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Il rapporto della SPAL con gli episodi da VAR continua ad essere quantomeno complicato. In questo i tifosi biancazzurri possono sentirsi affratellati con quelli laziali, da mesi sulle barricate per le varie sviste che sono costate punti preziosi per la squadra di Inzaghi. L’arbitro Giacomelli di Trieste in particolare è nei pensieri dei sostenitori della Lazio dallo scorso 11 dicembre, quando – sempre con l’utilizzo del VAR – mostrò un cartellino rosso a Immobile senza ravvisare prima un fallo di mano in piena area granata. Al punto da essere addirittura portato in tribunale da un gruppo di tifosi (assieme al collega Di Bello).
Dopo l’episodio dell’Olimpico e le relative polemiche sulle presunte simpatie giallorosse del direttore triestino mostrate via Facebook, il designatore arbitrale Rizzoli ha aspettato quattro giornate prima di rimandare in campo Giacomelli, che peraltro ha anche arbitrato (bene) SPAL-Inter del 28 gennaio scorso.

Ora il suo nome torna al centro delle polemiche, assieme al VAR Mariani. Il giudizio sulla sua prestazione è abbastanza unanime: Gazzetta dello Sport gli assegna un 4 in pagella e approfondisce la topica del secondo rigore in favore del Genoa nella rubrica “La Moviola”, evidenziando un doppio errore. “Il contatto Vicari-Lapadula non può essere mai considerato chiaro errore dal VAR (condizione essenziale per usare la tecnologia). L’arbitro poi ci mette quasi due minuti per scovare il tocco casuale tra i due giocatori: Lapadula, mentre sta per calciare a porta vuota, allarga la gamba all’indietro che va a incocciare (in modo leggero) sul ginocchio di Vicari, intento solo a correre. Difficile individuare la negligenza: sbagliato punirlo, specie con la VAR. Doppia beffa per la SPAL“.
Tuttosport parla di “parecchi regali nell’uovo di Pasqua“, dà 5 alla prestazione di Giacomelli e definisce “quantomeno generoso” il secondo penalty a favore dei rossoblù. “La decisione, anche dopo parecchi replay, lascia molti punti interrogativi“. Più morbido il Corriere dello Sport-Stadio che assegna un 5 e parla di “Il VAR a sorpresa rimette tutto in discussione, perché Vicari sbilanciando Lapadula al momento del tiro risulta aver commesso un fallo da rosso (forse eccessivo)“.
Parla di “episodio più importante del pomeriggio” il moviolista di Radio Rai Filippo Grassia: “Inesistente il secondo rigore del Genoa, con annessa espulsione di Vicari per un presunto fallo del difensore ai danni di Lapadula. E’ l’attaccante che nell’atto di calciare tocca il difensore, per Giacomelli invece c’è il fallo dopo la revisione al monitor”.

Decisamente severo il giudizio di un ex collega di Giacomelli, Luca Marelli, autore di un blog personale sulle questioni arbitrali: “Spiace dover tornare continuamente sulle prestazioni del triestino ma le circostanze lo impongono. Non è fortunatissimo (aspetto non proprio marginalissimo nell’attività arbitrale) ma non pare nemmeno lucidissimo. Probabilmente non è ininfluente la diatriba con alcuni tifosi della Lazio che stanno trascinando Giacomelli (assieme al collega Di Bello) a dover sostenere un procedimento civile che definirei quantomeno avventuroso. […] Resta il fatto che, ieri a Genova, Giacomelli (in collaborazione con il VAR Mariani, non esente da colpe) è stato protagonista di un episodio che ritengo ai limiti dell’incredibile. Quello che si vede in occasione del secondo penalty non può mai essere considerato un grave errore. Non solo è necessaria parecchia fantasia per essere certi di un contatto tra Vicari e Lapadula ma lo stesso contatto appare del tutto fortuito. […] Vicari, pertanto, può essere accusato di negligenza? Ovviamente no, perché non solo non ha tentato in alcun modo di contrastare l’avversario ma non ha posto in essere alcun atteggiamento volto ad interferire con l’avversario. Nel caso specifico, infatti, è Lapadula che (certamente in modo involontario), nel gesto di calciare, tocca il ginocchio dell’avversario il quale ha la solo colpa di non essere immateriale. Questo episodio rientra nelle fattispecie che definisco “casuali”, non classificabile in alcuna casistica punibile con un calcio di punizione diretto o di rigore. Per lo stesso motivo Lapadula non andava sanzionato con un cartellino giallo poiché non si è trattato di simulazione ma, giova ripeterlo, di contatto totalmente fortuito. La lunghissima review è la dimostrazione implicita che anche Giacomelli non fosse minimamente convinto della sua scelta, la cui concausa è da ricercare nella decisione di Mariani di chiamarlo a revisione. Ad ulteriore conferma di quanto affermato, il linguaggio del corpo dell’arbitro friulano”.