Nella scorsa stagione, chiusa trionfalmente ad aprile, giocare da prima in classifica per la SPAL era la regola. Ora il contesto è un po’ cambiato e inevitabilmente si finisce al dare un certo peso a tale circostanza. Sabato per la prima volta in questo campionato i biancazzurri scenderanno in campo da primi della classe con tutte le attenzioni mediatiche che questo comporta, ma per mister Semplici non sembra essere un problema: “I riflettori puntati sulla SPAL fanno piacere e ci devono aiutare a lavorare con più determinazione e attenzione. Possono diventare un ulteriore stimolo, ma se ci facciamo distrarre vuol dire che abbiamo capito il giusto. Anche se un risultato negativo non sarebbe imputabile a quello. Dico la verità: in settimana non abbiamo mai parlato della classifica dentro lo spogliatoio. I ragazzi sono consapevoli di quello che stanno facendo, ma soprattutto sanno che conta di più quello che faremo da qui in avanti rispetto a quanto già fatto”.
Se si guardasse solo alla classifica, verrebbe naturale pensare che il Carpi – affamato di punti in chiave playoff – avrà l’obiettivo di attaccare a testa bassa. Ma questo sembra stridere con l’identità tattica dei biancorossi.
“E’ così. Le caratteristiche della squadra sono quelle da quasi tre anni: fanno fare la partita agli avversari perché sono bravissimi nelle ripartenze con Lasagna e Mbakogu. Hanno bisogno di spazio alle spalle per diventare pericolosi. Vediamo cosa dirà il campo. Paradossalmente all’andata facemmo noi la parte del Carpi. All’inizio ci misero in difficoltà perché per valore della rosa erano dati tra i favoriti. Ora sono attardati, ma stanno tornando sotto. Servirà un’altra grande prestazione per fare un risultato positivo”.
Con le assenze di Mora, Schiattarella e Costa, oltre alle condizioni non ottimali di Pontisso, le scelte a centrocampo sembrano obbligate.
“Praticamente sì perché ho solo tre giocatori, ma la cosa non mi preoccupa. So di avere una rosa adeguata per affrontare queste situazioni e abbiamo già dimostrato con i fatti di venirne a capo”.
Verranno convocati ragazzi della Primavera, malgrado l’impegno alla Viareggio Cup?
“Stiamo valutando se portare con noi Shaka Mawuli e Di Pardo, giusto per avere delle alternative”.
Come ha visto Castagnetti in settimana dopo l’episodio di sabato scorso?
“Michele è sereno, però mi dispiace perché stiamo facendo grandi cose. Da due anni e mezzo questi ragazzi stanno dando tutto, onorando i colori della SPAL e i valori della società. Se vogliamo arrivare in alto bisogna essere uniti. Quindi se c’è un giocatore che nella partita è sotto tono, è determinante che la gente lo applauda o al limite stia in silenzio. Sembra poco, ma è un aspetto veramente determinante”.
Le convocazioni dell’Under 21 la priveranno di Bonifazi per la partita col Frosinone.
“Sì? Lo vengo a sapere da voi in questo momento. Mi dispiace che non sia stato convocato anche Alex (Meret) perché lo considero un portiere tra i primi in Italia. Se non lo è ora lo diventerà presto”.
Intanto continuano a rincorrersi voci e supposizioni sul suo futuro.
“Ecco, a questo proposito vorrei chiarire un aspetto. Ho letto un po’ di tutto online e sui giornali e mi preme sottolineare che io non ho un procuratore. L’unica persona che mi assiste è un avvocato che entrerà in scena solo nel momento in cui si parlerà di contratti. Tra l’altro un caro amico di famiglia. Ma vi assicuro che la mia testa è rivolta esclusivamente al presente e al futuro della SPAL”.
Quindi la SPAL rimane la prima scelta.
“L’ho detto già tante volte: io spero che il mio futuro sia qui e che ci sia la possibilità di andare verso nuovi traguardi. Ho la fortuna di lavorare con una società che mi ha permesso di esprimere le mie idee anche nei momenti iniziali, che non sono stati dei più positivi. Un allenatore deve fare tante considerazioni prima di lasciare una squadra per un’altra. Le prerogative qui ci sono, non bisogna pensare al futuro di allenatori e giocatori, ma a quello che c’è da fare in campionato. Perché arrivare in fondo dove siamo adesso sarebbe un risultato stratosferico, storico, trovate voi l’aggettivo. Niente e nessuno ci deve condizionare”.
Insomma si può dirlo esplicitamente: la SPAL vuole la serie A.
“Ora puntiamo al massimo e il massimo è la promozione diretta. Poi deciderà il campo. Da parte nostra ci devono essere la volontà e la convinzione di non accontentarsi mai. Senza fare troppi pensieri e calcoli. Leggendo certe cose sembra scontato che si vada in serie A, ma purtroppo non è così. C’è ancora tantissimo da fare”.
Giustamente la SPAL è in ballo e deve ballare. Quanto cambia la mentalità della squadra in questi frangenti? C’è il rischio di demoralizzarsi nel caso l’obiettivo ad un certo punto dovesse sfuggire?
“No, non succederà, perché quello che ci dirà il campo sarà quello che abbiamo meritato. Ma non è da oggi che abbiamo maturato la convinzione di poter recitare un ruolo più importante di quello che ci eravamo prefissati ad inizio anno. E’ dalla fine del girone d’andata che siamo consapevoli di quello che stiamo facendo e possiamo fare”.
Quindi questo genere di pressione è tutta sulle spalle di Hellas e Frosinone.
“Loro insieme ad altre squadre hanno senz’altro l’obbligo di vincere, se non stravincere, questo campionato. Noi invece ci possiamo permettere di giocare sereni come abbiamo sempre fatto, convinti di avere ulteriori margini di miglioramento sotto ogni punto di vista”.