Nuova partnership in casa SPAL, con il club biancazzurro che lega il proprio nome a quello dell’Istituto di istruzione privato Paideia. Partnership nata principalmente con un intento di tipo collaborativo, con i ragazzi che giocano nel settore giovanile del club che possono così proseguire parallelamente al calcio un percorso educativo e di formazione che possa venire il più possibile incontro alle proprie esigenze da atleti.
La scuola privata, aperta comunque a chiunque, offre tra i principali servizi la possibilità di recuperare anni scolastici per scuole medie di I e II grado, lezioni private di gruppo e individuali, preparazione ai test universitari. Ad aprire le presentazioni Simonetta Gasperini, insegnante e presidente di Paideia: “Innanzitutto comincio con il ringraziare la SPAL, sono molto contenta di avervi qua con noi. Paideia nasce ufficialmente dieci anni, fa ma ha origini molto più lontane, che risalgono agli anni Cinquanta quando l’Istituto era conosciuto come Parini. I ragazzi che si rivolgono a noi sono ragazzi che hanno bisogno di un contesto un po’ esclusivo. Le nostre classi sono composte da 3-5 persone in modo che le lezioni siano il più possibile private e personalizzate. Come nasce la partner con la SPAL? Abbiamo sempre avuto ragazzi provenienti dal mondo dello sport, ma l’anno scorso sono arrivati di loro spontanea volontà tre ragazzi della SPAL che si sono distinti per correttezza e dedizione. A quel punto ci siamo domandati perché non iniziare a collaborare. Noi e la SPAL abbiamo tante cose in comune; entrambi lavoriamo per il futuro dei ragazzi, entrambi crediamo molto in valori come la fiducia, l’ottimismo e il lavoro costante. Agiamo su fronti diversi, ma abbiamo valori ed obiettivi molto simili. È un onore collaborare con loro. I ragazzi che giocano a calcio hanno tanti impegni e noi ci concentriamo per il loro futuro. Le agevolazioni che offriamo sono di vario genere: orari flessibili, disponibilità a ogni esigenza e anche uno sconto economico per i ragazzi provenienti dal vivaio SPAL. I programmi sono diversi da quelli ministeriali degli istituti normali, ma pre-formati per gli studenti che appartengono al mondo dello sport, che sarà il loro lavoro”.
Parola che passa dunque in casa SPAL, rappresentata oltre che dal responsabile del settore giovanile Ruggero Ludergnani, dall’allenatore della Primavera Cottafava e dal direttore commerciale Alessandro Crivellaro. “Fondamentale che scuola e sport vadano di pari passo – esordisce Cottafava – il calcio è uno sport di squadra in cui è importante saper comunicare e comprendere ciò che l’allenatore cerca di trasmettere. Aule scolastiche e spogliatoio sono per certi versi ambienti simili. Noi e la scuola insegniamo due cose diverse, che però convergono verso lo stesso obiettivo. Chi riesce a unire le due cose ottiene un grande vantaggio. Troppo spesso vedo genitori che concentrano tutto sul calcio quando non sempre è la strada futura. I ragazzi vogliono solo giocare a pallone, ma è normale, anche io lo volevo da piccolo. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di fare il settore giovanile alla Sampdoria, la squadra della mia città, e questo mi ha aiutato molto da un punto di vista scolastico perché mi ha permesso di stare a casa. Io ho il diploma di tecnico industriale e avevo iniziato scienze motorie, anche se non sono riuscito a finire gli studi. Oggi penso si possano portare avanti contemporaneamente sport e studio. Il percorso ad hoc che offre questa scuola è un’occasione importante per portare avanti tutti e due le strade. Binomio calciatore-studente, professore-mister? Quando passi dall’altra parte aumenta la responsabilità. Io sto imparando un mestiere nuovo, ma sono allo stesso tempo un insegnante per i miei ragazzi. Cerco di trasmettere dei valori e conseguire un diploma è un traguardo veramente molto importante per loro”.
A fare eco al mister, Ruggero Ludergnani: “35 ragazzi del settore giovanile provengono da altre città, italiane e straniere e verso di loro abbiamo responsabilità superiori rispetto ai ragazzi locali, che vivono nelle proprie case con le proprie famiglie. Per noi è fondamentale, in un calcio che si sta evolvendo anche fuori dal campo, avere calciatori che siano veloci a livello mentale, intelligenti e che sappiano parlare. C’è stata una grande crescita nel campo della comunicazione e dei social, ed oggi è vitale saperli gestire con intelligenza. Noi avevamo già dei tutor, che seguono i ragazzi e relazionano periodicamente alla società. È un aspetto a cui personalmente tengo molto e voglio sottolineare il ruolo fondamentale che hanno nell’educazione dei ragazzi le famiglie, del cui sostegno abbiamo sempre bisogno. I ragazzi di casa SPAL fanno una vita molto intensa. A volte finiscono scuola alle 14 e alle 15 devono già essere al Centro per allenarsi fino alle 18. Spesso due ore non bastano per studiare come si dovrebbe. Per i ragazzi il calcio è l’unico obiettivo, noi e le famiglie dobbiamo insegnar loro che non è così. Poi vorrei aggiungere che notiamo sempre di più che chi va bene a scuola vive in maniera migliore anche il calcio. Sono più veloci nel capire e nell’ascoltare, sanno rapportarsi in maniera differente sia nel nostro contesto che al di fuori di esso. Noi, quando selezioniamo un ragazzo, guardiamo molto all’attitudine sociale, oltre che alle capacità tecniche. Come poi ha detto Marcello, nel calcio l’intelligenza diventa ogni giorno più determinante. Per finire vorrei dire un’ultima cosa: i numeri di chi sfonda sono impietosi. Per fare un semplice esempio, della Primavera campione d’Italia dell’Inter nessuno ad un anno di distanza gioca in serie A. Oltre a questo non va mai dimenticato il problema degli infortuni. È fondamentale per i ragazzi una formazione intorno all’attività sportiva”.
Ultime parole di giornata ad Alessandro Crivellaro: “La SPAL ha compiuto un percorso di crescita importante in campo e il settore giovanile è fondamentale per noi, lo ribadiamo sempre. Avere un istituto che ha tutte le condizioni per aiutarci credo sia un abbinamento naturale. Speriamo di proseguire in questa partnership anche nei prossimi anni. L’istruzione è importante. Da parte nostra c’è tutto per far andare avanti il rapporto che oggi vi abbiamo presentato”.