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La situazione critica del Pisa sembra ancora lontana dall’essere sanata. Mentre non è ancora chiaro chi sia in corsa per rilevare la società, arriva la scure della giustizia sportiva a complicare ulteriormente le cose. E’ infatti stato reso noto martedì pomeriggio il deferimento del club nerazzurro al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare per “per la violazione dell’art. 10, comma 3, del C.G.S. in relazione al titolo I), paragrafo I), lettera D), punto 11) del C.U. 367/A del 26 aprile 2016 ai fini del rilascio della Licenza Nazionale per l’ammissione al campionato professionistico di Serie B 2016/2017: a titolo di responsabilità propria, per non aver depositato, entro il 30 giugno 2016, la garanzia a prima richiesta dell’importo di euro 800.000,00 e comunque per non aver documentato alla Lega Nazionale Professionisti Serie B, entro lo stesso termine, l’avvenuto deposito della garanzia a prima richiesta dell’importo di euro 800.000,00 sopra indicata“. Oltre al deferimento della società per responsabilità diretta è arrivato anche quello per il presidente Fabio Petroni, per il suo vice Giancarlo Freggia e per Vincenzo Taverniti, consigliere delegato e legale rappresentante pro-tempore.

Il deferimento equivale ad un rinvio a giudizio, per cui spetterà al Tribunale Federale Nazionale stabilire se le violazioni riscontrate dalla Co.Vi.So.C. siano effettivamente tali. Di certo c’è che in caso di colpevolezza il Codice di Giustizia sportiva stabilisce che in casi di del genere le pene possano oscillare tra una semplice ammenda alla decurtazione di diversi punti in classifica: “La società che non adempie agli obblighi di comunicazione e di deposito nei termini fissati dalle disposizioni federali in materia di controllo delle società professionistiche o di ammissione ai campionati professionistici o di rilascio di licenze FIGC è punita, per ogni inadempimento, con le sanzioni previste dalle medesime disposizioni federali, ovvero, in mancanza, con quelle dell’ammenda o della penalizzazione di uno o più punti in classifica“.

Tutto questo mentre un punto di penalizzazione potrebbe materializzarsi all’orizzonte in tempi brevi per il presunto mancato pagamento dei contributi previdenziali e delle ritenute sugli stipendi dei tesserati per i mesi di luglio e agosto. Stando alle indiscrezioni più recenti – manca ancora la conferma ufficiale – la corsa contro il tempo infatti avrebbe prodotto il pagamento degli ingaggi di giocatori e staff, ma non il relativo versamento delle imposte a essi correlati. La messa in mora, per almeno altri due mesi, è quindi senz’altro scongiurata anche se i non-tesserati (dipendenti, collaboratori) rimangono per il momento a bocca asciutta come accade ormai da mesi.