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Il ritorno della SPAL al torneo di Viareggio è stato di quelli in grande stile: vittoria larghissima per 7-0, momenti di bel gioco, gli applausi del pubblico presente al Paolo Mazza… tutto nella norma quindi? Beh, non proprio. Perché nel post-partita il presidente Mattioli – da sempre molto attento alle vicende del settore giovanile – non ha lesinato critiche verso mister Roberto Rossi. La sensazione, dopo una partita del genere e una stagione di campionato Primavera al di sopra delle aspettative, è quella che si prova quando ci si è persi qualcosa. Era del tutto necessario togliersi questo sassolino dalle scarpe di fronte ai cronisti in un giorno simile?

Se la stagione Primavera finisse di colpo oggi, la SPAL chiuderebbe con una vittoria al Viareggio, con un campionato da sorpresa del Girone A dove è stata capace di battere per due volte il Milan (una in diretta sulla tv nazionale) e giocando alla pari con le big del girone come Fiorentina, Lazio, Samp, Napoli e Hellas, società che hanno potuto investire e organizzarsi meglio negli ultimi anni. La stagione è ancora in corso però e la banda Rossi è a soli cinque punti dal treno dei playoff.
La critica del presidente, pur fondata su argomentazioni legittime, sembra però scontrarsi con il percorso che ha originato il gruppo a disposizione di Rossi. Durante l’estate scorsa le strade erano due: proporre una formazione molto giovane composta dai ’98 della Berretti e i ’99 degli Allievi, esponendoli al doppio e triplo salto in avanti con il rischio di andare in giro per l’Italia a collezionare risultati da partite di tennis, oppure optare per una formazione di transizione con ragazzi di grandi club magari scarsamente impiegati, ma già pronti per il campionato (tesserandoli e acquisendone la proprietà), con qualche elemento dei ’98 e ’99 da inserire per gradi, mandando i ’98 della Berretti in prestito, con la possibilità di far crescere i più giovani all’ombra dei più esperti e magari ritagliarsi qualche soddisfazione. La conferma di Concas (un ’97 con un campionato da protagonista in D) andava nella direzione di aumentare il tasso di esperienza della rosa.

E’ stata creata così una rosa che, tenendo come punto di riferimento il 3-5-2 della prima squadra, era in pratica divisa a metà: da un Ferrari, Equizi, Granziera, Picozzi, Vago, Artioli (per lui un ritorno alla SPAL), Cigognini (con esperienze in D col Piacenza), Righetti, Maranzino (dal mercato invernale) e le scoperte estere Eklu Shaka e Strefezza e dall’altra i confermati Thiam, Boccafoglia, poi Concas e Maghini (andati in prestito nel mercato di gennaio) e i ’99 Ubaldi, Cantelli (già nel giro della Berretti) con Scarparo, Boreggio, Anostini e Foschini e i due portieri di riserva Balboni e Seri. Discorso a parte per Di Pardo (’99), reduce da un campionato Berretti e preso dal fallimento del Rimini.
I ragazzi del primo blocco erano già pronti per il campionato Primavera, mentre gli altri hanno con il lavoro dovuto colmare il gap. Nonostante le differenze evidenti però il mister ha impiegato costantemente 17-18 elementi. Anche chi ha giocato meno come ad esempio Scarparo, ha saputo farsi trovar pronto e risultare decisivo, segno che il mister riesce a tenere tutti sul pezzo. Anche Boccafoglia, partito indietro nelle gerarchie, grazie alla sua duttilità ha saputo trovare spazio. In alcune zone del campo però è difficile tenere in panca ragazzi che comunque grazie alla continuità di impiego e alle potenzialità continuano nel processo di crescita: Thiam tra i pali è più di una spanna sopra gli altri e anche sulle corsie laterali Strefezza e Picozzi o al centro Eklu Shaka offrono maggiori garanzie rispetto ad Anostini e Foschini che in pratica sono gli unici fino al Viareggio a non aver trovato spazio. Qualche minuto per Boreggio, qualche presenza per i portieri, però nell’ultimo periodo è cresciuto l’impiego di Cantelli e Cigognini. Nella partita di sabato scorso contro il Trapani, c’era nella testa del tecnico una gestione diversa della rosa e chiudendo il primo tempo sul 4-0, invece che sul 2-1, forse qualche cambio sarebbe stato diverso, ma è difficile contestare le scelte di Rossi quando rischi per una palla inattiva di perdere due punti nella corsa ai playoff a questo punto della stagione.
Perché, sia chiaro, l’obiettivo resta lanciare giovani spallini in prima squadra, ma quando ci sono anche risultati alla portata è giusto perseguirli anche per la crescita dell’immagine del settore giovanile a livello nazionale. Ricordiamoci che il settore giovanile prima dell’arrivo dei Colombarini è stato rivoluzionato, il bacino d’utenza per la crisi del calcio dilettantistico e per società come Bologna, Cesena e anche Sassuolo che negli anni dell’assenza spallina dalle categorie che contano hanno assottigliato la possibilità di scelta dei giovani calciatori.

Ottenere risultati con la prima squadra è forse più semplice e immediato con un piano triennale e la SPAL è stata bravissima a scalare le gerarchie del calcio dei grandi. Fare lo stesso con il settore giovanile richiede più tempo. Gradatamente, i giovani usciti dalla Spal dal 2013 ad oggi hanno prima trovato collocazione in Eccellenza, poi in D e adesso qualcuno può arrivare in Lega Pro, fra qualche anno, magari già in questa nidiata qualcuno vestirà il biancazzurro dei grandi.
Mister Rossi, oltre ad ottenere risultati sul campo, è riuscito a motivare ragazzi che la panchina nei grandi club aveva demotivato o rischiato di tagliare fuori: Ferrari, Vago, Granziera per esempio. Equizi era una grande promessa ai tempi del Parma e si sta via via riprendendo dopo il brutto infortunio. Miglioramenti tattici importanti e hanno ancora un grande potenziale da esprimere Eklu Shaka e Strefezza, mentre Boccafoglia e Ubaldi sono prodotti spallini che il tecnico è riuscito a portare ai livelli dei più esperti. Ubaldi ha partecipato anche allo stage dell’Under, mentre un vero e proprio capolavoro è stato fatto con Di Pardo. L’ex trequartista della Berretti del Rimini è riuscito a ritagliarsi un ruolo da mezzala che lo ha portato progressivamente ad ottenere il ruolo da titolare nella Primavera e l’esordio in U19 con la maglia azzurra contro la Francia oltre a firmare il contratto da professionista e ad allenarsi spesso con la prima squadra.
Nel Torneo di Viareggio poi sono stati aggregati altri 2000 della cantera spallina come Clement, Spaltro, Parolin che il tecnico reputa molto interessanti, ma a questi sono stati affiancati Greselin, Di Nardo e Dellino, magari in ottica di un futuro ingaggio.

Insomma, visto da qui, il bicchiere sembra quasi pieno al netto di vicende a noi sconosciute. Mattioli da parte sua fa bene a mantenere alto il livello di attenzione al dettaglio ed a coltivare ambizioni ai massimi livelli, ma a volte bisogna anche andare di sano realismo e godersi il momento. La Primavera sta sbocciando ed è sempre un bel vedere, non priviamoci di questo spettacolo.