Che siano terzini o più moderni centrocampisti, i giocatori di fascia in grado di fare la differenza rimangono merce rara e questo influisce eccome sui loro prezzi. Non deve sorprendere che nell’ultima settimana il nome di Manuel Lazzari sia spuntato a ripetizione nelle cronache del calciomercato. Torino, Fiorentina, Sampdoria e Atalanta sono le principali squadre ad aver preso informazioni, con la Lazio che, secondo alcuni addetti ai lavori romani, si sarebbe accodata nelle ultime ore. Vale la pena fare una premessa: la SPAL è più che tutelata da un contratto che la lega a Lazzari fino al 2021 e non ha la necessità di cedere per sistemare il proprio bilancio. Lo ha ribadito Simone Colombarini non più di una settimana fa. Ma di fronte sembra aprirsi una doppia possibilità, per la società e il giocatore: capitalizzare al meglio una stagione vissuta da protagonista e fare il decisivo salto di qualità dopo anni di gavetta nelle serie minori.
Per le logiche del mercato, non c’è un momento migliore per cedere Lazzari. Non vederlo più in biancazzurro provocherà un dispiacere notevole in chiunque tifi SPAL, ma la tristezza potrebbe essere mitigata dal bonifico che potrebbe essere incassato in via Copparo. La domanda è: quale può essere la sua effettiva quotazione, al netto della componente affettiva dei tifosi?
Un dato sembra essere certo: se cessione sarà, verrà ritoccato verso l’alto il record della cessione più remunerativa dell’epoca moderna della SPAL. Il primato per il momento appartiene alla gestione Colombarini con i due milioni di euro incassati per la cessione di Andrea Beghetto al Genoa nel gennaio 2017. Anche lui – non casualmente – di ruolo esterno, ma con condizioni diverse visto che il mancino era a sei mesi di distanza dalla scadenza naturale del contratto. Beghetto in quel momento poteva vantare nel curriculum mezza stagione a grandi livelli in serie B, mentre sul piatto di Lazzari c’è un campionato di A da titolare inamovibile, impreziosito da ottime prestazioni.
Le cifre che girano in questi giorni sembrano suggerire una quotazione non superiore ai dieci milioni di euro. Cifra di tutto rispetto per una squadra arrivata 17^ in classifica, ma che può sembrare insufficiente alla luce delle valutazioni folli circolate nell’ultimo quinquennio anche per giocatori apparentemente mediocri. La comparazione come al solito è un buon metodo per stabilire gli ordini di grandezza, fermo restando che nel mercato dei giocatori pesano spesso variabili di ogni tipo: dagli incastri tra squadre al prestigio dei procuratori.
Limitandoci alla serie A, c’è una fascia di prezzo da club da ambizioni europee in cui pochi possono essere collocati: Alex Sandro (60 milioni), Ghoulam (35), Cancelo (35), Cuadrado (35), Florenzi (30), Candreva (20), Rodriguez (18). Le cifre corrispondono al prezzo stabilito dalle società, a quello delle eventuali clausole rescissorie o al costo più recente di un trasferimento. Ovviamente ci sono le eccezioni: ossia giocatori pagati cifre di quel calibro, ma che per un motivo o per l’altro non hanno ripagato l’investimento. Il caso più clamoroso è quello di Dalbert dell’Inter, pagato 20 milioni al Nizza e quello dello sfortunato Conti del Milan, prelevato dall’Atalanta per ben 25. L’esterno bergamasco, colpito in questa stagione da due gravi infortuni, a differenza di Lazzari ha un anno in meno (è un classe 1994), era reduce da una stagione spaziale da otto gol con tanto di qualificazione in Europa League ed era in vetrina in una realtà che pratica prezzi da boutique di lusso, si vedano i casi di Gagliardini (28 milioni) e Kessié (27), per fare altri due nomi. Volendo c’è anche Spinazzola, rientrante alla Juventus, che viene valutato tra i 15-20 milioni e che è già nel giro della nazionale. Insomma, difficile che Lazzari possa essere battuto a prezzi del genere: un po’ per mancanza d’esperienza rispetto ai concorrenti e un po’ per alcuni limiti tecnici che oggettivamente lo affliggono, come la scarsa vena realizzativa e la tendenza a sbagliare qualche cross di troppo.
Per cui bisogna dare uno sguardo a una fascia intermedia, quella che include giocatori promettenti o comunque in fase di crescita, ma anche elementi che nell’ultimo anno hanno cercato di rilanciarsi dopo momenti difficili. Si pensi a Laxalt del Genoa (valutato 15 milioni), Bruno Peres della Roma (pagato 13 nel 2017), De Sciglio della Juventus (pagato 12), oppure Adam Masina che fino ad un anno fa viaggiava a quota 10 milioni di valutazione. Altri esterni di squadre collocate nella colonna destra della serie A sono Lirola (Sassuolo, 7/8 milioni), Faragò (Cagliari, 8/10 milioni), Fares (Hellas, 7/8 milioni). Rappresenta un’eccezione Romulo dell’Hellas Verona, che dispone di una clausola contrattuale che gli permette di liberarsi praticamente a parametro zero. E non a caso sta attirando le attenzioni di tante squadre. Gli anni di militanza in serie A pesano, basti vedere il caso di Laxalt che pur da coetaneo di Lazzari (1993) ha già ammassato quasi il quadruplo delle presenze (130 contro 36).
Se la SPAL si siederà al tavolo, verosimilmente cercherà di monetizzare il più possibile la cessione del suo gioiello. Anche se non è da escludere che le pretendenti possano tentare il club biancazzurro con offerte miste: contanti e giocatori. Non ultima la Lazio, che secondo RadioSei sarebbe pronta a inserire nella sua offerta uno tra Caceres, Basta e Patric, accompagnato da cinque milioni di euro.
Molto dipenderà anche dalla scelte dell’eventuale erede. Trovare il profilo giusto non sarà facile ed è per questo che la logica delle contropartite potrebbe avere un peso. Di esterni destri capaci di ricoprire tutta la fascia non ce ne sono tanti. Dickmann è un talento interessante, ma affidargli un ruolo così delicato al debutto in A sarebbe azzardato. Starà al ds spallino Davide Vagnati cercare le giuste alternative, ma con un gruzzolo superiore ai cinque milioni qualche buon affare si potrebbe fare. Un’idea potrebbe essere Rispoli, che sta lottando insieme al Palermo per tornare in A. Qualora dovessero andar male i play-off, difficilmente accetterebbe di rimanere un altro anno in cadetteria. Anche Francesco Zampano del Pescara (ultima stagione in prestito all’Udinese) difficilmente resterà in Abruzzo nella prossima stagione e il contratto in scadenza nel 2020 non rappresenta un ostacolo insormontabile. Altrimenti potrebbe esserci Gaetano Letizia, sceso in B col Benevento, ma pur sempre elemento affidabile e che ha già assaggiato la serie A. Chiaro, non sono Lazzari: trovare un altro come lui sarà parecchio complicato.
hanno collaborato Alessandro Orlandin e Costantino Felisatti