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Come esce la Roma dall’appuntamento infrasettimanale? Con il 2-1 al Genoa, i giallorossi ritrovano la vittoria in campionato a distanza di un mese dal successo sul campo di Crotone. Momentaneamente al terzo posto, la squadra di Di Francesco è in piena lotta per un posto in Champions con Lazio ed Inter, e ha una gran bella preoccupazione a cui riservare la propria attenzione: la semifinale europea contro il Liverpool.

LA FORMAZIONE
Tra gli infortuni di Defrel e Perotti e la necessità di far rifiatare la squadra, quella presentata dal tecnico abruzzese è una formazione discretamente distante dall’undici ideale, ma comunque fedele al 433. Davanti ad Alisson, la linea a quattro è composta da Florenzi, Fazio, Juan Jesus – schierato per dar riposo a Manolas – e l’inamovibile Kolarov. Il centrocampo presenta un inedito terzetto composto da Gerson, Gonalons e Pellegrini. Il tridente UnderDzekoEl Shaarawy completa lo schieramento.

LA PRESTAZIONE
Quella della Roma è stata una buonissima prova per i primi trentacinque minuti. Il gol del temporaneo 1-0 porta la firma di Under e arriva da un buon inserimento su palla inattiva. Qualche distrazione di troppo dà coraggio ai rossoblù che nel secondo tempo, nonostante un’accidentale deviazione di Zukanovic porti il risultato sul 2-0, si fanno furbi e trovano il gol con un’intuizione di Lapadula. Tuttavia il Genoa non è nelle condizioni di poter ribaltare il risultato e la vittoria va alla squadra capitolina senza troppi problemi.

LA CHIAVE TATTICA
Complice anche il sostanzioso turn over, la squadra di Di Francesco conferma le difficoltà nell’aggirare la linea difensiva delle piccole squadre che, solitamente, tendono a chiudersi nella propria area di rigore. La prestazione offerta dal punto di vista del gioco non è stata sicuramente tra le migliori in campionato. Le occasioni concretizzate – anche un po’ fortuitamente – su palla inattiva hanno sicuramente contribuito ad archiviare una pratica altrimenti difficoltosa. Cosa aspettarsi dunque dai giallorossi? La Roma è una squadra che fa del pressing alto la sua arma migliore e, giocando praticamente in un fazzoletto, lascia pochissimo spazio alla manovra avversaria. In fase di non possesso solitamente passano repentinamente dal 433 al 4141 con i due esterni di attacco che si abbassano fino a raggiungere le due mezzali. A De Rossi – da solo tra le due linee a quattro – spetta generalmente il compito di ulteriore filtro tra il centrocampo e la difesa. Lo scopo principale della fase difensiva della Roma è quello di indurre le squadre avversarie a dialogare con i propri difensori. Quando succede, ad alzarsi per primi in pressing sono gli esterni. Subito dopo le due mezzali – alzandosi anche loro – hanno il preciso compito di disturbare qualsiasi passaggio tra difesa e centrocampo. Contemporaneamente la linea dei quattro dietro si alza fino a metà campo, mettendo così gli attaccanti avversari in condizioni di fuorigioco.
Qualora il pressing alto dovesse rivelarsi inefficace, risulta comunque difficile penetrare la difesa romanista. Difendendo generalmente a tre, i giallorossi concedono raramente la superiorità numerica agli avversari. In fase di possesso la squadra capitolina generalmente parte costruendo dal basso. Data la palla a Fazio – il più tecnico tra i difensori – il passaggio a Kolarov risulta pressoché automatico. Oltre a eludere facilmente il primo pressing sul De Rossi, la scelta di Fazio ricade su Kolarov poiché il serbo è sicuramente uno dei giocatori più dotati della Roma. Portata la palla sulla sinistra – zona principale di costruzione per i giallorossi – tra Strootman, Kolarov e l’esterno di turno si crea un fraseggio dalle posizioni variabili, secondo quello che è un triangolo virtuale. Le distanze tra i tre rimangono perlopiù invariate: in questo modo, in caso di palla persa, è più facile recuperarla attraverso un pressing efficace. Dalla sinistra, la palla viene messa generalmente in mezzo o può essere lanciata a destra con l’obiettivo preciso di eludere l’accerchiamento difensivo e crossare. L’elemento fondamentale della manovra offensiva di Di Francesco infatti è il cross. Anche quando la squadra parte in transizione per via centrale, una volta che la sfera giunge a Dzeko viene nella maggior parte dei casi scaricata comunque sulle fasce.

OCCHIO ALL’AVVERSARIO
Con un parco attaccanti di così grande qualità è difficile stabilire chi possa essere più pericoloso degli altri. Certamente bisogna menzionare Edin Dzeko. Giudicato negativamente dai più per la scarsa cattiveria in area di rigore, l’attaccante bosniaco quando è in giornata è sicuramente un giocatore di livello assoluto, degno di qualsiasi top club. E il match di ritorno col Barcellona ne è una conferma. Considerato generalmente centravanti boa, oltre a saper difendere e smistare palloni, Dzeko sa creare e trovare gli spazi giusti ed è dotato di un repertorio talmente vasto da essere pericoloso in ogni situazione: di fatto eccelle sia coi piedi che nel colpo di testa. Un’altra minaccia proviene dalla sinistra e porta il nome di Aleksandar Kolarov. Come già detto, il terzino sinistro è il fulcro delle manovre offensive della Roma. Nel suo bagaglio tecnico annovera corsa, dribbling, visione e cross. Insomma, in qualsiasi situazione può e sa rendersi temibile. Sebbene quest’anno sia andato in rete solamente due volte, il serbo già dai tempi della Lazio è soprattutto pericoloso nelle conclusioni dalla distanza, sia su punizione che su palla in movimento. La piacevole sorpresa del girone di ritorno in casa Roma è sicuramente Cengiz Under. Con quello segnato al Genoa sono sei gol in campionato. Ma il giocatore turco non è solamente un buon finalizzatore. L’esterno classe ’97 è infatti dotato anche di un buonissimo scatto e di un dribbling fulminante. Spesso schierato a partita in corso, con le sue più spiccate caratteristiche è capace di strappi improvvisi e vincenti. Per il match di sabato al Paolo Mazza, è ancora in dubbio la presenza di Diego Perotti. Il giocatore è ancora alle prese con un problema muscolare.

L’ANDAMENTO RECENTE
A giudicare il percorso della Roma dalle ultimissime uscite, non sembrerebbe esattamente l’andamento di una squadra in lotta per la Champions. In realtà la squadra capitolina ha grande qualità ed esprime un gioco che, a livello europeo, non ha nulla da invidiare ai top club che da anni dominano le competizioni più prestigiose. La sensazione è quindi che le seconde linee delle Roma non siano pienamente all’altezza degli undici titolari e, pertanto, quando Di Francesco sente l’esigenza di correre al turn over – cosa avvenuta con discreta frequenza in questa stagione – non si ottiene una prestazione globale all’altezza delle aspettative. Il motivo potrebbe risiedere nell’importanza dei compiti singoli all’interno dei meccanismi della Roma. Ogni errore individuale in un contesto simile può quindi rivelarsi esiziale ai fini del risultato.

(2V, 2N, 1P)
ROMA – GENOA 2-1 (Under, Zukanovic)
LAZIO – ROMA 0-0
ROMA – FIORENTINA 0-2
BOLOGNA – ROMA 1-1 (Dzeko)
CROTONE – ROMA 0-2 (El Shaarawy, Nainggolan)