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Chiamiamolo pure disgelo. Non tanto a livello climatico, visto il freddo che attanaglia Ferrara in questo periodo, ma a livello ambientale in casa SPAL: dopo diverse settimane è tornata la conferenza stampa di metà settimana con la partecipazione di un giocatore biancazzurro ed è toccato a Manuel Lazzari incontrare i cronisti nella sala stampa del centro “Gibì Fabbri”. Con l’esterno nativo di Valdagno si è parlato molto della sua crescita personale, dei giocatori più ostici che ha incontrato, ma anche di modulo e di VAR.

Il girone d’andata è quasi concluso: che idea ti sei fatto della lotta salvezza? È giusto concentrarsi su Verona e Crotone o ne includeresti anche qualcun’altra?
“Da come è partita questa stagione, col pareggio con la Lazio e la vittoria con l’Udinese, sembrava che potessimo fare un campionato diverso. Ma noi sapevamo sin da subito che la nostra lotta sarebbe stata e sarà con Verona, Benevento e Crotone. Dobbiamo arrivare primi tra queste quattro squadre. In questo momento ci sono anche Sassuolo e Genoa che sono vicine a noi, ma le loro rose sono superiori, e sono convinto che il nostro campionato alla lunga si giocherà con le neo promosse e il Crotone”.

In diverse occasioni la SPAL ha finito col buttare dei punti preziosissimi: quali sono le partite che ricordi con maggior rammarico?
“A mio avviso ce ne sono molte, una è quella con il Sassuolo, ma anche con il Crotone abbiamo fatto una grande partita soprattutto nel primo tempo. Con il Napoli c’è rammarico per non essere riusciti a tenere il pareggio, potevamo portare a casa un punto e abbiamo subito gol negli ultimi cinque minuti. Noi comunque il nostro campionato lo stiamo facendo e speriamo di riuscire nell’obiettivo prefissato”.

Hai vissuto da protagonista tutta la scalata della SPAL: ora che sei in serie A, questo come influisce nella tua vita quotidiana? Vedi delle differenze?
“Io sono a Ferrara da ormai cinque anni, sei se contiamo anche la Giacomense, e le cose sono cambiate radicalmente: i primi anni nessuno mi conosceva, ma già dall’anno scorso in serie B e soprattutto quest’anno è tutto diverso: le persone mi riconoscono, mi fermano per autografi e foto,  anche la vita privata è difficile da gestire. Essere sempre sotto i riflettori ha il suo peso”.

Sulla tua fascia diversi giocatori di livello: qual è stato quello più complicato da gestire in fase difensiva e quello che ha reso invece più complicata la tua fase offensiva?
“I giocatori che più mi hanno messo in difficoltà sono stati sicuramente Kolarov della Roma, che oltre ad essere un grande giocatore ha una lunga esperienza alle sue spalle anche in Champions League, mentre un  giocatore con cui ho faticato molto nella fase offensiva è Douglas Costa della Juve”.

In fase di costruzione la tua intesa con Schiattarella è sempre molto buona: è una casualità o ci determinati meccanismi che vi fanno rendere bene insieme?
“Diciamo che tra i centrocampisti è quello che mi conosce meglio, giochiamo insieme da più anni, ed è normale che ci sia un’intesa diversa rispetto ad esempio a Grassi che ho conosciuto quest’anno. C’è da dire che comunque mi trovo bene con tutti i centrocampisti quindi non vedo alcuna differenza nel giocare con lui o con gli altri”.

Da quando Semplici ha provato il 442 in situazione d’emergenza si è parlato molto di modulo: fermo restando che quello di riferimento resta sempre il 352, come ti vedresti meglio a livello personale e di impostazione del gioco nel caso venisse riproposta una difesa a quattro?
“Nel caso si dovesse optare per una difesa a quattro, tenendo conto che in fase difensiva sono migliorato molto negli ultimi due anni e che di gol ne faccio pochi, il mio ruolo sarebbe sicuramente quello di terzino”.

Giocare in squadra che deve lottare ogni domenica e affrontare squadre di livello maggiore implica dover lavorare molto nella fase difensiva: questo ti limita nella parte offensiva?
“È normale che arrivando da un campionato di serie B, nel quale il possesso palla era nettamente superiore ed era più semplice costruire le azioni di gioco, giocare con questo trend invertito complichi la situazione: la fase difensiva diventa fondamentale. Io sto cercando di migliorare sotto questo punto di vista sacrificando anche un po’ la spinta offensiva, pur cercando di mantenere un livello discreto anche in quella fase di gioco”.

Alla luce di quanto hai appena detto, il dispendio fisico è inferiore per te quest’anno rispetto allo scorso oppure no?
“No, anzi è sicuramente molto più alto, anche perché difendere contro questi attaccanti comporta un dispendio di energie elevato ed è molto difficile anche ripartire. Quest’anno gli allenamenti si sono diversificati rispetto allo scorso, i carichi di lavoro sono aumentati quindi anche fisicamente siamo più pronti e io mi sto trovando bene”.

Fisicamente pare che tu ti sia irrobustito.
“Sì, ho aumentato la mia massa muscolare, ma non posso e non devo esagerare altrimenti le mie caratteristiche di rapidità ne risentiranno”.

Da quest’anno si nota anche una crescita a livello psicologico: in passato tendevi a essere un po’ indisciplinato, mentre in questa stagione sembri decisamente migliorato.
“Penso che sia evidente il cambiamento, sono sempre stato un giocatore che nel corso del campionato prendeva una decina di cartellini, quest’anno ho giocato 17 partite e sono ancora a quota zero, probabilmente anche perché sono stato abbastanza graziato dagli arbitri.  Per cui sì, sto cercando di crescere anche sotto questo aspetto, sia a livello emotivo che tattico, moderando l’approccio con l’avversario”.

In questa stagione sei anche riuscito a segnare un gol che ti è stato convalidato col VAR: qual è la tua opinione su questo strumento?
“E’ sicuramente un ottimo strumento, ma bisogna saperlo usare: guardando le ultime partite ci si rende conto che sono stati fatti parecchi errori che ci hanno penalizzato. Gli episodi che più mi hanno infastidito sono stati sicuramente quelli con la Roma, dove l’espulsione non era giustificata e il gol di El Shaarawy era in fuorigioco, ma anche con il Benevento il rigore ci poteva stare”.

Pronostico per sabato: si gioca per un punto o per qualcosa di più?
“Arrivando da due buoni risultati sicuramente bisognerà cercare di continuare la nostra striscia positiva, un punto con il Torino sarebbe ottimo, ma è una squadra preparata per l’Europa e non sarà facile. Se ci concederà un’occasione, cercheremo di sfruttarla per vincere”.

 

ha collaborato Giacomo Lupi