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La SPAL esce con l’amaro in bocca dopo la sconfitta per 2-1 subita al Dall’Ara dal Bologna nel derby che, a questi livelli, mancava da cinquant’anni. Gli uomini di Leonardo Semplici escono battuti dal terreno di gioco in un modo più netto di quanto dicano il punteggio finale e le statistiche. Queste ultime, infatti, non rimarcano a sufficienza la distanza vista in campo dalle due squadre, segnalando una superiorità degli spallini in termini di possesso palla (52%) e una parità nei tiri in porta (2 per parte), con gli ospiti che sono risultati anche più precisi nei passaggi (86% quelli riusciti, a fronte dell’82% registrato dagli uomini di Roberto Donadoni).

Tuttavia, i numeri vanno letti riportandoli al contesto e a quanto visto in campo. E quello che la domenica pomeriggio di Bologna-SPAL ha fatto capire è che la squadra di Semplici si trova a dover affrontare la prima crisi stagionale dopo aver colto soltanto un punto nelle ultime sei partite di campionato. In particolare, dal punto di vista tattico, il match contro i felsinei ha mostrato le pecche di una 5-3-2 che diventa troppo basso in fase di non possesso palla: ne avevamo già parlato nel primo appuntamento stagionale con la lavagna tattica.

Così facendo infatti la SPAL si porta il nemico in casa, vicino alla propria porta, cosa che in Serie A può risultare fatale. La partita di ieri è stata una conferma: il Bologna ha sì tirato soltanto due volte nello specchio della porta (come detto poc’anzi) ma è arrivato alla conclusione in 14 occasioni, esattamente il doppio dei tiri totali della SPAL. Con la precisione e la qualità tecnica dei giocatori della massima serie non è difficile capire che più occasioni si concedono e più sarà alta la percentuale di veder subire una rete. Per avere un’idea più precisa dell’efficienza della fase difensiva spallina possiamo ricorrere alle statistiche relative agli expected goals. Il differenziale fra gli expected goals a favore e quelli contro della SPAL in situazione di gioco è di -2.96 mentre il loro xGA (expected goals against) è di 7.47.
La fase difensiva della SPAL ad oggi non rende i biancazzurri impenetrabili e quindi, probabilmente, la squadra di Semplici dovrebbe cercare di difendere con il baricentro un po’ più alto. Contro il Bologna, in particolare, la fase di non possesso estense ha mostrato delle pecche sulle corsie esterne, dove operavano Manuel Lazzari e Filippo Costa.

(statistiche Wyscout)

Entrambi i giocatori sono stati in difficoltà nel contenere Federico Di Francesco e Simone Verdi, gli esterni d’attacco del Bologna. Il primo gol subito è emblematico delle difficoltà patite al Dall’Ara: Verdi rompe un raddoppio mal eseguito sulla fascia destra e taglia il campo a cercare Di Francesco che, in situazione di uno contro uno ha la meglio su un Lazzari che lascia troppo spazio all’esterno bolognese, permettendogli così di centrare la palla per l’accorrente Andrea Poli

 

 

Anche in fase offensiva, contrariamente a quanto accadeva la scorsa stagione, i ferraresi hanno difficoltà nel rendersi efficaci nelle azioni lungo le corsie esterne. In questo senso, le statistiche significative sono quelle relative ai cross riusciti dei due esterni con Costa che si ferma ad un 1/9 mentre Lazzari esegue correttamente appena un cross su 4 tentativi. È chiaro come una migliore aggressione dell’area avversaria (quantitativamente e qualitativamente) da parte di centrocampisti e attaccanti aiuterebbe a migliorare queste percentuali, ma è anche vero che i due esterni sono stati piuttosto imprecisi.  A questo si aggiunga il dato relativo agli assist fin qui prodotti dagli spallini: soltanto tre e tutti opera di Mirco Antenucci. Nessun contributo significativo è dunque arrivato dalle fasce laterali.

Una soluzione che potrebbe aiutare la SPAL a migliorare tanto la fase offensiva quanto quella di non possesso potrebbe essere un cambio di sistema, magari passando ad un più quadrato 4-4-2 come visto ieri nella seconda parte della partita contro il Bologna. In questo modo, alzando anche la linea difensiva, la squadra potrebbe avvantaggiarsi di una doppia presenza sulle corsie laterali, dalle quali poter centrare palloni per i vari Marco Borriello, Antenucci, Alberto Paloschi e Sergio Floccari.

Il 4-4-2 ha poi mostrato una miglior tenuta difensiva rispetto al 5-3-2, registrando un xGA di 0.68 contro i 10.83 del sistema con cinque difensori. Chiaramente, i dati sono relativi visto che il nuovo schieramento è stato utilizzato soltanto negli ultimi quarantadue minuti di gioco del derby. Bisognerà quindi aspettare verifiche sul lungo corso per stabilire una effettiva maggiore o minore efficacia del nuovo sistema rispetto a quello tradizionalmente utilizzato da Semplici. Di certo, avere un’alternativa a disposizione potrebbe aiutare, specialmente in partite o in momenti nei quali sarà necessario alzare il baricentro della squadra.

Michele Tossani, classe 1978, analista tattico già collaboratore di realtà importanti come Rivista Undici e Il Napolista. Interviene anche su Radio Blu Toscana e Italia7 ed è autore di libri, tra cui “L’altro Mago. Mourinho dopo Herrera” edito da Limina