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Italia-Brasile andata e ritorno, traversata atlantica giusto in tempo per assistere a SPAL-Frosinone. Sicuramente Davide Vagnati avrebbe sperato in una festa di bentornato dal tono diverso, ma sommando tutte le componenti del caso non c’è alcun motivo per tenere il broncio, a partire dall’ottimo bilancio del viaggio in Sudamerica: “E’ stata un’esperienza importante e formativa, fondamentale per il lavoro che faccio e per come lo vivo personalmente. Ho assistito a tante partite nella zona di San Paolo, dalle serie maggiori – campionato paulista – a quelle più basse, passando anche per le giovanili. Di giocatori ne ho visti a non finire, ma anche a livello organizzativo c’è sempre da imparare. Restare aggiornati è fondamentale quando si fa questo mestiere perché bisogna sempre cercare di soddisfare le richieste della società quando se ne presenta la necessità. Se ho trovato contatti utili per il futuro? Sicuramente, ora vediamo se si possono allacciare rapporti professionali con qualche squadra, non solamente brasiliana. Seguendo questo schema, la scorsa estate sono arrivati Meret e Pontisso. Vediamo cosa succede”.

Sognare di vedere il nuovo Neymar a Ferrara è forse troppo, ma difficilmente Vagnati resterà con le mani in mano: “Corinthians, Palmeiras e Santos sono i colossi, ma ragazzi promettenti si trovano anche nelle società minori e bisogna essere bravi a prendersi i gioiellini prima che esplodano definitivamente. Ad esempio lo scorso anno ne avevo trovato uno poco prima che iniziasse a segnare in prima squadra e recentemente per lui è stata rifiutata un’offerta di dieci milioni da un club italiano. Tempi e burocrazia rallentano tutto, ma con le giuste conoscenze si può ragionare seriamente su ogni interessamento”. Ma è sbagliato pensare ad una SPAL a tinte verdeoro: “Voglio precisare che per noi è importante cercare di mantenere una rosa il più possibile italiana, anzi, ci piacerebbe perfino inserire qualche prospetto ferrarese all’interno del settore giovanile. Purtroppo in questi anni non si sono presentate le condizioni necessarie per far sì che questo avvenisse, quindi ci adopereremo in un’opera di scouting”.

Impossibile non parlare di SPAL-Frosinone: “Gli episodi sono stati decisivi. Si sono affrontate due formazioni che meritano di trovarsi in cima alla classifica e quindi dobbiamo essere orgogliosi della nostra prestazione. Ricordiamo che loro lo scorso anno, quasi con gli stessi giocatori, erano in Serie A. Voltiamo pagina e pensiamo all’Avellino”. Squadra che nelle ultime cinque partite ha raccolto solo due punti: “Ma non credo si possa parlare di crisi, a queste cose credo poco. Giocheranno la loro partita, su un manto sintetico e davanti ad un pubblico sempre caldo. Noi dovremo essere bravi a mettere le cose in chiaro sin da subito perché vogliamo fare risultato per continuare ad inseguire il nostro grande obiettivo”. Che, ovviamente, è la promozione. Sicura al 100% per le prime due della classe, ma anche il terzo posto a +10 sulla quarta eviterebbe i playoff: “Aprile sarà decisivo, 21 punti disponibili sono tanti e alla fine di questo mese avremo indicazioni precise. Non bisogna guardare il calendario, ma ragionare partita dopo partita, cercando di ottenere sempre il massimo. Calcoli non se ne possono fare, anche se l’obiettivo a questo punto è mantenere questo distacco dalla quarta, chiunque essa sia. Il Perugia ha tanto entusiasmo, il Bari ha un organico fortissimo, ma anche il Benevento, al di là del periodo negativo, può tornare a fare la voce grossa. Se temo un rilassamento da parte nostra visti i risultati di chi ci sta dietro? No, assolutamente, siamo dei professionisti e stiamo lottando per la Serie A. Non possiamo permetterci di gestire il vantaggio che abbiamo. Pensiamo a noi, alla gente che ci circonda e all’alchimia che siamo riusciti a creare tra squadra e città grazie ad un progetto serio che si può toccare con mano quotidianamente. Se le condizioni resteranno tali potremo toglierci delle belle soddisfazioni, grazie soprattutto allo sforzo e all’entusiasmo della famiglia Colombarini”.