Occhi di ghiaccio, capelli corti curati al millimetro, il tono di voce calmo, uniforme, con evidente accento dell’est Europa. Nell’aspetto Jasmin Kurtic rispetta diversi degli stereotipi che si potrebbero avere sugli sloveni e dà l’impressione di poter assolvere benissimo al compito che la SPAL gli sta affidando: mettere muscoli, personalità e potenza di fuoco nel centrocampo di mister Semplici.
Per la presentazione del primo, oneroso, acquisto del mercato di gennaio sono intervenuti il patron Simone Colombarini e ovviamente il ds Vagnati. Ad aprire le danze è proprio il patron: “Avevamo promesso che avremmo fatto il possibile per rinforzare la nostra rosa, per mettere il mister in condizioni ancora migliori per raggiungere l’obiettivo salvezza. Kurtic è stato un investimento, anche importante economicamente, non solo per questi sei mesi ma anche per il futuro”.
La parola passa subito al ds Vagnati: “Jasmin è un giocatore importante sotto tutti i punti di vista. La cosa che più mi è piaciuta è stata la voglia che mi ha dimostrato di venire alla SPAL. Io ho dormito poco, però lui mi ha tranquillizzato dimostrando grande voglia di venire a Ferrara perché crede nel nostro progetto. Mi ha dato subito delle grandi sensazioni e questo è fondamentale. Oltre alla qualità tecniche, la voglia di fare una corsa in più degli altri o di fare un contrasto in più è la cosa più importante. Aveva altre possibilità oltre a noi, siamo stati bravi a fare uno sforzo per portarlo a Ferrara. Tecnicamente è un centrocampista completo con grande senso del gol. Sono convinto che ci darà una grossa mano”.
A questo punto prende parola il giocatore stesso: “Inizio con il ringraziare l’Atalanta per gli ultimi anni e ora ringrazio i Colombarini, Vagnati e tutta la famiglia SPAL. Quando la SPAL mi ha chiamato ero indeciso, ma appena ho visto l’insistenza con la quale tutti mi volevano non ci ho pensato neanche due secondi a firmare. Desidero fare bene per ripagare questa società, per la voglia che ha dimostrato di avere nel prendermi. Per un giocatore sentirsi importante è bello e fondamentale. Voglio dimostrare il mio valore e aiutare questa squadra perché si merita tanto. I compagni hanno voglia di fare bene e il mister sta facendo un ottimo lavoro. Nel gruppo ci sono giocatori importanti. Noi dobbiamo stare uniti, non sbagliare atteggiamento e lottare per salvarci”.
Jasmin, potresti fare un bilancio sui tuoi due anni a Bergamo e sul rapporto con mister Gasperini? Secondo te meritavi più spazio in questi ultimi sei mesi?
“A Bergamo mi sono trovato bene, ma devo ammettere che in carriera non ho mai avuto problemi con nessuno. Con l’Atalanta abbiamo fatto benissimo, arrivando in Europa dopo tanti anni. Per quanto riguarda il mio impiego bisogna sempre rispettare le scelte del mister. L’anno scorso ho giocato sempre, quest’anno stavamo facendo benissimo e mi sentivo parte della squadra anche giocando meno. Credo che sia importante lavorare sempre duro perché col lavoro tornano tutti i sacrifici”.
Qual è a centrocampo il ruolo in cui pensi di poter dare il meglio di te? Reja, che ti ha allenato, dice che la tua miglior posizione è quella di centrocampista di destra.
“Non ho una posizione in particolare. Tutto dipende da Semplici, io sono a disposizione. Durante la mia carriera sono sempre stato a disposizione dell’allenatore, dando il massimo ovunque venissi collocato. Il mio pensiero è che i centrocampisti debbano saper fare ed essere disposti a giocare in qualunque posizione del centrocampo, perché il centrocampo è il cuore del gioco. Io darò il massimo in qualsiasi ruolo verrò messo. Anche con Reja avevo un buon rapporto. All’inizio mi faceva giocare a sinistra, dove preferivo, poi mi ha cambiato e ho fatto un campionato sopra le righe giocando a destra”.
Sei considerato un centrocampista col vizio del gol. Ne segnerai anche qua?
“Spero di sì. Perché i centrocampisti devono fare un lavoro fisico e sporco, ma per fare un salto di qualità bisogna che sappiano fare anche qualche gol”.
Patron e direttore hanno detto che hanno dovuto fare uno sforzo importante per prenderti, anche perché giocavi in una squadra d’Europa. Questa cosa ti pesa o è uno stimolo per ripagare la fiducia?
“Mi fa piacere. Il fatto che una società piccola e neopromossa abbia speso tanti soldi per prendermi non può che farmi grande piacere ma mi dà soprattutto tanta voglia di dimostrare il mio valore e di rendere felici società e tifosi”.
Ti senti pronto per giocare già domenica contro l’Udinese?
“Sì. Con l’Atalanta mi sono sempre allenato e anche fisicamente, mi sento pronto. Per domenica sono a disposizione del mister”.
Cosa ci puoi raccontare di Dramé, appena arrivato alla SPAL, con cui giocavi all’Atalanta? Perché secondo te negli ultimi sei mesi non ha trovato spazio?
“Dramé è un ragazzo fantastico ed un professionista che lavora sempre per la squadra. È stato usato poco e mi dispiace. È forte e veloce. A noi darà una grossa mano. A Bergamo non ha mai avuto problemi con dirigenza o compagni, ha sempre lavorato con la squadra e si è sempre impegnato.”
Una parola sulla scelta del numero?
“Ho scelto il 19. Erano disponibili il 2, il 3 e il 4, ma erano numeri da difensore e ho scelto il 19. Mi piace il numero, ma non sono una persona a cui importa più di tanto.”