Come è sfuggito ad Antenucci stesso, il dettaglio è sfuggito pure a noi: domenica scorsa l’attaccante di Roccavivara ha fatto cinquanta in serie A, mettendo a segno il suo decimo gol in categoria. Il nono con la maglia della SPAL. Ricorrenza importante, che coincide con lo sprint finale di un campionato che potrebbe concludersi con un’altra festa: diversa dalle altre, altrettanto emozionante. Di questo di altro ha parlato Antenucci con Massimo Boccucci in un’intervista apparsa nell’edizione di martedì del “Corriere dello Sport – Stadio“, a pagina 23. Di seguito abbiamo annotato i passaggi più interessanti della chiacchierata.
IL TRAGUARDO DELLE 50 PRESENZE
“E’ sicuramente una bella soddisfazione, a questa età non pensavo di poter raggiungere certi livelli. E’ un bella cosa che mi rende orgoglioso e mi responsabilizza volendo continuare a dare il meglio“.
LA LOTTA SALVEZZA
“Consideriamo tutti il risultato di domenica scorsa molto importante, però aspettiamo di raggiungere il traguardo. Adesso bisogna attendere cercando il meglio dalle ultime due partite e vediamo contestualmente cosa faranno le altre. Noi abbiamo fatto un grosso passo avanti. Non siamo preoccupati e restiamo concentrati perché non è finita. Se facciamo i punti che servono da soli, il problema di guardare altrove non si pone, per cui dovremo essere bravi già a Torino domenica prossima con i granata“.
IL RAPPORTO CON LA SPAL
“E’ un rapporto al quale tengo parecchio a prescindere dai numeri. La cosa è nata lo scorso anno e cresce sempre di più. C’è un feeling particolare con l’ambiente, mi fa veramente piacere. Non so cosa sia scattato, sento di stare in un contesto speciale in cui avverti la vicinanza della gente. Vedo una piazza che ha entusiasmo e una tifoseria matura, direi all’inglese. Nei momenti delicati non ci ha fatto mai venir meno l’appoggio. Questo un giocatore lo nota e lo considera. […] Sono felice per la scelta fatta in estate. Non ero convinto di andare via, volevo continuare a vivere qui. Avevo il solo dubbio se potevo essere importante e incisivo come l’anno scorso. Ci ho provato mettendomi in gioco“.
DOPO IL 2020
“Confesso che ogni tanto ci penso a cosa farò una volta smesso. Mi sento un ragazzino pur avendo comunque 33 anni. Potrei avere piacere ad allenare, partendo magari da un settore giovanile. Diciamo che è un’idea, sebbene non definitiva. Ogni tanto ci penso e ne parlo, anche se in questo momento mi sento solo un calciatore. Adesso voglio giocare e guardo all’obiettivo da raggiungere. Il futuro è esclusivamente la salvezza da raggiungere“.