La SPAL dopo le vittorie con Crotone e Bologna vola sulle ali dell’entusiasmo, stato d’animo ideale per affrontare un altro scontro chiave per lotta salvezza: quello di domenica con il Sassuolo al Mapei Stadium di Reggio Emilia. La posta in palio fa gola ad entrambe le squadre: un successo potrebbe portare i biancazzurri in acque meno agitate, ma permetterebbe anche alla truppa di Iachini di chiudere un inizio anno da dimenticare. I neroverdi non vincono dal 23 dicembre, quando si sono imposti 1-0 ai danni dell’Inter. Per sentire che aria tira dalle parti di Sassuolo abbiamo interpellato Massimiliano Todeschi, direttore responsabile di canalesassuolo.it.
Massimiliano, gli ultimi risultati sono eloquenti: il Sassuolo nel 2018 non ha ancora vinto ed è riuscito a collezionare solo due punti, frutto di altrettanti pareggi. Quindi, in che condizioni si presenta al match con la SPAL?
“Il morale non è certo al massimo, ma nonostante ciò la squadra è lo stesso consapevole di poter ancora dire qualcosa in questo campionato. La parola d’ordine è solo una: fare gol. Il Sassuolo è riuscito a creare occasioni significative in quasi tutte le ultime gare, peccato però che non sia stato cinico al momento di finalizzare. Nel caso continuasse il momento negativo in fase realizzativa rischia davvero di scivolare in piena zona rossa”.
Pensi che si sia già esaurito l’effetto Iachini?
“Non credo, la mano ed il lavoro del nuovo mister sono tuttora visibili: il Sassuolo è una squadra grintosa. Solo che adesso sembra che alcuni giocatori pecchino di motivazione. Evidentemente non sono riusciti a dare seguito alla scossa iniziale che ha portato ad ottimi risultati nel mese di dicembre. I problemi principali sono da quindi da ricercare altrove, e mi permetto di spezzare una lancia in favore di Bucchi: a suo tempo additato come causa di tutti i mali, a mio avviso ingiustamente. Il dopo Di Francesco non poteva essere assorbito in rapidità e tanto meno facilmente, quindi ora bisogna puntare a una salvezza senza troppi patemi abbandonando qualsiasi tipo di aspettative diverse”.
Viste le polemiche degli ultimi giorni sarebbe interessante sapere se dopo cinque anni a Reggio Emilia il Sassuolo è riuscito ad aumentare la propria base di pubblico e vincere le resistenze dei reggiani.
“Le resistenze dei reggiani sono pressoché impossibili da vincere e lo dico con il sorriso. La base di pubblico non è sostanzialmente aumentata: le poche centinaia di tifosi fedeli sono rimasti tali. Ma diversi reggiani vengono a vedere la Serie A nella propria città, senza essere tifosi del Sassuolo. Ovviamente l’ascesa di una squadra è proporzionale all’interesse che si sviluppa intorno, ma bisogna considerare che il bacino d’utenza di una cittadina di provincia è decisamente ridotto”.
Entriamo più nel vivo: vista la squalifica di Berardi, chi giocherà in attacco?
“Matri con tutta probabilità non sarà della partita a causa del perdurare di un risentimento al polpaccio. Di fatto, quindi il tridente è praticamente obbligato: Babacar punta centrale, Ragusa a sinistra e Politano a destra, che potrà, dunque, tornare nel suo ruolo preferito”.
E chi completerà l’undici titolare?
“Davanti a Consigli la consueta difesa a quattro: da destra verso sinistra, Lirola, Goldaniga, Acerbi e Peluso. Il centrocampo dovrebbe essere composto da solito trio Missiroli-Magnanelli-Duncan ma non mi sorprenderei se Iachini lanciasse dal primo minuto Sensi che, a fronte di alcuni errori, ha mostrato sempre grande motivazione e attaccamento alla maglia, cosa non scontata in questo momento per il Sassuolo. Si merita un’altra chance da titolare”.
La difesa del Sassuolo incassa più di due gol a partita, quanto ha influito il ritiro prematuro di Paolo Cannavaro?
“A dire il vero l’impatto è stato relativo: Goldaniga si sta dimostrando un elemento assolutamente affidabile. Però ha deluso chi è stato comprato per ovviare al vuoto lasciato dal centrale napoletano: l’uruguaiano Lemos all’esordio con la Juventus non ne ha azzeccata, incappando in errori da matita blu. Magari avrà ancora la possibilità di dimostrare il suo valore”.
La SPAL dopo i due successi consecutivi ha riaperto il discorso salvezza ed è lanciatissima.
“La SPAL sta attraversando un gran momento di forma senza ombra di dubbio, arriva in casa del Sassuolo non come favorita ma certamente vestendo i panni di una squadra che può metterlo in grande difficoltà. Il Sassuolo dovrà fare una partita molto attenta, senza però dimenticare quanto detto prima, ovvero finalizzare le occasioni create”.
Pensi che l’esito possa risultare decisivo per la permanenza in Serie A?
“Mancano ancora più di dieci partite, quindi non mi sembra giusto etichettarlo già come un vero e proprio spareggio. Certo è che il peso specifico di tre punti raccolti in questi scontri è notevole e nessuna delle due squadre può permettersi passi falsi”.
Che partita ti aspetti?
“Credo che la gara si vincerà a centrocampo. Chi farà meno errori e sarà più pronto sulle seconde palle potrà avere un vantaggio non indifferente nei confronti dell’avversario. Spero che non prevalga la paura di vincere e che si assista, quale che sia il risultato, ad una gara piacevole da vedere”.
Il peso politico del Sassuolo per forza di cose non è comparabile a quello di altre squadre di provincia: i maligni dicono che non può retrocedere, vista la rilevanza del suo proprietario.
“Mi verrebbe da rispondere in stile Fantozzi, ma mi limiterò a dire che sono in totale disaccordo: avere una proprietà solida non è certo prerogativa solo del Sassuolo, poi se sul campo la squadra dovesse dimostrare di non meritare più la Serie A retrocederebbe in B, com’è giusto che sia. Inoltre, se davvero questa influenza a palazzo fosse così marcata credo che il Sassuolo non avrebbe perso tre punti per una PEC (posta elettronica certificata; ndr) non inviata come accaduto lo scorso anno. Le regole e le classifiche valgono per tutti, sarà il campo a decidere”.