In coda ad una giornata particolarmente movimentata sul fronte prevendita e stadio, arriva anche l’intervento ufficiale degli ultras di Curva Ovest Ferrara, in cui vengono sollevati diversi spunti di riflessione legati alla situazione del Paolo Mazza. Dalla posizione dell’amministrazione comunale ai divieti di carattere locale, passando per la sterilità del dibattito pubblico tra fedelissimi e occasionali, fino alle ragioni che vietano di aprire una porzione della gradinata nord. Di seguito il testo integrale.
“In occasione della prevendita dei biglietti per S.P.A.L.-Frosinone si è scatenata l’ennesima caccia al biglietto che ha lasciato migliaia di sportivi ferraresi fuori dallo stadio. Inevitabilmente si è innescata anche in città l’ormai trita e ritrita, nonché stucchevole polemica sui tifosi ‘occasionali’ che ruberebbero il posto a quelli più affezionati. Come Curva Ovest Ferrara vorremmo che questo sterile dibattito cessasse e si riportasse il tema della discussione su quello che è il binario giusto, che di certo non è quello di una ridicola ‘guerra tra poveri’, ma è quello della capienza dello stadio. Di chi è la responsabilità della capienza estremamente ridotta dello stadio?
Prima di rispondere a questa domanda è bene ricordare a tutti che, prima dell’arrivo dell’attuale società, la S.P.A.L. è stata guidata per più di vent’anni, a turno, da persone o inadeguate, o incapaci o avventurieri poco trasparenti, insomma persone sulle quali qualsiasi amministrazione comunale, per ragioni più che comprensibili, non avrebbe scommesso un solo euro di denaro pubblico. Questo non ha di certo aiutato l’ammodernamento del nostro ‘Paolo Mazza’. Ora il discorso è diverso, la società è seria e affidabile, pertanto come tifosi e come cittadini vigileremo sugli sviluppi della situazione affinché il Comune fornisca adeguate garanzie alla società per la ristrutturazione dello stadio, per il bene della S.P.A.L. e del quartiere ‘Giardino’. Ma questo è un discorso ancora prematuro e che pare essere in via di definizione. Dopo questa doverosa premessa però (sorvolando per adesso su divieti, tutti ferraresi, di somministrazione di bevande alcoliche, di utilizzo del megafono all’interno della curva, di esposizione di alcuni civilissimi striscioni), torniamo alla domanda originaria (di chi sono le responsabilità?) perché non possiamo più tacere su questo ennesimo divieto ferreo posto ad una eventuale apertura parziale della gradinata partorito questa volta dalla Commissione Provinciale di Vigilanza che ha sede in Prefettura. Lo facciamo proprio oggi, all’indomani della trasferta di Carpi perché, ancora una volta, notiamo che a Ferrara non c’è la volontà istituzionale di soddisfare richieste e bisogni leciti dei cittadini, richieste che in altre province, al contrario di quello che accade qui, vengono soddisfatte, evidentemente trovando soluzioni opportune e immaginiamo legali! Chiediamo dunque alla Commissione Provinciale di Vigilanza o alle Istituzioni che fossero a conoscenza di queste decisioni prese con scarsa trasparenza:
1) Per quale o quali ragioni non si prende in considerazione l’ipotesi di riaprire in deroga la gradinata nonostante lo scorso campionato fosse stata concessa l’agibilità, nonostante siano stati già eseguiti opportuni collaudi della struttura, nonostante nella stessa esista già un’uscita dedicata e barriere di separazione col settore ospiti?
2) Perché in altri stadi della nostra regione, vedi Carpi, siamo stati ospitati in settori adiacenti alla tifoseria locale senza alcuna barriera e qui il problema della riapertura della gradinata pare essere prevalentemente di ordine pubblico nonostante la presenza di barriere?
3) Perché nella nostra città vengono emanati provvedimenti ferrei e restrittivi in misura molto superiore ad altre città in cui ogni due settimane ci rechiamo in trasferta?
Nell’interesse di tutti i tifosi, e come cittadini, ci aspettiamo risposte congrue ed esaustive”.