Mercoledì è stato il giorno di Federico Bonazzoli e Bartosz Salamon al centro “GB Fabbri” di via Copparo. Gli ultimi due arrivi sono stati presentati dal ds Davide Vagnati, che non ha risparmiato elogi e aspettative nei confronti di entrambi. Ma andiamo con ordine, partendo dall’attaccante ex Inter, arrivato in prestito con diritto di riscatto dalla Sampdoria. Su di lui si esprime così l’uomo mercato SPAL: “E’ un ragazzo dotato di grandissime qualità, come ha dimostrato nel settore giovanile dell’Inter, rientrando poi nel progetto della Sampdoria. L’anno scorso a Brescia in prestito ha fatto la sua esperienza più continua. Lo abbiamo voluto fortemente e se non è arrivato prima è solo perché, in accordo con la Samp con la quale abbiamo un ottimo rapporto, poteva servire ai blucerchiati per sopperire all’infortunio di Quagliarella. Come ho già detto a lui può diventare un grande campione e se questo non accadrà sarà solamente colpa sua, perché i mezzi per sfondare li ha tutti. Noi metteremo a sua disposizione tutto quello che gli servirà per imporsi a grandi livelli. Arriva in prestito con diritto di riscatto, senza un contro riscatto a favore della Samp perché crediamo molto in lui”.
Negli occhi del giovane attaccante classe 1997 si nota più la voglia di sfondare che l’emozione per aver ormai iniziato una nuova avventura: “Ringrazio il direttore per la voglia di prendermi che ha sempre dimostrato, ma anche da parte mia c’era voglia di venire qui. La piazza parla da sola e la SPAL è sempre stata la mia scelta principale. Non vedo l’ora di mettermi a disposizione della squadra. Devo migliorare sotto tanti aspetti, ho dei difetti, ma ho voglia di impegnarmi per aumentare il mio bagaglio tattico. Il mio ruolo? Posso giocare anche seconda punta, l’attacco a due è l’ideale per me. Ho provato a fare di tutto. Ho compagni di grandissima esperienza, ma nella mia carriera ho sempre trovato gruppi importanti. Davanti posso e devo imparare dai miei pari ruolo e lavorare al loro fianco sarà utile per me. Non ho sentito pressioni fino a questo momento, nonostante molti mi abbiano etichettato come predestinato. Quello che ho capito nelle mie ultime esperienze in prestito è che mi aspettavo troppo da me stesso, ma sono un ragazzo ambizioso. Gli ultimi due anni lontani dalla Samp mi hanno aiutato soprattutto a livello umano e credo di essere migliorato sotto questo punto di vista. Per il resto preferisco far parlare il campo e starà a me convincere chi mi sta intorno. Impressioni sulla SPAL dopo la Lazio? Positive. Il mister ama giocare palla a terra e per un attaccante come me è perfetto. Starà a me farmi trovare pronto. Vorrei fare qua il salto di qualità, mi auguro che Ferrara sia la piazza giusta. Tengo in primis a fare bene per la società che mi ha voluto. Sono carico, voglio dimostrare il mio valore”. Per la SPAL garantisce Stefano Vecchi, che lo ha allenato ai tempi della Primavera dell’Inter: “Mi ha parlato molto bene della società e della città, lo sento, siamo in contatto. Appena ha saputo che sarei venuto a Ferrara mi ha scritto, con lui ho legato particolarmente”.
Si cambia bandiera, e nella sala stampa entra quella della Polonia, portata in alto da Bartosz Salamon, arrivato alla SPAL poche ore dopo Borriello, ma il corteggiamento della società estense parte da lontano, come svela Vagnati: “Arriva a Ferrara con un anno di ritardo perché anche nella passata stagione lo volevo in rosa. Ha grandi qualità tecniche, visione di gioco, e può garantire al nostro mister doti sicuramente ideali per il modo di giocare della squadra. Abbiamo la possibilità di tenerlo con noi in caso di salvezza e spero di continuare insieme a lui questo rapporto. Nella sua carriera ha anche fatto il centrocampista centrale e grazie alla sua duttilità sono sicuro che ci darà una grossa mano. Per noi si tratta di un investimento. Mi sbilancio: sono sicuro che tornerà in nazionale del suo paese perché se lo merita”.
Poi è lo stesso difensore a prendere la parola: “So perfettamente che questo sarà un anno importante per me e la SPAL è l’occasione che aspettavo perché ho come obiettivo, oltre quello di aiutare la squadra, anche quello di riconquistare la maglia della nazionale polacca. Ho fatto parte della spedizione agli Europei del 2016 e voglio tornare nel giro al più presto”. Poi sulla SPAL: “Il gruppo è molto bello, credo che mi troverò bene. Cosa mi porto dietro dall’esperienza di Cagliari? Al primo anno di A in Sardegna avevamo come obiettivo la salvezza, raggiunta con abbondante anticipo. Ci siamo calati in fretta nella nuova realtà, totalmente diversa dalla Serie B ed è questo il segreto per far bene. Non bisogna lasciare spazio agli attaccanti ed è necessario dare sempre il massimo, minuto dopo minuto. Contro la Lazio ho notato tutto questo, una SPAL umile, ma con grandi doti”. Con lui da Cagliari è arrivato anche Borriello: “È un grande giocatore, dà il meglio di sé in partita. È sempre un piacere lavorare con giocatori come lui”. Sulle suo possibile impiego tattico: “In che posizione mi vedo? Nella difesa a tre al centro, ma mi metto a totale disposizione del mister, giocherò dove vorrà lui. Sono un centrale, ma non ho problemi a ricoprire anche altre posizioni”.
Poi un breve bilancio sulla sua carriera, che lo ha visto vestire anche la maglia del Milan: “Sono arrivato in Italia dieci anni fa e ora che ne ho 26 speravo di avere un curriculum migliore, ma non ho rimpianti, ho sempre dato tutto e credo che quest’anno per me sia fondamentale. L’esperienza al Milan? Non so se sia arrivata troppo presto, sicuramente nessuno l’avrebbe rifiutata perché garantisce grande visibilità. Non ho trovato molto spazio ma ho imparato tanto e rifarei la stessa scelta altre mille volte. Cosa mi è mancato per diventare restare a lungo in una squadra? Difficile dirlo, non sono io a dover rispondere a questa domanda. Cagliari pensavo fosse la piazza giusta per consacrarmi, ma in A poi non ho giocato quanto speravo. Io ho sempre dato il meglio, questo è l’importante ma un allenatore deve fare le sue scelte e in alcune circostanze non sono ricadute su di me”.