfitta contro il Verona: tra le due squadre c’è stato un abisso e lui come singolo poteva fare ben poco”.