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Grande felicità sul volto della CT Bertolini in sala stampa a fine partita, ma anche segni di stanchezza per quella che è stata una vittoria faticosa e sofferta.

Milena, un’immagine di questo pomeriggio?
“Non è facile scegliere, ma opto per l’esultanza delle ragazze sul primo gol. Un gol che le ha sbloccate ed è stato decisivo. Poi anche l’esultanza liberatoria al fischio finale”.

E’ stata la partita che si aspettava?
“Sì. Avevamo studiato il Belgio e si è rivelato quello che ci aspettavamo. Le nostre giocatrici erano in condizione, le loro hanno impostato il match su fisicità e durezza nel contrasto. Sono anche loro giocatrici di qualità, ma nulla di inaspettato”.

Allo stadio, anche se non sold-out, c’era tanta gente e parallelamente c’è stata la diretta Rai. Sta inevitabilmente cambiando qualcosa. Siete voi che trascinate?
“Io credo che queste ragazze stiano trascinando la gente. Ferrara oggi è stata fantastica. 7.500 persone a vedere una partita di calcio femmine in Italia non credo ci siano mai state, forse solo a Padova per i playoff mondiali. Il merito è delle giocatrici e delle loro prestazioni. L’Italia è un paese che su questo ambito è indietro a livello culturale, ma loro con i fatti stanno dimostrando che il calcio delle ragazze è di grande qualità. Poi oggi di positivo, oltre il risultato, c’è che vincere con tutta questa gente e con tutto questo entusiasmo lascia il segno a tante persone e soprattutto alle bambine che si appassionano sempre di più al calcio femminile”.

Quanto, per un ferrarese, sono lontane queste emozioni rispetto a scontri salvezza della SPAL o al pareggio con la Juventus?
“Penso che lo stato d’animo provato oggi dagli appassionati sia uguale a tutte le partite in cui ci sia grande emotività. Spero che chi oggi era allo stadio e chi ama il calcio femminile abbia provato emozioni importanti. Ho visto tante lacrime agli occhi. Questa vittoria in questo contesto ha creato grandi emozioni per chi è o chi è stato nel nostro ambiente”.

Vittoria che può significare aver messo un piede dentro i mondiali?
“Mancano due partite con un Portogallo che si sta dimostrando molto forte e il Belgio fuori casa, davanti a 25.000 persone. Non siamo ancora al Mondiale, però è chiaro che questi tre punti ci aiutano tanto in classifica e ci danno un’accelerazione in termini di consapevolezza e convinzione”.

Restando in tema Portogallo, che insidie presenta? E’ una squadra sicuramente più tecnica del Belgio, come si affronta?
“Le giocatrici del Portogallo hanno una grandissima tecnica. Giocano sul possesso palla. Tra noi e loro, noi abbiamo un po’ più ordine tattico però loro hanno davvero grande tecnica. Le loro attaccanti sono veramente forti. Ma manca ancora molto tempo, oggi godiamoci questa partita”.

Un parere sulle parole sessiste del presidente della Sampdoria Ferrero?
“Le ho lette stamattina. Sono trentacinque anni che sono nel calcio femminile ed è solo una frase che rappresenta il pensiero medio italiano sul calcio femminile. Il calcio femminile è secondo molti il punto più basso dello stereotipo sessista italiano, che vede il calcio solo per uomini. Le parole sono importanti, ma noi del movimento con i fatti pian pian stiamo cercando di rimuovere questi pregiudizi. Il nostro sguardo è volto soprattutto sui giovani”.

Quanto ritiene che giovi la difesa a 4 rispetto alla vecchia a 3? E quanto crede abbia inciso la crescita di squadre affiliate alle società maschili come Fiorentina e Juventus?
“Anche la nazionale di Cabrini giocava a 4, come durante l’Europeo, ma al di là della difesa a 3 o a 4, le ragazze hanno qualità tecniche ed è questo che conta. Oggi abbiamo visto due squadre, una fisica e contropiedista e un’altra che mette in campo tecnica, eleganza e fraseggio. La cosa più importante e determinante in questo gruppo è la compattezza che c’è all’interno dello spogliatoio. Questa è una squadra di amiche. Il rispetto e la compattezza in spogliatoio poi si ritrova in campo. Per quanto riguarda il movimento, la nazionale dipende dai club. Io vedo le ragazze massimo una volta al mese. Le recenti scelte politiche di obbligare le squadre maschili ad avere una squadra di calcio femminile nel settore giovanile portano solo benefici. Le ragazze  possono allenarsi così come professioniste con staff adeguati e fare anche 6-7 allenamenti alla settimana. Io ho giocatrici che si allenano tre volte alla settimana e come stasera affrontano semi-professioniste. Per il futuro mi auguro un campionato con Inter, Milan, Roma, Juventus. Sarebbe importante anche a livello mediatico: una bambina può così sognare di giocare nella Juventus come prima poteva fare solo un maschietto”.

Dalla tribuna l’abbiamo vista chiedere alle ragazze di andare avanti nonostante il vantaggio e i pochi minuti mancanti.
“La nostra idea è aggredire alti. Io credo sia meglio tenere gli avversari lontani dalla porta. Dobbiamo essere propositive e non subire il gioco degli altri”.

Italia che ha cambiato marcia solo dopo il gol incassato?
“Nel primo tempo la confusione che c’è stata era legata soprattutto all’aspetto mentale. Abbiamo subito l’emotività di quello che c’era oggi e che c’è stato nei giorni precedenti intorno a noi. Le ragazze sono scese in campo bloccate a livello emotivo, impaurite, si sentivano responsabili. Dopo il gol si sono svegliate e hanno mostrato carattere e compattezza. Lo abbiamo detto negli spogliatoi all’intervallo che non hanno giocato, siamo andate dietro alle nostre avversarie quando invece dovevamo giocare palla a terra. Nel secondo tempo si è vista la differenza. Dobbiamo anche sfatare il luogo comune che le altre sono sempre migliori di noi. Non abbiamo la loro fisicità ma abbiamo altre qualità che sono più importanti”.

Tutti si aspettavano l’ingresso della beniamina locale Goldoni.
“Abbiamo fatto scaldare Eleonora con l’idea di cambiare un po’ a livello tattico, ma io credo che sia il caso di farla crescere piano e non darle troppo peso. Lei è già contenta di essere tra le 23. Ha giocato titolare contro la Moldavia ed oggi oltre che affaticata si prospettava per lei una partita difficile anche a livello psicologico. Non potevo inserirla dall’inizio, sarebbe rimasta schiacciata. La partita si è messa in un certo modo e in quel momento serviva più peso e più fisicità. Avrà tempo di ritagliarsi il suo spazio, lei è la prima a saperlo”.