La domanda che sorge spontanea a dodici giorni dal debutto in Tim Cup è inevitabilmente: a che punto è la SPAL? Il pareggio dello stadio “Curi” di Perugia inevitabilmente ha offerto indicazioni parziali e che nello spazio di una dozzina di giorni possono essere interamente ribaltate. Ma vale la pena comunque annotarle.
Partiamo anche qui da un quesito: come hanno giocato i biancazzurri contro il Perugia? Così così nel primo tempo, meglio nella ripresa. Due i giocatori rimasti in campo tutti e novanta i minuti: Gomis e Vaisanen. Il primo dovrà fare da titolare per almeno un paio di partite di campionato in attesa del recupero completo di Meret, il secondo deve fare propri automatismi di gioco e acquisire intesa con i compagni. Gomis ha palesato una piccola incertezza sul gol del vantaggio perugino, ma per il resto se l’è cavata bene, disinnescando bene un tiro di Bonaiuto dalla distanza e uscendo sempre con autorità. Il finlandese ha effettivamente il ghiaccio nelle vene e non disdegna di giocare il pallone anche in situazioni potenzialmente complicate, anche se è apparso un pochino macchinoso.
Il trio di difesa Oikonomou–Vicari–Vaisanen ha confermato di aver ben compreso l’ordine di scuderia in fase di impostazione. Far girare palla, promuovere l’inizio dell’azione (soprattutto con un Vicari regista aggiunto) con pazienza e cercare la profondità su Antenucci quando possibile. Anche quando è stato ora di abbassarsi la linea è sembrata tenere bene, con distanze quasi sempre accettabili e chiusure puntuali.
Sulle fasce parecchio lavoro per Lazzari e Costa, soprattutto in fase di spinta. Lazzari si è dato parecchio da fare soprattutto nel primo tempo e la sua intesa con Schiattarella si è confermata più che buona. Dal suo destro sono arrivati un paio di buoni cross. Costa è stato servito con meno continuità, ma ha provato anche lui a rifornire le teste degli attaccanti, seppure con poco successo. Qualche dubbio sull’azione che ha portato Bandinelli al gol, visto che Cerri ha praticamente ribaltato l’esterno di scuola Chievo. Mattiello, subentrato nella ripresa, è entrato in una fase in cui la partita non aveva più niente da dire, mentre Konate ha fatto vedere un paio di lampi davvero promettenti. Il ragazzo sembra avere personalità, gamba e una discreta tecnica: lo dimostra il cross che per poco non mandava in gol Grassi.
A metà campo, si è rivisto lo Schiattarella che conosciamo. Leadership, legna e quella sana dose di inventiva fondamentale per far saltare le difese. Gli manca ancora un po’ di benzina, ma quando sarà in forma non si potrà fare a meno di lui. Come probabilmente sarà imprescindibile Rizzo: impiegato da mezzala sinistra, ha offerto un’altra prova di sostanza e qualità. Suo l’assist per il pareggio, grazie ad un intelligente inserimento senza palla sul fronte sinistro d’attacco. Viviani invece è parso piuttosto in difficoltà. Ha messo la gamba ogni volta in cui andava messa, ma in fase di costruzione ha fatto vedere pochissimo, tanto che il gioco è spesso passato dai piedi di Schiattarella e Rizzo. Unico lampo un assist, su palla ferma, per Floccari. Mora è sembrato in crescita, mentre Grassi – al debutto assoluto – è andato vicino al gol con un puntuale inserimento. Pochi spiccioli per Arini, entrato a 12′ dal termine.
In attacco l’intesa Antenucci–Paloschi è decisamente in miglioramento. Soprattutto nella prima mezz’ora si sono visti i movimenti tipici del gioco di Semplici, quelli praticati a memoria da Antenucci ed alternativamente da Zigoni e Floccari nella scorsa stagione. Sotto il profilo fisico Antenucci è parso in crescita, tanto da cercare in diverse occasioni degli scatti in profondità. Anche Paloschi si è dato parecchio da fare, pur sembrando un pochino meno brillante. Il gol con cui ha firmato l’1-1 spiega perché di mestiere faccia l’attaccante in serie A. Nell’occasione il numero 9 si fa trovare esattamente dove un centravanti dovrebbe trovarsi su un traversone basso dal fondo. Infine Floccari: in teoria è il più anziano della truppa, in pratica la spiega ancora a parecchi. Il suo movimento senza palla a metà ripresa, che si conclude con un tiro sulla traversa, è materiale da scuole calcio. Ma più in generale il Boia è sembrato bello vivace e motivato.