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Sono Felipe e Floccari a parlare con la stampa nella mixed zone del Marassi. Entrambi hanno espresso il loro massimo disappunto circa il rigore concesso dal direttore di gara e riconoscono la partita da grande squadra disputata dalla SPAL.

Felipe Dalbello
“Peccato che sia andata così, perché ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo giocato come una vera squadra, ma è finita in modo assurdo. Il rigore concesso mi è sembrato esagerato, lo considero un bel regalo per il 2017 alla Sampdoria, anche se è vero che noi allo stesso tempo dobbiamo stare più attenti, i palloni in area non ci devono stare a lungo. Mi sembra molto strana questa decisione arbitrale, non mi vengono le parole per esprimermi. Ho visto un lungo dialogare tra l’arbitro e il Var e penso che Pairetto sia stato molto coraggioso a non voler andare a rivedere l’episodio incriminato. Oggi abbiamo giocato bene, difeso con compattezza, ci siamo aiutati a vicenda. Sarà un campionato durissimo fino all’ultima giornata, ma noi ci siamo. Io sono contento di essere rientrato, è sempre brutto stare fuori dal campo. Sarà tosto il girone di ritorno, ma dobbiamo continuare a giocare come abbiamo fatto oggi”.

Sergio Floccari
“Innanzitutto ci tengo a sottolineare che io non sono abituato a parlare di decisioni arbitrali, ma oggi mi sento costretto, perché è stato scandaloso. La tecnologia dovrebbe essere una garanzia per tutti, giocatori e arbitri, ma se non si controllano episodi come questo la tecnologia non aiuta nessuno. Non capisco perché una volta si ricorre al Var, un’altra volta si preferisce non riguardare nulla. Siamo davvero arrabbiati perché oggi noi ce l’abbiamo messa tutta. Ma davvero, non riesco a capacitarmi di questa mancanza di uniformità nelle decisioni di ricorrere all’assistenza. Abbiamo giocato una grande gara, generosa e di squadra, dispiace per il risultato e per quello che è successo. Ripeto, si tratta di un rigore inesistente e siamo davvero rammaricati, perché noi ci giochiamo tanto. Si parlerà poco di questo episodio e non è giusto, ma funziona così. E quella che doveva essere una garanzia per tutti, un motivo di tranquillità, si sta trasformando in un problema. Siamo una realtà più piccola in confronto alle altre, ma esigiamo il rispetto che ci meritiamo”.