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Quel che già si presumeva è stato confermato da Semplici in prima persona in un’intervista a La Gazzetta dello Sport: la storia tra l’allenatore fiorentino e la SPAL è destinata a continuare. “A meno che non succedano cose impensabili” aggiunge Semplici nella chiacchierata con G.B. Olivero. L’incontro che porterà alla stretta di mano è in programma giovedì e l’impensabile non accadrà, perché nessuna delle due parti ha interesse a rovesciare il tavolo: “Non ho ancora concluso il mio percorso qui. Qualche club si è interessato a me e ne sono felice, ma qui c’è un ambiente speciale, la felicità della gente riesco a percepirla quando passeggio in centro. E’ una meravigliosa sensazione, perché so che dipende dal nostro lavoro. Ne sono profondamente orgoglioso“.

Nell’intervista si parla anche della svolta nel girone di ritorno: “Stavo male per la facilità con cui prendevamo gol. La mia tesi a Coverciano era sulle palle inattive in fase difensiva, avevo vinto campionati subendo poche reti, invece le cose andavano male. Con il tempo abbiamo trovato compattezza. C’è stata una svolta tattica quando abbiamo rinunciato a giocare il pallone da dietro come facevamo in B, perché prendevamo tanti complimenti e pochi punti. Poi c’è stata una svolta caratteriale, quando abbiamo alzato pressione e intensità“. Viene rievocata l’ombra del possibile esonero a febbraio: “Non so quanto ci sono andato vicino, ho sentito solo voci, ma sono sempre stato convinto di centrare la salvezza. Mi dava tanta forza l’unità dello spogliatoio. Quando Antenucci ha segnato a Crotone e ci fu l’abbraccio di gruppo in panchina è cambiato il nostro campionato“.

Semplici poi spende parole importanti per Antenucci (“Si è giocato le sue carte: grande giocatore e grande uomo“) ed evita di sbilanciarsi su Borriello: “Fino a quando è stato bene è stato professionalmente ineccepibile. Poi si è fatto male e non siamo riusciti a curarlo bene. Ci saremmo aspettati cose diverse noi, si sarebbe aspettato cose diverse lui: succede“.