C’è anche il nome dello spallino Mariano Arini nella lista dei tesserati che il procuratore federale della Figc ha deferito al Tribunale Federale Nazionale-Sezione Disciplinare. Il deferimento, che equivale a un rinvio a giudizio, riguarda fatti accaduti nella stagione 2013-2014, quando Arini giocava ad Avellino. Fatti presi in esame all’interno di un’inchiesta della Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli, riguardante un presunto giro di calcioscommesse. Ad Arini, sentito lo scorso luglio in procura federale Figc, è contestata la violazione dell’articolo 7 del Codice di Giustizia sportiva, “per aver violato il dovere di informare senza indugio la Procura Federale omettendo di denunciare i fatti integranti illecito sportivo, riguardanti la gara Modena-Avellino del 17.05.2014“. Analogo deferimento riguarda Fabio Pisacane (oggi al Cagliari), Luigi Castaldo (tuttora all’Avellino) e l’ex attaccante Raffaele Biancolino, oltre che il presidente dell’Avellino Walter Taccone. Stando a quanto riportato dalla stampa, all’epoca ad Arini sarebbe stato proposto di prendere parte alle combine, ma il centrocampista avrebbe seccamente rifiutato, avvertendo l’Avellino delle intenzioni del compagno Millesi, uno dei protagonisti della vicenda.
Millesi infatti, oggi calciatore dell’Acireale, è stato deferito assieme ad Armando Izzo (oggi al Genoa) e a Luca Pini (ex giocatore del Torbellamonaca), “per la violazione dell’articolo 9, perché si associavano fra loro, al fine di
commettere una serie di illeciti disciplinari, fra i quali illeciti sportivi, come dimostrato dalle specifiche contestazioni mosse ai suddetti associati che vengono integralmente richiamate, operando con condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento e il risultato di gare del campionato nazionale di Serie B con lo scopo di assicurarsi un vantaggio economico mediante percezione di somme di denaro da soggetto facenti parte di organizzazioni malavitose dedite alle scommesse sulle gare in questione. Programma perseguito con un assetto stabile e con una distribuzione di ruoli“.
Arini quindi sarà chiamato a difendersi per evitare conseguenze che vanno da una squalifica a un’ammenda. Come recita il codice di giustizia sportiva, “Il mancato adempimento dell’obbligo di cui al comma 7, comporta la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a un anno e dell’ammenda non inferiore ad euro 30.000”. L’Avellino, chiamato in causa a titolo di responsabilità diretta per Modena-Avellino, rischia invece una penalizzazione, per quanto il presidente Taccone – non più tardi di tre giorni fa – si sia dichiarato tranquillo in merito alla vicenda.
I tempi, vista la complessità della vicenda e il numero di soggetti coinvolti potrebbero in ogni caso essere piuttosto lunghi e non è da escludere che un giudizio di primo grado possa arrivare verso la fine dell’attuale stagione sportiva.