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Tra i giocatori che si sono distinti sabato scorso nel match tra Krifi Caffè e Nova Loreto c’è sicuramente Federico Ballerio. Il varesino classe 1989 è al suo secondo anno in granata: giunto a Ferrara per motivi di studio, è diventato quest’anno uno dei pilastri della squadra grazie alle sue notevoli capacità di adattamento in campo. Questa settimana abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per conoscerlo meglio.

Federico, come è nata la tua passione per la pallavolo?
“Ho iniziato a tredici anni dopo una breve parentesi nel mondo del basket. Mia madre in quel periodo mi stava portando in giro a cercare una squadra di pallavolo: un giorno siamo finiti in una palestra in cui giocavano a basket e mi hanno chiesto di provare. Dopo un anno ho abbandonato, non era lo sport adatto a me. Ho giocato per i primi anni nelle giovanili della Pgs di Varese, poi a 17 anni sono stato promosso in serie D. L’anno successivo sono stato promosso nella B2 della pallavolo Varese, in cui ho giocato alcuni anni come opposto. Sono stato anche a Saronno, con cui ho vinto una coppa Italia ed un campionato di serie B2, ottenendo la promozione”.

Cosa ti ha portato a Ferrara?
“Lo studio. Dopo la maturità ho iniziato la mia carriera universitaria nella facoltà di medicina, mi sono laureato ed ho scelto di provare il test di ingresso per la specialistica in medicina dello sport. La mia posizione in graduatoria mi dava la possibilità di scegliere tra Ferrara, Bologna e Modena: la mia ragazza abitava già qui a Ferrara, così l’ho raggiunta”.

E nel frattempo la 4 Torri ti aveva contattato…
“No, in realtà no. Una volta saputo che avrei dovuto passare quattro anni a Ferrara, sono andato su internet ed ho cercato un squadra per continuare a giocare. Ho trovato il numero della 4 Torri e con una telefonata spavalda mi sono auto candidato per ottenere un posto come banda. Avevo letto che la Krifi era alla ricerca di un quarto schiacciatore, ho fatto alcuni allenamenti di prova e poi ho firmato il contratto”.

Parliamo della Krifi: in questi due anni quanto credi che sia cambiata la squadra?
“Beh, è cambiato tutto quest’estate. Tre dei sei posti titolari sono cambiati (Drago, Govoni e Di Renzo hanno lasciato il posto a Vanini, Casaro e Poli, ndr.) e l’adattamento ai nuovi equilibri richiede tempo. Credo che la squadra stia comunque trovando un suo ritmo adesso. La prima sconfitta in campionato contro Fano secondo me è giustificabile: c’era tantissimo pubblico, gli avversari hanno giocato molto bene e noi dovevano ancora conoscerci bene. Contro Osimo, invece, abbiamo sbagliato tutto, è stato evidente che non eravamo una squadra compatta”.

E’ davvero così importante conoscere le avversarie del proprio girone?
“Se per conoscere intendi averci già giocato contro, direi proprio di no. Gli allenatori preparano le partite guardando tantissimi video, perciò quel che ci spiegano dei giocatori avversari dovrebbe bastarci. Io stesso lo scorso anno non conoscevo le avversarie: a Varese mi è capitato di giocare soprattutto contro squadre di Lombardia e Piemonte. Sono sopravvissuto lo stesso, perciò credo che scendere in campo e fare il massimo seguendo le istruzioni dell’allenatore basti per essere pronti”.

Se apriamo il tuo cassetto dei sogni, cosa troviamo?
“Come medico dello sport vorrei arrivare alle olimpiadi. Se devo sognare, tanto vale farlo in grande. Sarebbe bello seguire una federazione o una società importante nel panorama italiano. Per adesso però mi limito a studiare ed a dare qualche consiglio ai miei compagni ogni tanto”.

La tua vita è a misura di sportivo. Segui qualche sport da spettatore?
“Essendo a Ferrara devo ammettere che la SPAL mi ha appassionato. Non sono ancora andato allo stadio, ma ho già preso accordi con i miei compagni di squadra per andare a vedere una partita. Tifo Juventus, perciò sarebbe bello guardarla giocare al Mazza, ma non disdegnerei nemmeno una partita contro una avversaria di medio bassa classifica, per vedere i biancazzurri combattere”.