Dopo la cocente sconfitta subita in rimonta al “Bentegodi” di Verona con il Chievo e l’eliminazione in Coppa Italia per mano del Cittadella (che si è imposta al “Mazza” per 0-2) la SPAL torna in campo alla ricerca della prestazione più che del risultato in sé, considerato il proibitivo impegno con la Roma all'”Olimpico”. Proprio lo stadio della prima prima partita in Serie A dopo 49 anni, dove, tra l’altro, i biancazzurri sono riusciti a fermare la Lazio di Simone Inzaghi sullo 0-0. Ma per i ragazzi di Semplici più che altro è fondamentale ritrovare convinzione in vista della sfida salvezza di domenica prossima con l’Hellas. Come di consueto abbiamo intervistato un collega, Riccardo Pompili di insideroma.com e radiogol24, per farci raccontare che clima c’è a Roma alla vigilia della gara di venerdì.
La Roma dopo la sconfitta di Champions League rimediata in casa dell’Atletico Madrid, in campionato non è andata oltre il pareggio con il Genoa a Marassi, interrompendo una striscia di cinque vittorie consecutive. Che aria si respira a Trigoria in vista della partita con la SPAL?
“Non tira una gran aria: il caso De Rossi ha scosso l’ambiente perché tifosi, media e in generale gli addetti ai lavori hanno montato un vero e proprio caso. A Roma si parla di più dell’espulsione del capitano che del pareggio con il Genoa e la prossima gara con la SPAL. Per questo dico che il clima attorno alla squadra allenata da Di Francesco non è sereno: le fazioni si dividono tra vuole mettere alla gogna mediatica De Rossi perché c’è ricascato nuovamente e chi, invece, vuole fare quadrato attorno alla Roma”.
Però martedì prossimo all’Olimpico arriva il Qarabag e la Roma vincendo si garantirebbe un posto negli ottavi di Champions League, la testa dei giocatori è già rivolta a quell’impegno?
“No, non credo. Anzi ci metto la mano sul fuoco perché Di Francesco ha sempre dimostrato di volere che il gruppo si concentrasse su una partita alla volta, prima un impegno poi l’altro. E poi gli azeri non sono certo un ostacolo invalicabile. Non dico di snobbarli, sia chiaro, anche perché è pur sempre un incontro di Champions League che ha una valenza economica oltre che sportiva. Però la Roma parte favorita, senza dubbio, gli ottavi sono ad un passo”.
Quella con la SPAL sarà la quarta partita in tre settimane, quanto pesa l’impegno di coppa in un campionato difficile come la Serie A?
“La Champions è notevole dispendio di energie per la Roma, sia fisiche che psicologiche. Ma l’infermeria pian piano si sta svuotando, eccezion fatta per Defrel, che dovrà stare fuori almeno un mese per l’infortunio alla rotula, e Karsdrop, out per sei mesi. Il recupero di Palmieri e Schick permetterà ad altri di tirare un po’ il fiato. Credo che comunque la Roma abbia giocatori in rosa che sappiano gestire al meglio le proprie risorse psicofisiche quando ci sono più partite ravvicinate, quindi non credo che la gara di settimana prossima con il Qarabag influenzerà più di tanto la performance dei giallorossi con la SPAL”.
La Roma è a tutti gli effetti ancora in piena corsa per lo scudetto.
“Sì, ma non è tra le favorite. Può dare filo da torcere alle altre contendenti, quello senz’altro. Per come è maturato il pareggio con il Genoa i due punti persi a Marassi alla lunga potrebbero pesare perché la partita oramai era ben incanalata e sono proprio stati buttati via. Manca anche la gara con la Sampdoria, tutt’altro che facile visto lo stato di forma della squadra di Giampaolo. Da qui al 23 dicembre, quando si sarà giocata Juve-Roma, avremo modo di scoprire se giallorossi potranno dire la loro per il tricolore”.
Tornando alla partita con i biancazzurri, c’è possibilità che Di Francesco faccia turn-over?
“In difesa no di certo: due tra Manolas, Fazio e Juan Jesus giocheranno. A centrocampo non ci sarà De Rossi, il suo posto al 99% lo prenderà Gonalons. Possibile che riposi Strootman, ancora non brillantissimo rispetto agli standard a cui ci ha abituato, e in quel caso potrebbe rivedersi titolare Pellegrini. A completare il reparto, ovviamente, Nainggolan, inamovibile. Davanti: con Defrel infortunato Schick ha qualche chance di partire dall’inizio; solito ballottaggio Perotti-El Shaarawy; e al centro dell’attacco Dzeko. Che però è in discussione perché non trova il gol da un po’. Ci sono due soluzioni: o Di Francesco lo lascia in panchina per fargli ricaricare le pile, oppure lo fa giocare sperando interrompa il digiuno contro una neo-promossa”.
A proposito del mister ex Sassuolo: cosa è cambiato rispetto alla gestione Spalletti?
“La prima differenza la si nota dall’approccio mediatico: i due allenatori hanno un modo di interfacciarsi con la stampa diametralmente opposto: Di Francesco è molto più concreto, preferisce far parlare i risultati ottenuti sul campo, mentre Spalletti è un grande comunicatore, al quale piace proprio parlare in conferenza stampa, si diverte. Poi c’è anche un discorso tattico: adesso quando è in fase di non possesso la Roma cerca di recuperare la palla molto più in alto. Comunque, la Roma, nonostante gli ottimi risultati, è ancora una squadra in fase di costruzione, magari più avanti cambierà anche qualcos’altro”.
La Roma fino ad ora in casa ha ceduto il passo solo a Inter e Napoli. Quante possibilità ha la SPAL di tornare a Ferrara con un risultato positivo?
“Sinceramente? Poche. La Roma è di un’altra categoria e vuol tornare a fare risultato per rimanere agganciata al treno delle prime della classe che viaggiano a spron battuto. E in più vuole dare una risposta forte dopo quello che è successo nella partita con il Genoa”.
Considerando anche il fatto che la truppa di Semplici la giornata successiva dovrà affrontare una sfida cruciale per mantenere la categoria, in che modo può impensierire quella di Di Francesco?
“Con la tenuta mentale: se riesce a rimanere in partita e non crollare a causa del forcing della Roma può reggere all’urto. Fondamentali saranno i primi 45’: se il risultato rimane sullo 0-0 all’intervallo allora per la squadra di Di Francesco possono iniziare i problemi se deve sbloccare il punteggio nella ripresa. I corsi e ricorsi storici lo confermano. Ma anche qualora incassasse un gol la squadra di Semplici se rimane concentrata può avere l’occasione di segnare perché le qualità nella rosa biancazzurra ci sono. Mai mollare, quindi. E non staccare la spina come è successo sabato scorso con il Chievo. Bisogna continuare a stare sul pezzo finché l’arbitro non fischia la fine”.
Ma la SPAL è andata spesso contro corrente, giocando meglio quando era impegnata con formazioni sulla carta molto più forti, che partita ti aspetti?
“Mi immagino una Roma che scende in campo per chiudere il discorso subito. Anche perché poi se no rischia di impantanarsi e, di conseguenza, innervosirsi se non viene la giocata. E una SPAL arroccata a difesa della propria area di rigore pronta a punire in ripartenza o alla minima occasione disponibile, magari su calcio piazzato con l’ex di turno Viviani. I giallorossi controlleranno il ritmo cercando di fare breccia nella difesa estense saltando l’uomo sulle fasce, per poi crossare in mezzo per la punta centrale. Attenzione ad El Shaarawy: in questo periodo è in forma e gioca bene perché senta la fiducia dell’ambiente che lo circonda ”.
C’è anche un altro ex Roma tra le fila biancazzurre: Borriello. Per ora non ha reso come ci si aspettava, ma quanto può essere importante la sua esperienza in chiave salvezza?
“A livello di tecnica, esperienza e carisma ha dimostrato in questi anni di essere un attaccante di grandissimo livello per squadre di medio-bassa classifica. Basti vedere quello che ha fatto a Cagliari l’anno scorso. E credo che possa tranquillamente arrivare in doppia cifra ancora, nonostante l’età e qualche guaio fisico. Se non è ancora appagato dalla sua carriera e se riesce ad aumentare l’intesa con una seconda punta di movimento, come può essere Antenucci, credo che possa risultare decisivo alla lunga. È un uomo d’area, se lo si serve, fa gol”.