Che il mercato della SPAL sia incentrato sulla ricerca di una punta di peso ormai è chiaro a tutti. Del resto si sa che sono i nomi degli attaccanti a scaldare gli animi e ad accender le fantasie dei tifosi, soprattutto a pochi giorni dall’apertura della campagna abbonamenti della prima stagione in Serie A dopo 49 anni divisi tra purgatorio e inferno. Ma tra l’idea Paloschi (ormai sfumato) e la suggestiva ipotesi Matri (87 gol in A e tre scudetti con la maglia della Juventus), potrebbe essere il caso di spostare l’attenzione su un altro reparto, quello difensivo, ed uno dei nomi caldi è quello di Kevin Bonifazi, fondamentale nello scacchiere di Leonardo Semplici proprio nell’ultima annata. Non è un mistero che il classe 1996 andrà in ritiro con il Torino, squadra con la quale ha rinnovato fino al 2022, ma rivederlo a Ferrara anche nella stagione 2017/2018 in prestito non è del tutto fantamercato, stando almeno a quanto trapela da fonti vicine all’ambiente granata.
Per vederci più chiaro e per capire anche solo di che tipo di considerazione goda l’ex spallino in Piemonte, abbiamo chiesto delucidazioni a riguardo a tre colleghi che si occupano quotidianamente del Toro: Valentino Della Casa (vice direttore di Toro.it), Gian Luca Pepe (collaboratore di Toro.it) e Lorenzo Bonansea (vice direttore di ToroNews.net).
A Ferrara abbiamo visto un super Bonifazi, e possiamo dire che sicuramente non se l’aspettava nessuno. Che idea ci si è fatta tra gli addetti ai lavori a Torino della sua stagione alla SPAL?
Bonansea: “L’idea che si ha nell’ambiente torinese di Bonifazi, sin da quando militava nel settore giovanile granata, è sicuramente buona. Inoltre la sua stagione alla SPAL è stata ottima, è cresciuto tantissimo. Oltre a Barreca, i tifosi granata ci tengono molto ad avere un giocatore simbolo, una bandiera, un giocatore in cui identificarsi. Bonifazi potrebbe diventarlo negli anni. Le aspettative, dopo l’ultima stagione, sono alte”.
Della Casa: “Senza dubbio il giocatore ha fatto una stagione sorprendente, era partito dalla panchina e dopo poche partite è riuscito a conquistare la fiducia di Semplici garantendo ottime prestazioni. L’anno precedente non era andato molto bene, ma si può comprendere visto che era appena uscito da una rosa Primavera e si affacciava al grande calcio. Va detto che di quella squadra, allenata da Moreno Longo e vincitrice dello scudetto, non era neanche considerato il prospetto più interessante. Si pensava che potesse essere un buon giocatore ma non il classico predestinato, come invece si diceva di Barreca. Era ritenuto un giocatore ‘normale’ e ad essere sinceri nessuno si aspettava un exploit del genere”.
Pepe: “Probabilmente questa crescita è stata esponenziale ed è andata ben oltre quanto ci si potesse aspettare. Però sul ragazzo c’erano già delle sensazioni positive ai tempi di Ventura: più e più volte lo aveva provato in allenamento insieme alla prima squadra. Anche Amauri aveva speso belle parole nei suoi confronti, a dimostrazione che le sue qualità stavano già emergendo”.
Il rinnovo fino al 2022 dimostra che la società crede molto in lui. Ma c’è spazio per Bonifazi nella difesa del Torino 2017-2018?
Bonansea: “Le qualità del ragazzo sono indiscutibili, di conseguenza il discorso diventa prettamente numerico: Rossettini verrà confermato, Moretti ha rinnovato da poco ed è già stato acquistato il classe 1997 Lyanco, centrale brasiliano costato circa 6 milioni. Senza dimenticare, inoltre, le dichiarazioni rilasciate, nella giornata di ieri, dal presidente Urbano Cairo: ‘Porta e difesa saranno i primi reparti che rinforzeremo’. In virtù di questo non so quanto spazio potrà ritagliarsi Bonifazi, non sarà semplice. Si giocherà le sue carte nel ritiro estivo quando sarà attentamente valutato dal mister”.
Della Casa: “Dopo l’annata da protagonista era quasi scontato che Cairo lo avrebbe bloccato subito con il contratto da professionista. Al presidente granata serviva questa operazione anche a livello mediatico per promuovere la sua politica di valorizzazione di giocatori cresciuti nel settore giovanile. La certezza in questo momento è che lui torna a Torino e parte in ritiro per Bormio con la squadra (dal 14 al 28 luglio). Si seguirà la stessa politica adottata l’anno precedente con Gomis, Parigini ed il già citato Barreca. Ovviamente Bonifazi è l’osservato speciale e bisogna capire se un giocatore che ha giocato alla grande in un campionato di serie B ha le capacità per confermarsi anche più in alto. Passare da una squadra che ha vinto il campionato cadetto ad una che vuole puntare l’Europa è un bel salto. Ho la sensazione che il ragazzo alla fine non rimarrà a Torino. La squadra sta cercando un centrale di sicuro affidamento e dietro il reparto è comunque abbastanza affollato. Oltre a quelli già presenti nella stagione scorsa, a maggio è arrivato Lyanco, sul quale Mihajlovic si è già espresso favorevolmente. La giovane speranza, quindi, c’è già e penso che sarà altamente improbabile vedere insieme titolari due giocatori ventenni. Bonifazi rappresenta un’ulteriore scommessa che a mio parere, almeno per quest’anno, il Toro deciderà di non seguire”.
Pepe: “Sì, il rinnovo indica chiaramente che la società ha piena fiducia in quella che è la crescita del giocatore. Se giocherà o meno nel Torino dipenderà soprattutto da lui e dalle impressioni che farà a Mihajlovic. L’anno prossimo il Toro punta all’Europa League e serve una rosa all’altezza dell’obiettivo”.
Un’eventuale ritorno alla SPAL è auspicabile oppure, visto il modulo usato da Semplici (3-5-2) diverso da quello di Mihajlovic (difesa a 4), sarà difficile rivederlo a Ferrara?
Bonansea: “Lasciarlo alla SPAL significherebbe permettergli di giocare in un ambiente che il ragazzo già conosce e apprezza. Allo stesso tempo, però, se l’interesse del Torino è quello di far crescere il ragazzo al 100%, allora sarebbe meglio vederlo in azione in uno schieramento simile a quello granata”.
Della Casa: “E’ assolutamente auspicabile un suo ritorno a Ferrara. Il giocatore conosce l’ambiente e l’allenatore, e tornerebbe con la prospettiva di giocare una stagione da titolare o quantomeno di lottare realmente per il posto. La SPAL ha già richiesto il giocatore e ha un canale preferenziale nel caso si decidesse di mandarlo a fare esperienza. L’accordo potrebbe essere un altro prestito con diritto di riscatto e contro-riscatto granata, magari con un premio di valorizzazione a fine stagione, qualora dovesse andare tutto bene. Dalla fine del ritiro ogni giorno potrebbe essere quello giusto per il ritorno”.
Pepe: “Beh, al di là di queste considerazioni, c’è da dire che il Torino ha bisogno di rinforzi proprio in difesa. A causa dei vari addii – Castan, per esempio – c’è la necessità di prendere innanzitutto almeno un centrale d’esperienza. L’acquisto di Lyanco – Mihajlovic crede molto in lui ed è stato pagato 8 milioni, una cifra non indifferente per il Toro – gli toglie spazio, ma qualora non dovesse arrivare un giocatore esperto, non ci sarebbero le condizioni per un ritorno a Ferrrara. Anche solo facendo un ragionamento da un punto di vista prettamente numerico”.
Cosa serve per convincere Mihajlovic a tenerlo in rosa? Per un giovane già nel giro della Nazionale Under 21, è meglio andare in prestito a giocare oppure rimanere in rosa e crescere al fianco di giocatori esperti?
Bonansea: “Mihajlovic è un allenatore molto attento alla fase difensiva, quindi convincerlo sin da subito non sarà semplice. Sicuramente la personalità è una delle qualità richieste dal mister e mi pare non manchi a Bonifazi. Penso che il ragazzo abbia bisogno di giocare per crescere. Detto questo, se Mihajlovic dovesse considerarlo come quarta o addirittura quinta scelta non avrebbe senso tenerlo, ma sarebbe meglio mandarlo a giocare”.
Della Casa: “Mihajlovic è un allenatore molto selettivo, una di quelle persone che non si fa troppi problemi a tagliare fuori chi non reputa pronto per la serie A. Quello che a mio parere dovrà fare Bonifazi sarà giocare ai duemila km/h tutte le amichevoli estive senza commettere un mezzo errore, dimostrare di essere pronto a giocare nella difesa a 4 del tecnico serbo e convincerlo che ha le potenzialità per giocarsi il posto con quelli che sulla carta sono i titolari. Si capirà dopo poco se il giocatore ha qualche possibilità con l’ex tecnico del Milan: se inizierà a farlo giocare in un ruolo diverso da quello di centrale vorrà dire che non punta su di lui. Per il bene del giocatore, e di riflesso del Torino, penso che un anno da titolare in una squadra di serie A possa essere un buon modo per farsi le ossa”.
Pepe: “Diciamo che Bonifazi non ha le possibilità al momento per ritagliarsi un posto da titolare. Tenendo conto dei vari incidenti di percorso, è sempre opportuno avere almeno quattro difensori centrali in rosa. Qualora Bonifazi dovesse giocarsi bene le sue carte, potrebbe tranquillamente aspirare ad essere il terzo o il quarto nelle gerarchie.
Il discorso è che comunque Mihajlovic è un tipo ambizioso. Non punta a salvarsi, ma ogni anno ha l’obiettivo di migliorare quanto fatto nella stagione precedente. Se si vuole veramente creare un gruppo competitivo per centrare determinati obiettivi, secondo me il Torino dovrebbe prendere almeno due centrali con tanta esperienza. A uno come Bonifazi, quindi, forse converrebbe fare un altro anno alla Spal”.
Bonifazi non solo figura come under (quindi fuori lista) ma può anche rientrare nel conto dei giocatori “cresciuti in casa”. Le rose per il campionato italiano e le coppe europee prevedono quattro di questi giocatori, quindi da Ferrara sembra uno scenario favorevole per il Toro. E’ così oppure se ci sarà occasione si monetizzerà?
Bonansea: “L’obiettivo dichiarato dal Torino per la prossima stagione è l’Europa League, di conseguenza diventa fondamentale avere, per i prossimi anni, dei giocatori cresciuti nel proprio vivaio. Sia per questo motivo, sia per le grandi qualità del ragazzo, mi sento di escludere una cessione a titolo definitivo. Sono pochi quelli che alle prime esperienze, fuori dal settore giovanile, si affermano ad ottimi livelli e Bonifazi è uno di questi”.
Della Casa: “Anche se il giocatore non rientrasse nei piani del mister, di sicuro non verrà ceduto a titolo definitivo. A meno che non arrivino dieci milioni, Cairo non si priverà di un elemento italiano e di prospettiva. Il prestito è l’unica soluzione contemplata. Se si seguirà questa linea è chiaro che non si intavoleranno trattative con dirette concorrenti , bensì con squadre che lottano per obbiettivi diversi da quelli del Torino. Il discorso dell’Under 21 potrebbe essere congeniale alle esigenze della SPAL”.
Pepe: “Qualora si andasse in Europa già dal prossimo anno, bisognerebbe certamente fare anche quel tipo di conto lì. Questo sicuramente è un punto a favore per il binomio Bonifazi-Torino”.
hanno contributo alla stesura: Marco De Risio, Mirco La Gioia, Giovanni Pozzati e Riccardo Rizzo