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Scende in campo Marco Borriello, e non lo fa sul prato verde, ma sui social, in questo caso affidando ad Instagram le sue personalissime considerazioni sulla sconfitta nel lunch match di domenica contro l’Inter a San Siro. Lui che a San Siro, ovviamente sponda rossonera, ha vinto un campionato e una Champions League. Così si legge in una foto pubblicata sul suo profilo ufficiale: “Sarebbe meraviglioso vincere tutte le partite o riuscire sempre a far gol…ma purtroppo a volte bisogna fare i conti con tutta una serie di motivi, tecnici, fisici, di VAR (purtroppo per noi in negativo questa domenica) etc etc… L’unico rimedio che conosco e’ continuare a lavorare per migliorarsi con costanza e pazienza aspettando la prossima occasione…buona settimana a tutti#forzaspal)

Un’analisi sostanzialmente neutra, ma come spesso capita sui social la polemica la fa da padrona e le emoticon perplesse di fianco alla parolina “VAR”, sempre più al centro delle attenzioni di tutti, addetti ai lavori e semplici appassionati, hanno sollevato la solita sequela di commenti, più o meno piccati, ai quali il numero 22 biancazzurro ha risposto in maniera garbata e chiara, ovviamente riferendosi all’episodio del contatto tra Vicari e Joao Mario che ha portato l’arbitro Gavillucci ad assegnare il penalty dopo aver consultato il supporto tecnologico: “Secondo il mio modesto parere non era rigore, l’ho rivisto 67 volte anche a rallentatore. Se si danno rigori così davvero le partite finiscono come la pallanuoto”. Ancora più deciso in seguito: “Non sto rosicando ma è la seconda domenica di fila che riceviamo contro un rigore su un episodio molto dubbio… Non vorrei che la SPAL fosse la vittima dell’esperimento VAR (che tra l’altro a me piace molto ma senza farne abuso). Mi domando perché su Perotti (Roma-Inter alla seconda giornata; ndr) o su Schiattarella (Inter-SPAL contatto con Dalbert in chiusura di primo tempo; ndr) non è stata usata. Buon campionato”. Ormai il leitmotiv è questo, se il VAR doveva servire a fugare ogni dubbio e a contribuire a far diminuire le polemiche i primi risultati non sono particolarmente incoraggianti.