Dalla Scandinavia con furore. Se fino a quest’estate Eugenio Romulo Togni era un unicum alla voce “stranieri” in casa biancazzurra (indimenticabile il proclamo del presidente Mattioli in Piazza Castello al grido “Vi ho comprato un brasiliano“), ora sono già tre i giocatori che in Italia ci sono arrivati solo ed esclusivamente grazie alle loro abilità, e, soprattutto nel caso di Sauli Vaisanen e Pa Konatè, potenzialità. Oikonomou è un habituè del nostro calcio, mentre per i due più recenti acquisti si tratta di un debutto assoluto in Serie A, ma questo non preoccupa assolutamente il ds Vagnati, entusiasta all’idea di accogliere il primo finlandese e il primo svedese nella storia della SPAL (triennale per entrambi più opzione per il quarto): “E’ un momento storico per la nostra società, in quanto fino a questa stagione abbiamo avuto sempre e solo italiani in rosa. Adesso, però, abbiamo deciso di sconfinare per trovare opportunità favorevoli al nostro progetto. Spesso all’estero si nascondono giocatori di livello superiore, ma è compito nostro scovarli, ancor meglio ragionando in ottica futura”.
Al suo fianco, il finlandese Vaisanen, sguardo sveglio e fisico statuario, e Pa Konatè, di origini africane ma prodotto della scuola calcio svedese: “Sauli viene dall’AIK Solna e ha già esperienza anche a livello europeo. Ha già giocato sia nell’Under 21 che nella nazionale maggiore del suo paese e le sue caratteristiche tecniche fanno sicuramente al caso nostro: sa come ci si muove in una difesa a tre, ora deve solamente dimostrare il suo valore. Discorso simile per Pa, nostro obiettivo da tempo, e solo il suo impiego ai preliminari di Champions League con la sua precedente squadra, il Malmo, ne ha ritardato l’ arrivo a Ferrara. Sapevamo che prima o poi la trattativa si sarebbe sbloccata e così è stato. E’ un terzino sinistro, bravo sia a difendere che ad attaccare, e grazie alla sua esperienza siamo sicuri che ci possa dare una grossa mano per raggiungere il nostro obiettivo primario, la salvezza”.
Fin qui, nessun problema con la lingua. I nodi al pettine arrivano quando la palla passa ai diretti interessati. Entrambi si lanciano in qualche frase in italiano, ma la presenza dell’interprete Gaia è fondamentale, anche solo per tranquillizzare un po’ tutti. E a rompere il ghiaccio è Vaisanen: “Sono sempre stato un fan del calcio italiano, qui la tattica è fondamentale, è stato facile per me scegliere di venire alla SPAL. Si tratta di una grandissima opportunità. Ora c’è veramente troppo caldo, – dice ridendo in un italiano più che discreto – ma non sarà un problema. Sono stimolato dalle differenze che ci sono tra il campionato svedese e la Serie A, il livello si alza e il calcio sarà sicuramente migliore, ma anche all’AIK eravamo preparati tatticamente e io ho molta voglia di imparare quanto più possibile da questa esperienza. Dove devo migliorare? Mi piace considerarmi un giocatore intelligente, sicuramente devo mettermi in pari in tantissime cose, tra cui la lingua. Con i compagni sono aperte le scommesse, in tre mesi parlerò l’italiano!”. Buono l’impatto con la città: “Sono qui solo da pochi giorni ma posso già dire che è molto bella”. Il feeling con Semplici sembra già buono: “E’ molto diretto, ha iniziato col dirmi subito cosa vuole da me, i movimenti che devo fare in campo”, col supporto di Rossano Casoni, come specifica Vagnati: “E’ lui il membro dello staff che ha più dimestichezza con l’inglese”. Politically correct la risposta su quale fosse la squadra italiana che più seguiva dalla Svezia: “Chievo Verona perché ci gioca Hetemaj. Ma ci sono anche altri giocatori svedesi che mi stanno seguendo attraverso i media”.
Anche Konatè ha immediatamente deciso di accettare la proposta della SPAL: “Il mio desiderio era giocare in un campionato importante come la Serie A e Ferrara per me rappresentava la scelta migliore in quanto neopromossa. Se conoscevo già la società? Sì, quando è stata promossa in Serie B”. Già note ai più le sue prerogative tecniche: “Sono un giocatore di fascia, mi sento più offensivo che difensivo, ma posso fare entrambe le fasi. E non avrò problemi di caldo, le mie origini africane mi agevolano (ride; ndr)”. Nella sua mente c’è anche spazio per l’ambizione personale a breve termine, in quanto la Svezia è prima nel girone A di qualificazione ai Mondiali del 2018 ed entrare nel giro della nazionale, dopo aver saltato gli ultimi Europei Under 21 solo a causa di un infortunio al flessore, è uno dei suoi obiettivi principali: “Assolutamente, gioco in uno dei campionati più importanti del mondo e ho la possibilità di farmi vedere e giocare con continuità”.