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Se ci sono due cose che non sembrano mancare ad Andrea Bonacina sono la determinazione e le idee chiare. A neanche 34 anni si ritrova a fare da head-coach, ma non si può dire che sia la prima volta. Gli toccò quando nella scorsa stagione il Kleb (che si chiamava ancora Pallacanestro Ferrara) esonerò Tony Trullo, prima dell’ennesimo ritorno del “prof” Adriano Furlani. Ora gli viene affidata la responsabilità di affrontare le turbolenze del post-Martelossi fino al termine della stagione, con un intero girone di ritorno da disputare.

A introdurre i temi della sua presentazione ufficiale è stato il ds Alessandro Pasi: “Prima di tutto lasciatemi esprimere il mio dispiacere personale per questo epilogo. Però dobbiamo la forza andare avanti e lo facciamo con un ragazzo di valore. Un tecnico che ritengo motivato e preparato, spero sia anche fortunato. L’auspicio è che riesca a trasmettere quello che è mancato: energia, voglia, passione, e che in campo si traduca in attaccamento, grinta, passione e quaranta minuti di lotta col coltello tra i denti senza camminare e senza sbuffare. Questo è il mandato ricevuto da Andrea. Una volta iniziato questo percorso, si potrà ragionare su eventuali mosse di mercato. Le valutazioni rimangono aperte, ma questo passaggio di consegne consentirà a tutti di dimostrare di poter seguire i principi fondamentali che abbiamo fissato. Intanto ci aspettiamo di vedere gente che sputa sangue e incoraggia il compagno. Cerchiamo di tenere a cinquanta punti agli avversari, anche prendendo delle botte. Poi da lì si potrà ragionare sia in entrata sia in uscita”.

Quindi parola al protagonista di giornata: “L’esonero di un coach è una sconfitta per tutti, questo è il primo messaggio che ho voluto dare alla squadra.Una persona perde il lavoro, una persona di valore perde un posto in una città che gli vuole bene. Bisogna convogliare questa rabbia sul campo. Purtroppo ancora una volta questa triste coincidenza mi vede al centro. Non voglio portare rivoluzioni né stravolgimenti, ma portare una parte di me. Sono sicuro al cento percento di essere il meno esperto tra i miei colleghi, ma sono altrettanto sicuro che nessuno ha più ambizione, motivazione e determinazione di me. Voglio essere sincero: cercherò anche di godermela alla giornata, cercando di salire giorno dopo giorno il gradino della scala che ho davanti. Per me essere una persona perbene significa riconoscere che il basket è un gioco e ci sono cose più importanti di questo. Per esempio che il prossimo 29 giugno mi sposo (ride). Si è discusso molto di quanto è successo finora. Io mi sento di dire ‘silenzio’: tanti hanno detto la loro, io porto il silenzio del lavoro quotidiano.Le parole chiave sono: sicurezza, convinzione. Cercherò di portare queste cose, con quelli che sono i miei valori: sacrificio, umiltà, correttezza, lealtà”.
Bonacina ha anche chiarito che non intende stravolgere tutto fin dal primo momento, visto che domenica è prevista una partita delicata contro Imola: “In una settimana come questa non è opportuno appesantire i ragazzi con altri pensieri. Anche perché parte del lavoro era stato programmato con Martelossi. L’obiettivo è responsabilizzarli. Ho detto loro: ‘vedete di cambiare voi qualcosa nel modo di stare in campo’. Finora abbiamo dimostrato di non essere in grado di reggere le tempeste emotive che si creano dentro le partite. C’entrano poco tecnica e tattica, ma le capacità interiori. Hall? Con Mike l’unica regola è che non ci sono regole. Questo non vuol dire che lui sia sopra agli altri, ma che deve seguire le due direttive portanti del nostro progetto: difesa e rispetto. Chi difende sta in campo, chi non lo fa rimane fuori”