Il solito Bowers stellare non basta alla Bondi per avere la meglio di Udine, che espugna il Pala Hilton Pharma. Deludono in molti, soprattutto Roderick che dopo 3′ del secondo tempo è già sotto la doccia per aver raggiunto il limite di falli. Buona prova di Mastrangelo e di Cortese.
Bowers 7,5 – Questa sera come non mai predica nel deserto. Segna 29 punti. Trascina i compagni alla rimonta nel secondo quarto mettendo a segno canestri di un’importanza vitale (gioco da tre punti completato e schiacciata nel traffico), senza i quali probabilmente il sipario sarebbe calato molto prima sul match. Aggiunge 4 rimbalzi e altrettante palle rubate in 39′ di gioco e chiude con 24 di valutazione. In difesa, vista la scarsa pericolosità di Diop, è per lo più battitore libero: aiuta su tutte le penetrazioni di Udine intimidendo gli ospiti come uno spauracchio sotto i tabelloni.
Mastellari 5 – Nei venti minuti iniziali non si vede, salvo per una tripla mandata a bersaglio (l’unica della serata su sette tentativi). Nel secondo tempo, vista la mancanza di Roderick, ha più spazio ma non riesce ad incidere: in difesa soffre gli esterni di Udine mentre in attacco trova il fondo della retina solamente dalla linea del tiro libero. Non è il capro espiatorio, ci mancherebbe, ma il suo continuo litigare con il ferro inizia a pesare nel bilancio delle partite perché da uno con i punti nelle mani come lui ci si aspetta qualcosa di più.
Mastrangelo 6 – Per lui le consuete briciole, ma stavolta tre minuti sono sufficienti per prendere 6 in pagella: sbaglia l’unica conclusione presa, ma serve un assist splendido a Bowers dopo una penetrazione di gran personalità.
Molinaro 5,5 – Gioca praticamente tutta la gara nello spot di ala piccola e buona parte del primo tempo in marcatura su Okoye (12 punti nel primo quarto): soffre così lontano da canestro e contro un avversario molto più rapido di lui. Ma non si tira indietro e ci prova lo stesso a fare qualcosa di utile: nel secondo quarto strappa un rimbalzo fondamentale nel cuore dell’area di Udine per alimentare la rimonta. Spirito di adattamento e di sacrifico che è impossibile da non premiare. Ma la sufficienza non riesce a strapparla nonostante gli 8 rimbalzi perché segna 2 punti in 35′.
Cortese 6,5 – A causa dell’assenza di Moreno porta spesso palla e si vede abbastanza chiaramente che non è proprio nelle sue corde: nei primi 20′ perde due palloni e spara a salve (0/4 da due e 1/2 da tre). Nel terzo quarto però gioca bene e realizza 6 punti, utili a tenere Ferrara a contatto; così come durante gli ultimi dieci minuti di partita in cui, malgrado il problema fisico che lo attanaglia, ci prova fino alla fine con giocate che dimostrano ancora una volta il suo attaccamento alla maglia. Quasi inutile sottolineare il suo impegno nella metà campo difensiva: a turno prende in consegna tutti gli esterni di Udine e nonostante debba marcare gente più bassa e veloce di lui non sfigura mai.
Crotta 5 – Viene chiamato in causa durante gli ultimi quattro minuti di gara, dopo il quinto fallo di Pellegrino. Fa qual che può nel marcare avversari nettamente più atletici, ma nel concitato finale perde Vanuzzo che mette il jumper della staffa. Le statistiche non lo aiutano: colleziona solo 2 rimbalzi negli scampoli giocati nel primo tempo.
Pellegrino 5 – Soffre molto l’atletismo di Diop e Fall e malgrado abbia maggior tecnica dei due lunghi della squadra ospite non riesce a incedere sotto le plance: chiude con 4 punti (1/2 dal campo e 2/4 ai liberi), 4 rimbalzi in 25′ di gioco. Esce per falli a 5′ dalla sirena finale, non partecipando all’arrembaggio finale della Bondi.
Roderick 5 – In sostanza gioca dieci minuti e infatti il voto è una media tra la prestazione del secondo quarto, fantascientifica, e tutto il resto. Inizia in sordina, limitato dai falli: due già nel primo quarto. Nel secondo si sveglia e contribuisce in maniera sostanziale al parziale di 16-0 (9 sono suoi!) con il quale la Bondi ritorna prepotentemente in partita: oltre ai canestri (sua pure la tripla del primo vantaggio della compagine estense) smazza 4 assist e recupera un paio di palloni. Poi, al rientro dagli spogliatoi, il buio: in neanche 30″ prima sfonda (la chiamata è dubbia, però c’è stata), poi commette fallo in difesa (fischio molto fiscale) e per le proteste prende il tecnico. Dopo 3′ nel terzo quarto è in panchina per falli, rendendo la rotazione a disposizione di Furlani ancora più corta.