Alla Bondi non basta l’aria di casa del Pala HiltonPharma di Ferrara per mettere fine alla striscia di sconfitte consecutive. La truppa di Trullo incappa nella quinta di fila contro l’Assigeco Piacenza dell’ex Kenny Hasbrouck. Trovare un colpevole non è facile né giusto, anche perché chi è sceso sul parquet questa sera ha dato il proprio contributo, chi più chi meno, ovviamente.
Soloperto – 6: non gioca tanto, appena 16′, ma lo fa con cuore e grinta, da capitano vero. Segna 4 punti nel momento più delicato del quarto quarto e tira giù sei rimbalzi. Non essendo il go-to-guy della squadra in attacco non gli si può chiedere qualcosa in più. In difesa si fa sentire sotto il tabellone, aiutato anche dal fatto che Infante non è un colosso.
Mastellari – 6: Trullo lo sceglie per rimpiazzare Moreno e lo fa partire per la prima volta in quintetto. Martino non si fa prendere dall’emozione e risponde presente mettendo a referto statistiche che non passano inosservate: 10 punti, 6 rimbalzi e 4 assist. Peccato solo per la percentuale dal campo (poco più del 30%), ma se fosse più alta probabilmente giocherebbe in altri palcoscenici. Probabilmente avrebbe meritato anche un mezzo punto in più se non fosse che in difesa Hasbrouck l’ha fatto diventare matto.
Cortese – 6: Condizionato dal dolore a un ginocchio malconcio, fa quel che può e non riesce a produrre ciò a cui ci ha abituato in questa prima parte di stagione. Parte forte segnando cinque punti nel primo quarto, poi finisce la benzina e cala alla distanza e la sua precaria condizione fisica si sente soprattutto sotto in area, dove alla Bondi sono mancati tanto i suoi rimbalzi.
Bowers – 7: doppia doppia (21 punti e 12 rimbalzi) e 29 di valutazione, peccato che il potenziale tiro della vittoria gli sia stato sputato dal ferro. Dimostra partita dopo partita di essere il leader silenzioso, nonché punto di riferimento della squadra: quando Laurence è sul parquet tutti giocano più sereni. Se riesce a limitarsi con i falli diventa un fattore anche in fase difensiva.
Pellegrino – 5,5: insufficienza che non è una bocciatura, ma solamente un spinta a dare di più. Segna sette punti con sette tiri ma quattro rimbalzi messi a referto sono un po’ troppo pochi per un 2.12, senza contare le sei palle perse. Comunque, è anche vero che dover marcare Infante l’ha portato spesso lontano dal tabellone. E quando c’è stato là sotto si è fatto sentire distribuendo stoppate (5) a destra e a manca.
Roderick – 7: nell’inconsueto ruolo di playmaker segna 19 punti con un surreale 9/12 da 2, cattura 6 rimbalzi e smazza 6 assist. Ok, perché solo 7? Perché perde 6 palloni, di cui uno sanguinoso a 40″ dalla fine, ed è troppo scostante, sia in attacco che in difesa. Ha un talento enorme, ma durante la gara si prende troppi periodi di pausa (forse dovrà anche tirare un po’ il fiato), per questo non può essere considerato una garanzia. Questa sera ha fatto il diavolo a quattro nel terzo quarto (9 punti, praticamente metà del bottino della squadra) salvo poi sparire nell’ultimo.
Ibarra – 6,5: con la rotazione ridotta all’osso gli tocca giocare tanto (28 minuti) rispetto ai suoi standard ma non sfigura, anzi, fa uscire dal cilindro una prestazione solida e di sostanza. Il Lata lotta su ogni pallone, subisce falli e segna quando viene chiamato in causa, dall’arco o dalla lunetta è indifferente.