Emanuele Calaiò e il Parma andranno al processo sportivo per la vicenda degli sms pre-partita ai giocatori dello Spezia, prima del decisivo match di serie B dello scorso 18 maggio. Lo ha fatto sapere la Figc con un breve comunicato in cui si specifica che all’attaccante gialloblù e alla società sono contestate le violazioni di alcuni commi dell’articolo 7 del codice di giustizia sportiva (Illecito sportivo e obbligo di denunzia) “per avere – si legge nel comunicato – prima della gara Spezia-Parma del 18 maggio, valevole per il Campionato Professionistico di Serie B 2017/2018, posto in essere atti diretti ad alterare il regolare svolgimento e il risultato finale della gara suddetta, tentando di ottenere un minor impegno agonistico da parte dei calciatori dello Spezia Calcio, Filippo De Col e Claudio Terzi, per assicurare alla propria squadra il risultato favorevole dell’incontro, e, in particolare, inviando a tal fine a Filippo De Col, qualche giorno prima della gara, messaggi a mezzo dell’applicativo di messaggistica WhatsApp“.
Il deferimento del Parma per responsabilità oggettiva apre diverse possibilità: per le violazioni all’articolo 7, sono previste sanzioni che vanno dalla semplice penalizzazione all’esclusione dal campionato di competenza. I rappresentanti del club crociato hanno fin da subito espresso la convinzione di poter uscire indenni da questo procedimento: lo scorso 20 giugno l’amministratore delegato Luca Carra ha dichiarato che “non c’è alcun dubbio che chi dovrà valutare la condotta del nostro tesserato, saprà giudicare. Parma ha compiuto sul campo un’impresa straordinaria, mai riuscita prima e stiano sereni i nostri tifosi: nessuno potrà mai sottrarci la Serie A“.