Un agguato in piena regola, a poca distanza dallo stadio Dall’Ara, ha rovinato la domenica di quattro tifosi spallini. Aggrediti, picchiati con cinghie e addirittura una frusta con un tondino di ferro all’estremità da un manipolo di sei balordi a volto scoperto, motivati esclusivamente dal proposito di fare del male ai malcapitati a causa della loro fede calcistica. Non è servito a nulla che assieme al gruppo si muovessero anche due tifosi del Bologna, amici dei quattro ferraresi, che avevano assistito al derby in compagnia nel settore distinti. Botte anche per loro, uno dei due ha provato a sedare gli animi e per tutta risposta si è visto recapitare un pugno in pieno volto.
La storia è apparsa sui quotidiani locali già lunedì mattina, ma la prima ricostruzione parlava di sciarpe bene in vista come causa dell’episodio. Circostanza smentita da una delle vittime dell’aggressione, un 42enne che ha chiesto di rimanere anonimo per ovvie ragioni di riservatezza: “Siamo passati per gli sprovveduti che non siamo. Frequento gli stadi da una vita e una roba del genere non mi è mai capitata. Anche perché so bene come ci si deve comportare. Io e i miei amici eravamo stati invitati da dei colleghi bolognesi, il nostro datore di lavoro ci aveva regalato i biglietti. Abbiamo assistito alla partita tutti insieme, in totale tranquillità. Poi, visto il caldo, abbiamo accettato di bere qualcosa in un pub a 200 metri dallo stadio. Il locale era pieno di tifosi del Bologna, noi avevamo nascosto per bene le sciarpe sotto i vestiti per evitare problemi. Una volta usciti per andare a recuperare le macchine siamo stati aggrediti. Evidentemente ci aspettavano dopo aver sentito il nostro accento. Sono sbucati all’improvviso e non è servito a niente spiegare la situazione. Ho comunque dato la sciarpa a uno di loro e mi è toccata una cinghiata in faccia. Il mio amico, aggredito con quella specie di frusta, ha avuto la peggio: gli è stata fratturata la mandibola, è finito in ospedale e dovrà essere operato. Probabilmente i segni gli rimarranno per sempre. Il tutto è durato un minuto e mezzo al massimo: come sono apparsi sono anche spariti. Siamo stati in questura fino a tardi e ci è stato detto che in zona erano attive alcune telecamere. Ci rimangono lo spavento e il dispiacere. Non è giusto essere passati per gente che va in giro con le sciarpe in vista senza conoscere i rischi del caso. Magari siamo stati un po’ ingenui perché quando si va in trasferta bisognerebbe rimanere sempre nel gruppo. Ma essendo con amici tifosi del Bologna non ci siamo preoccupati di questo problema”.